Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di Antonio Savone, presbitero della diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo
Vita Pastorale (n. 10/2022)
ANNO A – 27 novembre 2022
I Domenica di Avvento
Isaia 2,1-5 • Salmo 121 • Romani 13,11-14a • Matteo 24,37-44
(Visualizza i brani delle Letture)
I Domenica di Avvento
Isaia 2,1-5 • Salmo 121 • Romani 13,11-14a • Matteo 24,37-44
(Visualizza i brani delle Letture)
DIO VIENE CONTINUAMENTE NELLA NOSTRA VITA
In guardia dalla superficialità. È questo l'invito che attraversa l'Avvento. In guardia dal dare per scontata ogni cosa permettendo che le giornate scorrano senza che noi riusciamo a cogliere il senso di ciò che viviamo.
Proprio come ai giorni di Noè, mangiamo, beviamo, intratteniamo relazioni, perseguiamo progetti, inseguiamo emozioni ma senza accorgerci di cosa ci sia in gioco veramente. Solo quando le cose ci piombano addosso - come nel caso del diluvio - gli occhi si aprono e le labbra si sciolgono in un mea culpa che giunge, purtroppo, troppo tardi.
Non pochi diluvi hanno il loro retroterra nell'incapacità di accorgersi di ciò che stava accadendo, nel non aver prestato ascolto al momento opportuno, nel non aver riconosciuto certe fatiche, nell'aver inseguito certi miraggi, nel non essere stati capaci di darsi un limite.
Non è forse più facile comprare un dono a un figlio piuttosto che accettare di perdere del tempo con lui? Quante parole vorrebbero esprimere certi loro silenzi! Di quante occasioni di verità ci priviamo in nome di un tempo che facciamo risultare sempre tiranno! Quando a dominare è la logica del "come sempre", niente può svolgere la funzione di destarci prima che sia troppo tardi.
Noè era stato dato come monito a quelli della sua generazione. La costruzione dell'arca, infatti, prima che per mettere in salvo la sua famiglia, era l'occasione offerta da Dio perché i suoi contemporanei potessero comprendere cosa fosse in gioco. Ma invano. Continuarono "come sempre". Eppure, nella vita di ognuno di noi ci sono circostanze in cui guai a fare "come sempre". L'Avvento si incarica ogni anno di rompere il "come sempre" perché solleviamo con consapevolezza e con sapienza la coltre che ci impedisce di leggere quali processi si nascondono dietro cose che appaiono banali.
L'arca costruita da Noè rappresenta l'arte di equipaggiarsi per i momenti di disagio che senz'altro possono toccare l'esistenza di ognuno di noi. Quando l'acqua ci giunge alla gola e si rischia di restare sommersi, è giocoforza aggrapparsi alla prima àncora di salvataggio, ma non poche volte fatichiamo a comprendere che quella che sembra essere una via di fuga, in realtà può risultare un'evasione momentanea per mettere a tacere ben altri appelli della nostra coscienza e del nostro cuore.
Quanti inviti a riconoscere le tracce della sua presenza da parte del Signore! Dio viene continuamente nella nostra vita. Viene attraverso l'intuizione che abita il tuo cuore; viene mentre ti apri con fiducia al dono dell'amicizia, alla forza di un legame; viene mentre un'angoscia visita i tuoi pensieri; viene mentre un momento di stanchezza o di fatica ti visita; viene mentre ti è portato via qualcuno su cui contavi; viene nel momento in cui devi sciogliere le vele. Beato chi è pronto per andargli incontro! Ripete a noi la liturgia dell'Avvento. Sarebbe davvero grave giungere a concludere: non me ne sono accorto.
È faticoso scandagliare il senso di ciò che viviamo, ma lo richiede il momento presente. L'Avvento ci aiuta a compierlo attraverso questi passaggi: liberi dal futile, sobri nell'accessorio, fedeli nel necessario, radicati nell'essenziale, l'incontro con il Signore.
--------------------
torna su
torna all'indice
home
torna su
torna all'indice
home