a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 2/2018)
ANNO B – 18 febbraio 2018
I Domenica di Quaresima
Genesi 9,8-15
1 Pietro 3,18-22
Marco 1,12-15
(Visualizza i brani delle Letture)
I Domenica di Quaresima
Genesi 9,8-15
1 Pietro 3,18-22
Marco 1,12-15
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TRA ANGELI E FIERRE
Il vangelo di Marco ci parla di un lungo tempo nel quale Gesù è vissuto con l'unica compagnia di angeli e di bestie selvatiche: sono i quaranta giorni del deserto, quelli della tentazione e che fondano il tempo quaresimale che la Chiesa vive come preparazione alla Pasqua. Ogni anno, la Quaresima inizia proponendoci lo stesso testo evangelico, secondo la versione dei tre sinottici.
Qui vediamo come il secondo evangelista non parla delle tre celebri seduzioni descritte dagli altri: le pietre trasformate in pane, la gloria e il denaro, il potere su tutto il mondo. La tentazione è per Marco qualcosa di non circoscrivibile, un tempo e uno stato che durano e che non ha bisogno di descrizioni accurate. Gli altri evangelisti hanno preferito usare immagini e contenuti più definiti per aiutare i loro lettori a dare una concretezza alla tentazione. Marco, invece, è molto sobrio e conciso. Nel deserto Gesù rimane con una singolare compagnia, quella di bestie selvatiche e angeli: opposti che si incontrano e che chiedono di essere tenuti insieme. Forse, è un accostamento che ci imbarazza, ma è ancora poco se leggiamo con attenzione, perché ci viene addirittura detto che è stato lo Spirito a spingere Gesù incontro a Satana.
Com'è possibile che le bestie e gli angeli facciano entrambi compagnia a Gesù, e che sia lo Spirito a guidare alla tentazione? Impossibile agli uomini, ma non a Dio. Gesù, infatti, si presenta come l'uomo capace di stare con tutti senza perdersi: con i farisei e i pubblicani, con gli uomini e con le donne, con vecchi e bambini, con gente dalla fede grande e dalla poca fede. È una capacità che è venuta maturandosi nel corso della sua esistenza, ispirata a quel Dio che resta Padre sia del figliol prodigo che di quello rimasto in casa. Lo stesso Padre che fa piovere indifferentemente sui giusti e sugli empi.
La presenza delle fiere porterebbe noi tutti ad attrezzarci per difendercene. Gesù, invece, sembra serbare in sé una tale fiducia da non temerne la vicinanza. La frequentazione della preghiera ha reso l'uomo Gesù sempre più obbediente alla volontà del Padre attraverso esperienza e patimenti. E dopo la sua "quaresima", Gesù va ad annunciare a tutti la venuta del Regno e la buona notizia della vicinanza di Dio.
Deserto e tentazioni, buone notizie e inviti alla conversione vanno di pari passo, quasi che il cristiano non possa né sedersi sugli allori né sprofondare nella disperazione. L'inizio della predicazione dell'uomo di Nazaret coincide con l'arresto di Giovanni, in un'ideale staffetta tra la buona notizia e una cattiva. I discepoli di Gesù sono abituati a cercare nella morte le tracce della resurrezione, nella violenza dei nemici la luce del perdono, nella povertà dell'esistenza la ricchezza sovrabbondante della grazia. Qualcosa di impossibile agli uomini, ma non a Dio e a coloro che da lui si lasciano guidare. Per questo occorre affidarsi a lui e non riporre troppo la sfiducia su se stessi o sugli altri uomini.
La Quaresima è un tempo particolare per i credenti, quasi unico. Conduce alla Pasqua facendo camminare attraverso il deserto e la croce. È tempo di prova e di grande speranza, dove Dio si avvicina e gli angeli si mettono a servizio, mentre Satana tenta e le fiere circondano minacciose, evidenziando debolezze e solitudini personali.
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