Maggio: un mese con Maria
Raccolta di Meditazioni su Maria, reperite on line
1 maggio – Imitare Maria
2 maggio – Maria, trasparenza di Dio
3 maggio – È così bella la Mamma
4 maggio – Perché la voglio rivedere in te
5 maggio – Quando i discepoli erano riuniti con Maria
6 maggio – Vivere dentro
7 maggio – Pensieri
8 maggio – Maria, fiore dell`umanità [1]
9 maggio – Maria, fiore dell`umanità [2]
10 maggio – Due cuori di carne vestiti di verginità
11 maggio – Come un celeste piano inclinato
12 maggio – La Condottiera
13 maggio – L'anima mia magnifica il Signore
14 maggio – Laica come noi laici
15 maggio – Due grandi amori
16 maggio – La Santa per eccellenza
17 maggio – «Stabat» impotente
18 maggio – L'Eureka!
19 maggio – Te l'ha affidata Gesù
20 maggio – Quando Maria divenne nostra madre
21 maggio – Madre di Dio
22 maggio – Il metodo di Maria
23 maggio – Maria, Parola di Dio [1]
24 maggio – Maria, Parola di Dio [2]
25 maggio – Essere madre di Cristo
26 maggio – Questo Dio sconosciuto
27 maggio – La strada maestra
28 maggio – Contro corrente costi quel che costi [1]
29 maggio – Contro corrente costi quel che costi [2]
30 maggio – L'amore fa simili
31 maggio – La magna carta
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1° Maggio – Imitare Maria
In un mese dedicato a Maria noi dovremmo trovare il modo di onorare la madre di Dio. E quello migliore. Ma c'è maniera e maniera di onorarla.
Lo si può fare parlandone, lodandola, pregandola, visitandola nelle chiese a lei dedicate; dipingendola, scolpendola, innalzandole inni, adornando le sue effigi di fiori… Ci sono tanti modi di imitare Maria.
Ma ce n'è uno che supera tutti: è quello di imitarla, di comportarsi come altra lei sulla terra. Credo che sia quello a lei più gradito, perché le dà la possibilità di ritornare in certo modo sulla terra.
Noi, senza escludere tutte le altre possibilità che abbiamo di onorare Maria, dobbiamo puntare su questa.
Imitarla. Ma come imitarla? Cosa imitare di lei? Imitarla in ciò che è essenziale. Ella è Madre, madre di Gesù e spiritualmente madre nostra: Gesù ce l'ha data come tale sulla croce nella persona di Giovanni.
Dobbiamo essere un'altra lei come madre. Dobbiamo in pratica formulare questo proposito: mi comporterò verso tutti i prossimi che avvicinerò, o per i quali lavorerò, come fossi madre loro.
Così facendo constateremo in noi una conversione, una rivoluzione. E non solo perché a volte ci troveremo a fare da madre magari a nostra madre o a nostro padre, ma perché assumeremo un atteggiamento particolare, specifico.
Una madre accoglie sempre, aiuta sempre, spera sempre, copre tutto. Una madre perdona ogni cosa di suo figlio, fosse anche un delinquente, un terrorista.
L'amore di una madre infatti è molto simile alla carità di Cristo di cui parla Paolo. Se noi avremo il cuore di una madre o, più precisamente, se ci proporremo di avere il cuore della Madre per eccellenza: Maria, saremo sempre pronti ad amare gli altri in tutte le circostanze e a tener vivo perciò il Risorto in noi.
Ma faremo anche tutta quella parte che è richiesta a noi per mantenere presente Gesù, il Risorto, in mezzo a noi.
Se avremo il cuore di questa Madre, ameremo tutti e non solo i membri della nostra Chiesa, ma anche quelli delle altre. Non solo i cristiani, ma anche i musulmani, i buddisti, gli induisti, ecc. Anche gli uomini di buona volontà. Anche ogni uomo che abita sulla terra: perché la maternità di Maria è universale (cf. LG 79), come è stata universale la Redenzione. Anche se lei non è a volte riamata, ama sempre, ama tutti. Ecco dunque il nostro proposito: vivere come Maria, come fossimo madri di tutti.
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2 maggio - Maria, trasparenza di Dio
Fra le tante parole che il Padre pronunciò nella sua creazione ve ne fu una tutta singolare. Non poteva esser tanto oggetto d'intelletto quanto d'intuizione, non tanto splendore di sole divino quanto ombra soave e tiepida, quasi nuvoletta alacre e bianca che tempera ed adatta i raggi del sole alla capacità visiva dell'uomo.
Era nei piani della Provvidenza che il Verbo si facesse carne, che una parola, la Parola, fosse scritta in terra a carne e sangue e questa Parola abbisognava d'uno sfondo.
Le armonie celesti volevano, per amor di noi, trasferire il loro concerto unico e solo, sotto le nostre tende, ed esse avevano bisogno d'un silenzio.
Il Protagonista dell'umanità, che dà senso ai secoli passati e illumina e convoglia dietro a sé i secoli futuri, doveva apparire sulla scena del mondo, ma Gli occorreva uno schermo bianco che a Lui desse tutto il rilievo.
Il più grande disegno che l'Amore - Dio - potesse immaginare, doveva tracciarsi maestoso e divino e tutti i colori delle virtù dovevano trovarsi composti e pronti in un cuore per servirLo.
Quest'ombra mirabile che contiene il sole e ad esso cede e in esso si ritrova; questo sfondo bianco e immenso quasi una voragine, che contiene la Parola che è Cristo e in Esso s'inabissa, luce nella Luce; quell'altissimo Silenzio che più non tace perché in Esso cantano le armonie divine del Verbo e in Lui diventa nota delle note, quasi il là dell'eterno canto del Paradiso; questo scenario maestoso e bello come la natura, sintesi della bellezza profusa dal Creatore nell'universo, piccolo universo del Figlio di Dio - che più non si osserva perché cede le sue parti ed il suo interesse a chi doveva venire ed è venuto, a quello che doveva fare ed ha fatto; quest'arcobaleno di virtù che dice: «Pace» al mondo intero perché la Pace ha dato; questa creatura immaginata negli abissi misteriosi della Trinità e a noi donata, era Maria.
