La società rinasce se…



Il diaconato in Italia n° 192
(maggio/giugno 2015)

RIQUADRI


La società rinasce se…
di Kurt Appel

Svolgendo la domanda sul contributo del cristianesimo per un nuovo umanesimo, bisogna partire da una diagnosi dell'humanum, che si trova oggi soggetto di un'universale e radicale minaccia. Sia le narrazioni religiose tradizionali, sia quelle secolari-illuministiche sono in crisi, dal momento che la storia e il suo fine sono diventati complessivamente incerti. Non è che l'uomo (questo è il sospetto odierno) sia soltanto un episodio transitorio? Le visioni religiose e secolari per un'umanità migliore non sono state confutate? Non si è raggiunto un livello di distruzione ecologica e sociale difficilmente rimediabile?
Non si diffonde sempre di più un disgusto verso l'uomo, un desiderio nascosto di una fine del nostro mondo? Oggi s'incontrano ovunque visioni apocalittiche di declino, nel cinema come nella letteratura: da Melancholia di Lars von Trier fino al grande romanzo di Cormac Mc-Carthy La strada. Nella cultura pop dominano figure come cyborg, zombie o vampiri, che si distinguono per il fatto di essere immortali senza essere redenti. L'ultimo uomo è dunque un morto vivente, una macchina insensibile o uno zombie anaffettivo? La realtà che ci aspetta è il passaggio da una terra perduta e distrutta verso il mondo virtualizzato, quindi anestetizzato, senza tempo, senza vulnerabilità, senza mortalità, senza obiettivo e senza alterità? Anche osservando gli sviluppi politici e sociali in modo più ottimistico, sarebbe comunque un autoinganno classificare la crisi odierna semplicemente entro i tradizionali ricorrenti mutamenti della storia umana.
Perché ciò che finora era considerato ovvio, vale a dire l'esistenza dell'uomo come parte essenziale della terra, come creatura che ha un passato da raccontare e un futuro da sperare, è diventato incerto. Le teologie cristiane non hanno trovato attenzione sincera, perché non ci si voleva rendere conto che il nostro mondo è diventato fragile, privo di risposte immediate e semplici. Siamo infatti in una situazione paragonabile a un circolo vizioso, dove la richiesta di identità sicure si alterna alla delusione per il fatto che esse non hanno portato la sicurezza promessa. Nella ricerca di un nuovo umanesimo, al contrario, si deve rendere nuovamente chiara una linea di fondo del cristianesimo, cioè la sua comprensione del valore della fragilità e della trascendenza che s'incontra nella vulnerabilità della vita. Un nuovo umanesimo cristiano è quindi di fronte alla sfida di comprendere e accompagnare le ferite della nostra umanità, di accordare spazio anche a domande che non trovano una risposta diretta.

----------
torna su
torna all'indice
home