Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 1/2025)
ANNO C – 26 gennaio 2025
III Domenica del Tempo ordinario
Neemìa 8,2-4.5-6.8-10 • Salmo 18 • 1 Corinzi 12,12-30 • Luca 1,1-4; 4,14-21
(Visualizza i brani delle Letture)
III Domenica del Tempo ordinario
Neemìa 8,2-4.5-6.8-10 • Salmo 18 • 1 Corinzi 12,12-30 • Luca 1,1-4; 4,14-21
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LA PAROLA LEGGE LE SCRITTURE
Una e una sola volta nei Vangeli Gesù legge le Scritture, e quella sola lo fa in una liturgia. Nella sinagoga di Nazaret, in mezzo ai suoi fratelli riuniti in preghiera in giorno di sabato, Gesù legge la profezia di Isaia e la commenta. Le persone riunite in quella sinagoga sono le uniche ad aver visto e udito Gesù leggere a voce alta le Scritture all'interno di un'assemblea liturgica. Beata quell'assemblea perché è la sola ad aver ascoltato con i suoi orecchi la Parola leggere le Scritture!
Nel vangelo di Luca Gesù dà inizio al suo ministero di predicazione con quella lettura, così che il suo primo atto ministeriale è un atto cultuale, il suo primo gesto pubblico è un gesto liturgico. Celebra l'inizio del suo ministero in una sinagoga leggendo le Scritture e non nel tempio offrendo un sacrificio. Apre la sua missione aprendo il rotolo della profezia che gli è stato messo tra le mani e vi legge: «Lo Spirito del Signore è sopra di me» (Is 61,1).
L'incipit della lettura profetica diviene così l'incipit del presentarsi di Gesù ai suoi compaesani come un profeta, lasciandoli sorpresi e increduli per le sue parole. Ancora di più, l'incipit della pericope liturgica è l'incipit del suo manifestarsi come il Messia, così quella che si celebra nella sinagoga di Nazaret è liturgia, epifania e teofania a un tempo, perché in essa il Nazareno fa realmente accadere in quella insignificante borgata di Galilea ai margini di Israele ciò che secondo la Lettera agli Ebrei il Cristo confessa entrando nel cosmo intero: «Di me sta scritto nel rotolo del libro» (Eb 10,7; Sal 40,8 LXX).
«[Gesù] si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo». Gesù è in piedi e tiene tra le mani il rotolo del profeta e la figura che realizza è un simbolo, quello al quale il sommo sacerdote Gionata ricorre nel Primo libro dei Maccabei per descrivere l'identità dei figli di Israele: «Noi abbiamo a nostra consolazione le sacre Scritture che sono nelle nostre mani» (1Mac12,9). Nel rotolo del profeta vi trova scritto di lui, ma anche nel pane spezzato vi trova iscritto il suo mistero. Ecco il lettore Gesù che legge la profezia scritta: «Lo Spirito del Signore è su di me...». Nell'unica lettura della Scrittura che fa in tutto il Vangelo, Gesù legge per intero un solo versetto (Is 61,1), a dire che in ogni versetto della Scrittura è racchiuso il mistero di Cristo.
«Oggi si è compiuta questa Scrittura nei vostri orecchi»; queste poche parole che Gesù pronuncia contengono in sé gli elementi essenziali di ogni commento spirituale o omiletico delle Scritture: "oggi" e non ieri o domani; la "Scrittura" e non altro; "questa Scrittura" e non un altro versetto; "nei vostri orecchi" o "per voi", precisamente per coloro che gli stanno davanti e non per altri. Mentre annuncia la Parola, Gesù la accoglie come rivolta a sé, perché ciò che nel rotolo è riferito al profeta sarà ciò che egli compirà nel suo ministero. «Gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui». Commenta Origene: «Anche ora, se lo volete, in questa sinagoga, in questa nostra assemblea, i vostri occhi possono fissare il Salvatore. Quando voi riuscirete a rivolgere lo sguardo più profondo del vostro cuore verso la contemplazione della Sapienza, della Verità e del Figlio unico di Dio, allora i vostri occhi vedranno Gesù. Beata assemblea quella di cui la Scrittura testimonia che "gli occhi di tutti erano fissi su di lui"» (Omelie sul vangelo di Luca 32,6).
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