Di lei non si parla, di lei si canta. A lei non si pensa, la si ama ed invoca. Non è oggetto di studio, ma di poesia. I più grandi geni dell'universo hanno messo il pennello e la penna al suo servizio. Se Gesù incarna il Verbo, il Logos, la Luce, la Ragione, Essa in certo modo incarna l'Arte, la Bellezza, l'Amore, l'Unità.
Capolavoro del Creatore, Maria, per la quale lo Spirito Santo ha sbizzarrito tutte le sue invenzioni, ha versato molte sue ispirazioni.
Bella Maria e di lei mai abbastanza si dirà.
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3 maggio - È così bella la Mamma
È così bella la Mamma nel perenne raccoglimento in cui il Vangelo ce la mostra: «serbava queste cose nel suo cuore» (Lc 2, 51). Quel silenzio pieno ha un fascino per l'anima che ama. Come potrei io vivere Maria nel suo mistico silenzio quando la nostra vocazione è a volte parlare per evangelizzare, sempre allo sbaraglio in tutti i luoghi ricchi e poveri, dalle cantine alle strade, alle scuole, ovunque?
Anche la Mamma ha parlato. E ha dato Gesù. Nessuno mai al mondo fu apostolo più grande. Nessuno ebbe mai parole come lei che diede il Verbo. La Mamma è veramente e meritatamente Regina degli apostoli.
E lei tacque. Tacque perché in due non potevano parlare. Sempre la parola ha da poggiare su un silenzio, come un dipinto sullo sfondo.
Tacque perché creatura. Perché il nulla non parla. Ma su quel nulla parlò Gesù e disse: Se stesso.
Iddio, Creatore e Tutto, parlò sul nulla della creatura. Come allora vivere Maria, come profumare la mia vita del suo fascino? Facendo tacere la creatura in me, e su questo silenzio lasciando parlare lo Spirito del Signore.
Così vivo Maria e vivo Gesù. Vivo Gesù su Maria. Vivo Gesù vivendo Maria.
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4 maggio - Perché la voglio rivedere in te
Sono entrata in chiesa un giorno e con il cuore pieno di confidenza gli chiesi: «Perché volesti rimanere sulla terra, su tutti i punti della terra, nella dolcissima Eucaristia, e non hai trovato, Tu che sei Dio, una forma per portarvi e lasciarvi anche Maria, la Mamma di tutti noi che viaggiamo?». Nel silenzio sembrava rispondesse: Non l'ho portata perché la voglio rivedere in te. Anche se non siete immacolati, il mio amore vi verginizzerà e tu, voi, aprirete braccia e cuori di madri all'umanità, che, come allora, ha sete del suo Dio e della madre di Lui. A voi ora lenire i dolori, le piaghe, asciugare le lacrime. Canta le litanie e cerca di rispecchiarti in quelle.
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5 maggio - Quando i discepoli erano riuniti con Maria
E quando i discepoli erano riuniti con Maria, lo Spirito Santo li investì veemente ed essi parlarono parole di vita con una forza travolgente e convinsero migliaia di uomini a seguire Gesù. E battezzarono ed edificarono la Chiesa.
Con Maria... Era la presenza dell'amore. D'un amore nuovo.
Se noi ci amassimo fra cristiani come fosse Maria, la Madre nostra, fra noi, credo che avremmo una maggiore comprensione della Parola di Dio predicataci dai seguaci degli Apostoli, ed essa penetrerebbe in noi come negli altri così fortemente da scatenare attorno a noi la rivoluzione cristiana; ché, diciamolo pure, troppo si dormicchia e si bivacca e ci si trastulla in mille vanità, spacciandoci per cristiani, mentre la rivoluzione dell'odio invade il mondo.
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6 maggio - Vivere dentro
Vogliamo convertirci, Signore. Finora siamo vissuti «fuori»; d'ora in poi dobbiamo vivere «dentro», come Maria. Perché anche il vivere «fuori», proiettati nei prossimi o nelle opere - pur per amor di Dio - se non è corretto da una molla spirituale che attira continuamente l'anima nel suo profondo, può essere motivo di divagazione, con molte chiacchiere inutili, con «cose sante» date ai «cani».
Vivere «dentro», crescere l'interno, staccarsi da tutto, non per rimaner sospesi fra cielo e terra, ma «radicati» in cielo, fissi nel Cuore di Cristo, attraverso il Cuore di Maria, in un soggiorno trinitario, preludio della vita che verrà.
Vivere «dentro» e offrire al prossimo solo la linfa che sgorga dal cielo dentro di noi, per servirlo veramente, e non scandalizzarlo colla nostra troppo poca santità.
Vivere «dentro» come Maria, l'irraggiungibile, la madre amata, la Regina, la Condottiera, che vince Satana ancorata a Dio e non per posizioni esteriori, che le sono remote come la terra dal cielo.
Vivere «dentro» innalzati in croce dalle nostre mani, perché Cristo continui, anche attraverso di noi, l'opera di riunificazione in un mondo arlecchino che soffre, che spera, che vuol dimenticare, che teme, che fa pena al nostro cuore oggi, come le turbe, ieri, a Gesù.
Vivere «dentro» per trascinare il mondo, che vive solo «fuori», negli abissi dei misteri dello spirito, dove ci si eleva e ci si riposa, ci si conforta e ci si rinforza, si ritrova lena per ritornare sulla terra a continuare la battaglia cristiana fino alla morte.
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7 maggio - Pensieri
La Madonna! sapere che al di là della sponda della vita c'è una madre - e quale madre - che ci attende, rende la morte bella e quel mistero, che tante volte ci spaventa ed opprime, si schiarisce e si fa accogliente e dolce.
A due passi dalla morte... A due passi da morti mille volte più crude della morte fisica... Ave Maria... prega per noi peccatori adesso e nell'ora della morte nostra...
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8 maggio - Maria, fiore dell'umanità [1]
Guardando la natura sembra che Gesù dia il suo comandamento nuovo anche ad essa.
Ho osservato due piante e ho pensato all'impollinazione. Prima di questa, le piante crescono verso l'alto, come amassero Dio con tutto il loro essere. Poi s'uniscono quasi si amassero a vicenda come le Persone della Trinità si amano. Fanno di due una cosa sola. Si amano fino all'abbandono, fino a perdere – per così dire – la loro personalità come Gesù nell'abbandono. Poi dal fiore, che ne scaturisce, nasce il frutto e perciò la vita continua. è come la Vita eterna di Dio improntata alla natura. L'Antico e il Nuovo Testamento formano un solo albero.
