XXVIII Domenica del Tempo ordinario (B)




Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Goffredo Boselli
Vita Pastorale (n. 9/2024)


ANNO B – 13 ottobre 2024
XXVIII Domenica del Tempo ordinario

Sapienza 7,7-11 • Salmo 89 • Ebrei 4,12-13 • Marco 10,17-30
(Visualizza i brani delle Letture)


IL POTERE DEL DENARO

L'evangelo ci pone davanti una verità: il potere del denaro può essere più forte della chiamata di Cristo e la sua promessa più seducente di quella del Vangelo. L'intera Bibbia non fa altro che ricordarci che di fronte al denaro la nostra vita è posta davanti a una questione decisiva.
Come l'uomo dell'evangelo di questa XXVIII domenica del tempo ordinario, si può essere una persona per bene che corre incontro a Gesù, una persona che è interiormente mossa da un autentico desiderio di avere in eredità la vita eterna e che osserva i comandamenti di Dio da quando è giovane. Gesù riconosce la sincerità della ricerca spirituale di quest'uomo e per questo lo invita a lasciare tutto, a vendere ciò che ha per darlo ai poveri e a seguirlo. Ma lui se ne va via perché Gesù gli chiede troppo: «Se ne andò addolorato perché possedeva molte ricchezze».
All'istante seguono le parole di Gesù che gettano i suoi discepoli nello stupore: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio». E come se non bastasse, per sconcertarli ancora di più, aggiunge: «È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». L'affermazione più sorprendente non è che il regno di Dio si è avvicinato, ma che questo regno è dei poveri. I ricchi, se scelgono di restare ricchi, non vi entreranno.
Su due libertà essenziali Gesù è radicale con i suoi discepoli: la libertà dal potere e la libertà dal denaro. Queste sono delle esigenze sulle quali Gesù non scende a compromessi. Su molte debolezze umane si mostra comprensivo e paziente, ma sul rapporto con il potere e il denaro Gesù ha parole nette, dure, inflessibili. Sa che il potere e il denaro esercitano sull'uomo una forza di seduzione unica alla quale pochi sanno resistere.
Così, c'è una prova decisiva dalla quale nessun discepolo di Gesù è risparmiato: la prova del denaro. Chi di noi può in coscienza riconoscere che, per una sorta di fatalità, non è portato a mettere la sua fiducia nel denaro?
Per Gesù, il denaro, e con esso anche tutte le preoccupazioni legate alle ricchezze, ci priva di quella libertà non solo necessaria ma indispensabile «per entrare nel regno dei cieli». Sì, si tratta di "entrare", cioè di uscire da una logica per accedere a una logica diversa, che è del tutto opposta a quella mondana. Scegliere un vivere alternativo, una dimensione altra della vita. A noi la scelta! Si può essere discepoli del denaro, fare di esso il nostro maestro. Non è un caso che sulla carta di credito si trovi scritto "Maestro", come sulla moneta portata a Gesù vi è l'immagine di Cesare.
Per il Vangelo il denaro non è una realtà neutra, un semplice mezzo che utilizziamo in modo giusto o sbagliato. Il denaro è una verità e dunque una promessa di vita, cioè un dio. Per questo agli occhi di Gesù il denaro è una forza del male che rende schiavo l'uomo.
Questa è una verità evangelica alla quale convertirci.


--------------------
torna su
torna all'indice
home