La fioritura avvenne nella pienezza dei tempi. E l'unico fiore era Maria. Il frutto che ne seguì fu Gesù.
Anche l'albero dell'umanità era stato creato ad immagine di Dio.
Nella pienezza dei tempi, alla fioritura, avvenne l'unità fra Cielo e terra e lo Spirito Santo sposò Maria.
Abbiamo dunque un solo fiore: Maria. Ed un solo frutto: Gesù. Ma Maria, seppure una, è la sintesi della creazione intera al culmine della sua bellezza, quando si presenta come sposa al suo Creatore.
Gesù invece è la creazione e l'Increato fatti uno: lo Sposalizio consumato. Ed egli contiene in sé Maria come il frutto contiene il fiore. Quando il fiore ha fatto la sua parabola cade e matura il frutto.
Eppure se il fiore non ci fosse stato non sarebbe maturato il frutto.
Come Maria è Figlia del suo Figlio, così il fiore è figlio del frutto, che è figlio suo. Ma tra il fiore e il frutto il tempo è tanto breve da essere quasi annullato, essendo il frutto una conseguenza del fiore.
Mentre il fiore, dopo lungo tempo, nasce sull'albero generato dal seme contenuto nel frutto. Così Maria è il fiore fiorito sull'albero dell'umanità nato da Dio che creò il primo seme in Adamo, è Figlia di Dio suo Figlio.
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9 maggio - Maria, fiore dell'umanità [2]
Guardando una piantina di geranio, che s'apriva in un fiore rosso, mi domandavo e le domandavo: «Perché fiorisci in rosso? Perché dal verde cambi in rosso?». Mi sembrava una cosa così strana!
Oggi ho capito che tutta l'umanità fiorisce in Maria. Maria è il Fiore dell'umanità. Ella, l'Immacolata, è il Fiore della Maculata.
L'umanità peccatrice è fiorita in Maria, la tutta bella!
E, come il fiore rosso è grato alla piantina verde con le radici e il concime che la fece fiorire, così Maria è, perché vi fummo noi peccatori, che costringemmo Dio a pensare a Maria. Noi dobbiamo a lei la salvezza, ella la vita sua a noi.
Che bella, Maria! è la creazione che va in fiore, la creazione che va in bellezza. Tutta la creazione fiorita, come la chioma di un albero, è Maria. Dal Cielo Dio s'innamora di questo Fiore dei fiori, l'impollina di Spirito Santo e Maria dà al Cielo e alla terra il Frutto dei frutti: Gesù.
Per scendere Iddio dal Cielo doveva trovar Maria; egli non poteva scendere nel peccato e allora «inventa» Maria, che, riassumendo in sé la bellezza tutta del creato, «inganna» Dio e lo attira sulla terra.
Ma ella è Fiore dell'umanità e, chiamato Dio a sé, lo chiama per l'umanità, perché ella è grata all'umanità d'averle dato la vita.
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10 maggio - Due cuori di carne vestiti di verginità
È ineffabile - ed in un piano al di sopra di ogni altro e il più bello dopo la Trinità - il rapporto che passò qui in terra fra Gesù e Maria.
Madre d'un figlio Dio e bimbo d'una madre immacolata, con le sfumature più tenere ed eccelse che la natura in ambedue comportava, con l'ossequio più e più perfetto della propria volontà alla volontà del Sommo Amore.
E lo ebbe in cuore, lo crebbe bambinello e adolescente, gli fu a fianco nella piena giovinezza, quando ogni giovane, che s'apre uomo, schiude le più segrete aspirazioni al puro amore della mamma, divenuta al contempo prima amica. Stette con lei nell'età matura fino ai trent'anni, e quasi nulla è noto di quanto essi si dissero. Poi tre anni con gli altri per fondar la Chiesa e adempiere il suo mandato, suggellando col sangue sul legno dei maledetti. Tre di fronte a trenta.
Tre di cui alquanto si sa. Trenta di cui quasi nulla si conosce. È un mistero. Il mistero dell'amore. Il mistero dell'amore divino e umano tra due cuori di carne, vestiti di verginità. Nessuno lo penetrò.
Qualcosa ne sapremo in paradiso in proporzione di quanto in terra li avremo amati e seguiti.
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11 maggio - Come un celeste piano inclinato
Maria non è facilmente capita dagli uomini, anche se tanto amata. È più facile trovare in un cuore lontano da Dio la devozione verso di lei che la devozione verso Gesù.
È universalmente amata.
E il motivo è questo, che Maria è Madre.
Le madri, in genere, specie dai figli piccoli, non sono capite, sono amate, e non è raro il caso, anzi frequentissimo, che anche un uomo di ottant'anni muoia pronunciando come ultima parola: «mamma».
La mamma è più oggetto di intuizione del cuore che di speculazione dell'intelletto, è più poesia che filosofia, perché è troppo reale e fonda, vicina al cuore umano.
Così è di Maria, la Madre delle madri, che la somma di tutti gli affetti, le bontà, le misericordie delle mamme del mondo non riesce ad eguagliare.
Gesù sta in certo modo più di fronte a noi: le sue divine e splendenti parole sono troppo diverse dalle nostre per confondersi con esse; sono anzi segno di contraddizione.
Maria è pacifica come la natura, pura, serena, tersa, temperata, bella; quella natura lontana dal mondo, in montagna, in campagna, al mare, nel cielo azzurro e stellato. Ed è forte, vigorosa, ordinata, continua, inflessibile, ricca di speranza, perché nella natura è la vita che riaffiora perennemente benefica, ornata dalla vaporosa bellezza dei fiori, caritatevole nella ricca abbondanza dei frutti.
Maria è troppo semplice e troppo vicina a noi, per esser «contemplata».
Ella è cantata da cuori puri e innamorati che esprimono così quello che di meglio è in loro. Porta il divino in terra soavemente come un celeste piano inclinato che dall'altezza vertiginosa dei cieli scende all'infinita piccolezza delle creature. È la Mamma di tutti e d'ognuno, che sola sa balbettare e sorridere al suo bimbo in maniera unica e tale che, pur piccolo, ognuno sa già godere di quella carezza e rispondere col suo amore a quell'amore.
Maria non si comprende perché è troppo vicina a noi. Lei, destinata dall'Eterno a portare agli uomini le grazie, gioielli divini del Figlio, è lì appresso a noi ed attende, sempre sperando, che ci si accorga del suo sguardo e si accetti il suo dono.
E se qualcuno, per sua ventura, la comprende, lo rapisce nel suo regno di Pace, dove Gesù è re e lo Spirito Santo è il respiro di quel cielo.
Di là, purificati dalle nostre scorie e illuminati nelle nostre oscurità, la contempleremo e la godremo, paradiso aggiunto, paradiso a parte.
Di qua meritiamo che ci chiami per la «sua via» onde non rimanere piccoli nello spirito, con un amore che è solo supplica, implorazione, richiesta, interesse, ma conoscendola un po', poterla glorificare.
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12 maggio - La Condottiera
È stato detto che Gesù è l'atteso nell'ora presente, che urge il suo ritorno, che il suo spirito ha da saziare gli animi disorientati, scoraggiati, indeboliti di alcuni uomini e ha da confondere gli spiriti superbi, alteri, autosufficienti di altri, che fanno barcollare l'umanità verso l'assurdo, l'autodecapitazione, verso l'ateismo
Ma quando Gesù venne sulla terra duemila anni fa, volle aver bisogno d'una via che con divina fantasia nei cieli s'era pensata e preparata. Era Maria.
Volle averne bisogno per la sua nascita, dopo la sua nascita, durante la vita privata, anche nella vita pubblica, persino dopo la sua morte e resurrezione. Si servì di lei per sé e per la sua opera, la sua Chiesa, il suo Corpo mistico.
Oggi, come allora, Gesù non tornerà se non per Maria.
Noi siamo veri cristiani, come Cristo ci vuole, se siamo… mariani.
Perché Gesù quindi torni in molti uomini e anche in noi, deve passarci Maria. L'umanità, il Corpo mistico di Cristo, le anime scelte dal cielo come canale per tanti, devono esser lavorate da Maria.
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13 maggio - L'anima mia magnifica il Signore
Maria, la Mamma, qui si vede non tanto chinata verso i fratelli, i figlioli suoi, quanto protesa verso Dio.
In lei è il «mio Dio e mio Tutto».
Tutte le forze spirituali e le sue potenze fisiche sono, attimo per attimo, consumate dalla forza dello Spirito che abita in lei.
È come un cero che, consumandosi, alimenta la vita di Dio in lei accesa. Vive di Dio, Dio vive in lei, che tutta si annienta, attimo per attimo, per dar vita a Lui.
La voce di Lui, che è la sua volontà, parla forte in fondo alla sua anima, perché lei sempre l'ascolta.
È l'ancella al suo totale servizio: l'ancella del Signore; per questo lo fa grande, perché la sua vita lo mostra tale: tutto. Ritirandosi tutta, fa posto a tutto Lui, ed Egli la riempie, perché l'amore di lei lo chiama.
È la creatura di elezione, ed Egli si mostra tutto a lei, si manifesta tutto e in modo nuovo: umanamente e come figlio, perché lei lo ha amato così con tutta sé: col suo cuore destinato alla maternità divina.
Mamma! Se Gesù ti chiamò «mamma», come ti posso chiamare io così?
Ma anch'io posso essere lei.
Offro attimo per attimo il mio essere alla luce, per magnificare il Signore e glorificarlo.
Essere una piccola Maria: il nulla perpetuo, il silenzio, il servizio dell'amore all'amore. E allora lo Spirito in me dirà (come eruppe dal cuore della Mamma): «La mia anima magnifica il Signore» (Lc 1,46).
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14 maggio - Laica come noi laici
In quest'epoca si parla tanto della funzione del laicato, e forse si staglierebbe meglio la figura del laico, che pure è Chiesa, se si spiegassero un po' più estesamente e meglio alcuni aspetti di Maria Santissima. È lei, ci sembra, il modello, anche se eccezionale e singolare, del laico.
Di Maria noi cattolici non facciamo una deità, come siamo sovente accusati, ma avendoci portati l'amore e la fede a scoprire tutto ciò che la fa speciale, la releghiamo spesso lontano da noi, in una sfera che le è propria, ma che non è l'unica. In lei magnifichiamo la Madre di Dio, l'Immacolata, l'Assunta, la Regina, ma non la cristiana perfetta, la fidanzata, la sposa, la madre, la vedova, la vergine, il modello di ogni cristiano, colei che - come noi laici - non può offrire Cristo sacramentalmente al mondo, perché - ancora come noi - non fa parte della gerarchia, ma nella Chiesa è sempre attivissima, partecipando alla sua maternità per la carità che le urge in cuore, donde il suo sacrificio col quale condivide quello del Figlio.
Maria, laica come noi laici, sta a sottolineare che l'essenza del cristianesimo è l'amore, e che anche sacerdoti e vescovi, prima di essere tali, devono essere dei veri cristiani, dei crocifissi vivi, come lo fu Gesù che sulla croce fondò la sua Chiesa.
Maria, mettendo in rilievo inoltre nella Chiesa l'aspetto fondamentale dell'amore che la rende «una», come nella Trinità, presenta al mondo la Sposa di Cristo quale Gesù l'ha desiderata e tutti gli uomini d'oggi l'attendono: carità ordinata, carità organizzata. E solo sottolineando questo suo fondamentale aspetto, la Chiesa oggi può adempiere degnamente la funzione di contatto e dialogo col mondo, al quale spesso interessa meno la gerarchia, ma che è sensibile alla testimonianza dell'amore nella Chiesa, anima del mondo.
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15 maggio - Due grandi amori
Per esser come Maria, dobbiamo modellare il nostro spirito e tutto il nostro essere sul Crocifisso e specialmente sui suoi dolori spirituali, senza troppe analisi che ci portano nel puramente «umano», mentre l'abbraccio di essi, voluto e goduto, come si può, ci porta nel divino.
Non c'è cristiano senza la croce. Essa - al dir di San Luigi Montfort - ci precederà in cielo e per essa avremo gloria; per essa siamo «membri legittimi di Cristo». La croce è la radice della carità. Non possiamo esser figli di Dio se non siamo come il Figlio di Dio, che è Salvatore per la croce.
Con essa abbiamo una vita solida, ben piantata, protetta contro le tempeste, non esposta a variazioni. Con essa si cammina sicuri. Ci purificherà e ci farà atti a portar il Regno di Dio alle anime, il che va pagato, come va pagato l'esser «generatori» di Cristo fra noi.
Due grandi amori deve possedere il nostro cuore: Maria come punto d'arrivo e la croce come mezzo per essere un'altra lei nel mondo, e adempiere i disegni di Dio.
Dio ci vuole piccoli salvatori, che guardano in faccia i mali del mondo e vi pongono rimedio; che sanno di non esser venuti per i sani ma per i malati, non per i giusti ma per i peccatori e i lontani.
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16 maggio - La Santa per eccellenza
Maria Santissima ai piedi della croce, nello straziante «stabat» che fa di lei un mare amaro di angoscia, è l'espressione più alta, in umana creatura, dell'eroicità di ogni virtù. Ella è la mansueta per eccellenza, la mite, la povera fino alla perdita del suo Figlio che è Dio, la giusta che non si lamenta d'esser privata di ciò che le appartiene per pura elezione, la pura nel distacco affettivo a tutta prova dal suo Figlio Dio…
In Maria Desolata è il trionfo delle virtù della fede e della speranza per la carità che l'accese durante tutta la vita e qui l'infiammò nella partecipazione così viva alla redenzione.
Maria Santissima ci insegna nella sua desolazione, che l'ammanta di ogni virtù, a coprirci di umiltà e di pazienza, di prudenza e di perseveranza, di semplicità e di silenzio, perché nella notte di noi, dell'umano che è in noi, brilli per il mondo la luce di Dio che abita in noi.
Maria Addolorata è la Santa per eccellenza, un monumento di santità cui tutti gli uomini che sono e saranno possono guardare per imparare a rivestirsi di quella mortificazione che la Chiesa da secoli insegna e che i santi, con note diverse hanno in tutti i tempi riecheggiato.
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17 maggio - «Stabat» impotente
Amare Maria Desolata significa mille cose: non solo «perdere», saper perdere nel cuore di Gesù tutto ciò che abbiamo e siamo, per ritrovarlo poi, al momento opportuno, cresciuto e moltiplicato; ma è spesso star come Maria ai piedi di qualche crocifisso vivo, e non riuscire, non poter togliere da quell'anima e da quelle carni lo strazio che le tormenta quasi fino alla disperazione.
Preferiremmo essere noi a quel posto. E invece ci tocca assistere senza far nulla di fronte al chicco di grano che, morendo, geme, sicuri della risurrezione e dei frutti; ma per ora in uno «stabat» doloroso che sale non a conforto di chiamiamo, ma dritto in cielo, come incenso, ad implorare pietà per noi che, assieme, consumiamo la nostra vita.
È lo «stabat» impotente.
Madonnina nostra, tu che ci conosci, tu che conosci certi dolori, allevia chi soffre e anticipa i tempi, accelera l'ora del sollievo.
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18 maggio - L'Eureka!
La Desolata è la santa per eccellenza.
Vorrei riviverla nella sua mortificazione.
Vorrei saper star sola con Dio come lei, nel senso che, pur tra fratelli, mi senta spinta a fare di tutta la vita un intimo dialogo fra l'anima e Dio.
Devo mortificare parole, pensieri, atti, fuori del momento di Dio, per incastonarli nell'attimo ad essi riservato.
La Desolata è certezza di santità, perenne fonte di unione con Dio, vaso traboccante di gaudio.
La Desolata!
Ecco il mio eureka! Sì, ho trovato. Ho trovato la via.
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19 maggio - Te l'ha affidata Gesù
Quali eroiche virtù splendettero in Maria nel suo «stabat» (cf. Gv 19,25), sul Calvario!
Che Madre! Aver un figlio, che è Dio stesso, e vederlo morire in quella maniera…
Ed ha resistito! Solo il suo essere Madre di Dio può averle permesso tanto. Altrimenti come si potrebbe spiegare?
E lì nasciamo noi, fatti figli di Dio da Gesù e figli di Maria per la consegna di Gesù.
Lì la vergine è esplicitamente Madre della Chiesa. Ma quanto le costò la sposa di Cristo! Il Cristo stesso. Dal che si deduce come la Chiesa sia veramente il corpo di Cristo.
Maria, per il tuo amore per noi, donaci un po' della tua fede, della tua speranza, della tua carità, della tua fortezza, della tua perseveranza, della tua costanza, della tua umiltà, della tua purezza, della tua mansuetudine, della tua misericordia, di tutte le tue virtù, ché - passandole in rassegna - capiamo una volta di più in qual grado tu le abbia vissute.
La Chiesa te l'ha affidata Gesù, ma per la passione per lei, che ci arde in cuore, osiamo interporre presso di Te anche la nostra supplica, affinché presto avvenga l'unità della cristianità intera.
Sei onnipotente per grazia! Tu lo puoi fare.
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20 maggio - Quando Maria divenne nostra madre
Quando Gesù, indicando Giovanni, le dice: «Donna, ecco tuo figlio» (Gv 19, 26), quelle parole suonano in Maria come una sostituzione. Maria passa la prova di non esser più madre di Gesù. È il momento in cui Maria crede di dover ridonare a Dio la maternità divina che le aveva dato. È u n «fiat» diverso dal primo. Col primo, nell'annunciazione, ella, consacratasi vergine a Dio per tutta la vita, sembra dover cambiare i propri intenti.
E sarà madre, pur rimanendo vergine. Col secondo «fiat», ai piedi del Calvario, sembra rinunci alla maternità di Gesù, e solo così è madre di tutti. Acquista la maternità spirituale divina di infiniti uomini rinunciando alla maternità divina del proprio figlio.
Pio XII scrive: «Ella fu… strettissimamente unita col Figlio suo, lo offerse all'Eterno Padre sul Golgota, facendo olocausto di ogni diritto materno e del suo amore materno… Colei che quanto al corpo era la madre del nostro Capo, potrà divenire, quanto allo spirito, Madre di tutte le sue membra…».
E qui si comprende la grandezza nostra, di noi uomini. Siamo destinati veramente ad essere «altri Gesù», divini, in certo modo, come lui. «In verità, in verità vi dico: se il chicco di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto», aveva detto Gesù di sé prima della passione (cf. Gv 12,24).
Se moriva un Figlio di Dio, era per dare la vita a molti figli di Dio, pur se in maniera diversa.
Anche Maria ci ha pagati. E per Gesù che ha donato non può aver in cambio molti Gesù a metà, ma «altri Gesù», con la sua luce e con il suo amore: come Lui.
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21 maggio - Madre di Dio
Allora guardai sopra di me, dove stava una bella statua della Mamma, e compresi come Ella fosse soltanto Parola di Dio e La vidi bella oltre ogni dire: tutta vestita della Parola di Dio che è la Bellezza del Padre, segreta custode dello Spirito in sé. E, appena L'amai, mi amò e mi mostrò con chiarezza di Cielo tutta la sua bellezza: Madre di Dio!
Fuori il cielo era d'un azzurro mai visto... Allora compresi: il cielo contiene il sole! Maria contiene Iddio! Iddio L’amò tanto da farLa Madre sua ed il suo Amore Lo rimpicciolì di fronte a Lei!
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22 maggio - Il metodo di Maria
Quando ci si accorge che fra le persone a noi in qualche modo affidate, non c'è quell'unità (d'animi) che si desidererebbe, non tanto dobbiamo preoccuparci di far questo o quello, quanto, prima e innanzi tutto dobbiamo impegnarci a seguire con più slancio il Signore, con tutte le conseguenze che questo comporta. Se partiremo da soli verso Dio, Egli ci riempirà di sapienza, che al momento giusto distribuiremo; e sarà essa che colmerà l'unità non perfetta, in un modo più profondo e stabile di quello ottenuto con altri metodi che pur alle volte occorre usare, ma in un secondo tempo.
Insomma, per esser madri e padri di anime in modo mariano, soprannaturale, occorre lanciarsi non verso di esse, ma verso Dio, in una solitudine che ricorda Maria, il cui atteggiamento, dopo la morte e l'ascensione di Gesù, si pensa tutto rivolto verso l'Eucaristia e poi verso gli apostoli.
Se così non si fa, si rischia di instaurare un maternalismo o un paternalismo degenere dove, al posto della «trasparenza» che dobbiamo avere perché gli altri trovino Dio attraverso di noi, mettiamo il nostro io.
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23 maggio - Maria, Parola di Dio [1]
Gesù appare un modello così alto che verrebbe da dire: come fare a raggiungerlo? È uomo, ma è pur sempre Dio. Per venire incontro alla nostra piccolezza occorrerebbe qualcuno che, come un piano inclinato, ci aiutasse a salire fino a lui o, come un tramite ch'è un tutt'uno con Cristo, ne portasse il divino in terra.
Questo celeste piano inclinato è Maria, creatura come noi, uguale a noi, ma tutta Parola di Dio, tutta rivestita della Parola di Dio.
Che la Madonna sia tutta Parola di Dio lo dice il «Magnificat», il canto che Maria pronunziò all'incontro con Elisabetta. La originalità di esso sta appunto nel fatto di essere una successione di frasi della Scrittura.
Questo ci fa capire come la Madonna fosse così nutrita della Scrittura da essere abituata, parlando, ad usare le sue stesse parole.
«Nel cantico (del Magnificat) - dice Laurentin - ogni membro di frase è l'eco di qualche passo della Bibbia... Noi vi vediamo Maria così penetrata della Parola di Dio che se ne fa l'eco sonora. Così non ci deve meravigliare che Dio (nell'annunciazione) le risponda (attraverso l'angelo) nello stesso modo. Alla Vergine nutrita dalle Scritture, il messaggero divino parla il linguaggio delle Scritture».
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24 maggio - Maria, Parola di Dio [2]
Ma il Magnificat, naturalmente, non fu solo una serie di idee e frasi dell'Antico Testamento: esso era anche il cantico, traboccante di poesia, esprimente la realtà che viveva allora Maria, che da semplice creatura sapeva d'essere stata scelta, per divina elezione, a divenire Madre del Creatore. Ed è rimasto nel corso dei secoli come pochi altri inni, quale apice della preghiera della Chiesa, che prega ed è in festa, ringrazia e loda Dio adoperando questo cantico che ha sfumature sempre nuove.
Nel Magnificat Maria vede lontano e dice con tono profetico: «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (cf. Lc 1,48). Dai pochi elementi che aveva - l'angelo le aveva annunziato che sarebbe stata mamma di Gesù - ella, per i doni della scienza e dell'intelletto, poté vedere e dire come sarebbe stata la rivoluzione del Vangelo, quella che avrebbe portato Gesù.
In nessuna creatura i doni dello Spirito Santo splendono così come in lei. Il dono dell'intelletto era in Maria in un modo eminente. Per tale dono ella capiva le parole che Gesù diceva, proprio come lo Spirito Santo le intendeva: perché è proprio del dono dell'intelletto penetrare nelle parole del Vangelo, prenderle come sono, non annacquarle, non discioglierle, non cavillarci sopra, ma tradurle in pratica.
L'originalità di Maria era - pur nella perfezione per lei - quella originalità che dovrebbe esser caratteristica d'ogni cristiano, cioè ripetere Cristo, che è la Verità, la Parola, con quella personalità che ciascuno di noi ha avuto da Dio. Tutti viviamo lo stesso Cristo, ma ciascuno con quei doni che Dio gli ha dato. I cristiani infatti sono tutti eguali, come le foglie di un albero, e tutti diversi.
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25 maggio - Essere madre di Cristo
«Solo di Maria è stato detto che è madre di Cristo. Ma noi possiamo esserlo? È possibile, vivendo la Parola di Dio, diventare come lei?».
Io penso di sì, sia pure in un certo senso. Ogni qualvolta gettiamo una Parola di Dio dentro di noi, non vi gettiamo una parola come le altre, che si disfanno al vento: è una presenza di Cristo, è un seme di Cristo che entra dentro di noi. E continuando a farlo, Egli cresce, dentro, e prende il posto di tutto in noi.
È così che ci si «cristifica», che si diventa un altro Cristo. E in questo senso, noi siamo madri di Cristo in noi. Se poi noi buttiamo queste Parole anche nelle anime degli altri, succede la stessa cosa: buttiamo questo seme. E quando cade in un buon terreno, il buon terreno lo accoglie: altri, cioè, si mettono a vivere quelle Parole, e spunta in loro una Vita, cresce Cristo anche in loro. E così noi siamo madri di Gesù in quelle persone.
Qualcuno ha detto che la più grande grazia che Dio può fare a una persona è la maternità spirituale. E noi tutti possiamo essere padri e madri di anime.
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26 maggio - Questo Dio sconosciuto
Quando la navicella della vita fa acqua e la tempesta minaccia, noi pronunciamo un nome che fiorisce sulle labbra di chi soffre persino all'ultimo respiro: mamma.
Esso non indica sempre la mamma terrena, anzi - per l'anima familiarizzata un po' alle cose eterne - significa «Maria».
E questo è tanto vero che «mamma» è il grido, spesso, dei cuori di Dio nei momenti della prova. «Mamma!».
E qui è il secondo miracolo d'amore dopo la redenzione: un Dio incarnato e una Madre per tutti.
In lei ogni speranza per il cristiano.
Spesse volte vien da domandarci come abbia fatto Maria a vivere sulla terra senza poter, nelle lunghe agonie del suo cuore trafitto, invocare una madre, la Madre; e il diretto innesto del suo animo con Dio mostra lo splendore unico, la grandezza, la singolarità di colei, che è «alta più che creatura». E Dio - senza dubbio - come per noi, e assai più, è stato il riposo del suo cuore.
Ma non può essere che lei amasse qualcuno che, come per noi lei stessa, Maria, potesse rappresentarle più specificamente l'immedesimazione con l'amore?
Io penso che qualcosa di simile e più, infinitamente più di quello che noi troviamo in Maria, lei durante il suo travaglio terreno nel servizio al Padre, accudendo il Figlio, l'abbia trovato in riposo e ristoro, forza e audacia, capacità di vivere, quando più morti l'avrebbero schiantata, in Colui che sostenne ai suoi tempi e in tutti i tempi la Chiesa: lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo: questo Dio sconosciuto, che con infinito rammarico, al nostro rendiconto finale, ci accorgeremo di non aver forse sufficientemente amato e onorato e ringraziato.
Egli, l'anima del corpo mistico di Cristo, la fortezza dei martiri di tutti i tempi, la fluenza delle vive acque di ogni sapiente, la luce dei mandati di Dio, la certezza dei Papi, il maestro dei vescovi, l'amico dei ministri, il profumo delle vergini: Egli, ha coabitato con l'Immacolata trovando le sue delizie nel plasmare, adombrato, il Fiore dei fiori, e Maria in lui e per lui portò l'anelito espresso dal cuore umano col dolce termine «mamma» all'altezza stessa di Dio.
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27 maggio - La strada maestra
La strada maestra per andare a Gesù è la Madre sua e nostra: quindi l'amore a lei in tante forme, ma soprattutto nell'imitarla Desolata, ai piedi della croce.
Con Lei la salita è piana, senza grandi sconquassi e tribolazioni interiori che, senza di Lei, sono inevitabili. Con Lei - l'hanno affermato i santi - il peggior nostro nemico, il diavolo, è messo in fuga.
Con Lei è sventato il pericolo della superbia spirituale che attira i disastri, perché dov'è Maria è l'umiltà.
Ella è stata presente al nostro ingresso nella vita divina, al battesimo. È presente ad ogni nuova fase di avanzamento spirituale, ad ogni nuova tappa, come maestra e mediatrice di quelle grazie. È presente ogni attimo della nostra vita, per aiutarci a far di essa una continua ascesa.
Ella ci attenderà per aprirci il cielo e portarci a Gesù. Che tutto io perda, ma non perda Maria, la Desolata, in ogni momento della mia vita
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28 maggio - Contro corrente costi quel che costi [1]
Noi avvertiamo che il periodo storico, che stiamo attraversando, è spaventosamente digiuno di Maria. Chi più parla di lei?
Constatiamo che Maria è messa al bando dalla nostra società, anche da quella che si dice ancora cristiana. In particolare la generazione vostra, i giovani, conosce poco o non conosce affatto Maria e perciò non la ama e non la mette al suo posto.
È una generazione purtroppo estremamente ingiusta verso questa realtà palpitante, verso l'unica creatura che vive in cielo anche col corpo, accanto a Gesù.
Ci si può chiedere quale sia il motivo per cui si opera una ingiustizia di questo genere. A me sembra che i motivi possano essere vari. […]
Ma per stare alle nuove generazioni, mi sembra che la causa dominante per cui Maria è dimenticata è il fatto che, come nei più neri periodi della storia, s'è scatenata una bufera nel campo morale che, sotto i più vari pretesti, sradica ogni legge, abbatte ogni limite, facendo dilagare un vomitante erotismo, adducendo tutti i motivi per giustificare le più aberranti esperienze, per metter in rilievo dell'uomo non lo spirito che lo distingue e lo fa simile agli angeli, ma la carne che lo accomuna agli animali.
Ora Maria, chiamata la Vergine per eccellenza, Maria preservata da Dio da ogni peccato, Maria Madre del Figlio di Dio, ma nella verginità che sempre miracolosamente ha mantenuto, Maria modello di come dovrebbe essere ogni creatura uscita dalle mani di Dio, Maria capolavoro di bellezza, Maria l'Immacolata, Maria emblema di purezza senza ombra, è in questo secolo, e particolarmente in questa generazione, un tale segno di contraddizione, un contrasto così scottante, un rimprovero così vivo, che evidentemente oggi non se ne vuol sentir parlare. Anzi qualcuno che ne parla rischia d'esser tacciato di «superato», di bigotto d'altri tempi e di diventare impopolare.
Il fatto è che il mondo può dire quel che vuole. Torna di vantaggio a lui e al demonio, che vi scorrazza, indorare le idee più malsane e perverse e spacciarle per avanzate e nuove e frutto dei nuovi tempi; torna conto al principe di questo mondo - il demonio appunto - che Maria sia bandita per sempre dalla gioventù che è la società di domani.
È lei infatti la più acerrima nemica del diavolo. Dove lei è apparsa, durante i secoli, egli se n'è sempre dovuto andare.
Ma se il mondo la pensa così, se tanti giovani oggi sono stati travolti in questa orgia d'immoralità che relega Maria lontana fino a farne dileguare il ricordo, forse non è più vero che lei, personificazione, incarnazione della legge di Dio che condanna il peccato e anche quello impuro, è viva in cielo, da Dio glorificata per la sua straordinaria virtù? Forse non è più vero, perché il mondo la pensa così, che lassù lei ha un cuore con cui ama ciascuno di noi con caldo amore di Madre?
E se questo è vero, chi si dice cristiano, e soprattutto i giovani, si lasceranno trascinare dalla corrente, che sembra tutti travolgere, solo per il fatto che certe cose ormai quasi tutti le fanno?
No: se il cristianesimo è far giustizia, esso esige che si prenda una precisa direzione: andar contro corrente, costi quello che costi.
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29 maggio - Contro corrente costi quel che costi [2]
La rivoluzione cristiana è lotta continua, è impegno duro, è sangue dell'anima, è risalire faticosamente la china fino alla vetta, fino alla vittoria.
Se qualche statistica di certi paesi segnala che la gioventù si va oggi spaventosamente corrompendo, i giovani cristiani s'ancoreranno a Maria invocando, supplicando, promettendo, consacrandosi, lottando accanto a lei, perché per sua opera la gioventù di oggi riacquisti il senso della purezza, canti alla purezza, inneggi alla verginità, lotti fino al sangue per non cadere su questa frontiera.
Se così si farà dovunque giovani cristiani vivono, vedremo col tempo le statistiche scure rasserenarsi.
Questo è uno dei compiti più ardui e difficili che Dio affida a noi cristiani oggi.
Siamo puri? Rimaniamolo a costo di gettarci nella neve come ha fatto Francesco d'Assisi quando era tentato.
Siamo caduti? Torniamo a Dio per Maria. Disapproviamo nel nostro cuore quello che abbiamo fatto, magari confusi dalle convinzioni dei più, e ritorniamo a Maria e per suo amore riportiamo a lei molti altri.
Gesù alla Maddalena, che in questo peccato era caduta ripetutamente, ha detto: "Molto ti è stato perdonato, perché molto hai amato" (cf. Lc 7,46).
Che Maria ci parli al cuore e ci ripeta le parole di suo Figlio: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» (Mt 5,8).
Non c'è da illudersi: il fango annebbia la vista e noi cristiani dobbiamo vedere Dio per portarlo al mondo.
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30 maggio - L'amore fa simili
Al solo pensiero di parlar di Maria sento tremarmi l'anima e battere il cuore. È questo tale argomento che supera ogni nostra facoltà e al posto della parola meglio starebbe il silenzio.
Maria! La straordinaria fra tutte le creature, l'eccelsa fino ad essere investita del titolo e della realtà di Madre di Dio e perciò l'Immacolata, l'Assunta, la Regina, la Madre della Chiesa.
Maria è più vicina a Dio che all'uomo, eppure è creatura come noi creature, e tale davanti al Creatore. Di qui la possibilità per lei d'esser per noi come un piano inclinato che tocca cielo e terra e quindi, pur nel suo esser straordinario: bambina, giovanetta, fidanzata, madre, sposa, vedova... come noi che, ciascuno nella propria età e nella propria condizione, possiamo trovare un aggancio con lei e quindi un modello.
Penso che il rimprovero che tu senti di amar poco Maria sia abbastanza normale nelle persone che curano la propria vita spirituale e che sia salutare e che provenga dallo Spirito Santo, il quale ha così lavorato questa creatura che la vuol far conoscere perché si abbia su questa terra la gioia di percorrere il nostro cammino accanto ad una madre così potente.
In quanto a possedere una vera devozione a lei - pur magnificando le varie devozioni che sono fiorite nei secoli per dar al popolo cristiano il senso d'un sicuro amore materno, che pensa a tutti i piccoli e grandi guai che la vita porta con sé - ti consiglierei una strada che fa nascere in cuore un amore per Maria simile e del tipo di quello che ha Gesù per lei.
Ecco, se Maria ha tutte quelle magnifiche e straordinarie qualità che sai, essa è anche «la perfetta cristiana».
Ed è tale perché, come dal Vangelo puoi dedurre, ella non vive la propria vita, ma lascia che la legge di Dio viva in lei. È colei che meglio di tutti può dire: «Non sono io che vivo, è Cristo che vive in me» (Gal 2,20). Maria è la Parola di Dio vissuta.
Se vuoi dunque amarla veramente, «imitala».
Sii anche tu Parola di Dio viva!
E giacché tutto il Vangelo insieme non si può vivere, rievangelizza la tua vita prendendo sul serio e vivendo ogni giorno la parola di vita che Città Nuova ti propone.
L'imitazione di lei ti fa simile a lei e ti porta ad amarla, perché se un detto dice: «L'amore o trova simili, o fa simili», è vero anche che i simili si amano. Guarda: con chi giocano i bambini? coi bambini. Chi cercano le giovanette come amiche? altre giovanette. E gli uomini adulti? altri uomini adulti.
Imitiamo dunque Maria, diventiamo simili a lei e nascerà spontaneo nel nostro cuore l'amore per lei.
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31 maggio - La Magna Carta
La Magna Carta della dottrina sociale cristiana inizia là dove Maria canta: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi» (Lc 1,52-53).
Nel Vangelo sta la più alta e travolgente rivoluzione. E forse è nei piani di Dio che anche in quest'epoca, immersa nella soluzione dei problemi sociali, sia la Madonna a dare a noi tutti cristiani una mano per edificare, consolidare, erigere e mostrare al mondo una società nuova in cui riecheggi potente il Magnificat.
La Madonna non è andata da Elisabetta per cantar il Magnificat, ma per aiutarla. Così noi, non dobbiamo andare dai prossimi per svelare il tesoro cristiano che portiamo nel cuore, ma per portare con essi dolori e pesi e dividere gioia e responsabilità.
Ché, se il nostro agire sarà perfetto, non tarderà l'ora nella quale apriremo il cuore al fratello per dividere con lui la nostra ricchezza ed amare insieme Colui che ci ha spinti a guardarci e trattarci come fratelli.
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