Pentecoste (B)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 5/2018)



ANNO B – 20 maggio 2018
Pentecoste

At 2,1-11
Gal 5,16-25
Gv 15,26-27; 16,12-15
(Visualizza i brani delle Letture)

CERCARE LE TRACCE DELLO SPIRITO

È difficile dare un volto allo Spirito e coglierne la presenza, perché di lui si possono riconoscere solamente gli effetti: possiamo dire che c'è stato quando, guardando la nostra storia, ci accorgiamo dei segni lasciati dal suo passaggio. Ma come fare per riconoscerli? Il Vangelo di oggi ci aiuta, affermando che vi è uno stretto legame tra Spirito e verità. Due volte si parla dello Spirito di verità; si dice che egli guiderà alla verità tutta intera. O, meglio, nella verità tutta intera. La verità poi riguarda il futuro.
Giovanni sembra volerci dire in tutti i modi che la verità non è un teorema già dato, un sapere fatto e finito semplicemente da apprendere. È piuttosto qualcosa che si scopre pian piano, un metodo, un punto di arrivo. A tal proposito, vengono in mente le parole di papa Francesco: «Io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità "assoluta", nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l'amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione! Tant'è vero che anche ciascuno di noi la coglie, la verità, e la esprime a partire da sé: dalla sua storia e cultura, dalla situazione in cui vive. Ciò non significa che la verità sia variabile e soggettiva, tutt'altro. Ma significa che essa si dà a noi sempre e solo come un cammino e una vita».

Chi è, dunque, lo Spirito "della verità"? È colui che permette di approfondire costantemente questa relazione d'amore, vincendo la tentazione della chiusura e la paura dell'incontro con gli uomini. È questo ciò che sperimentano i discepoli il giorno di Pentecoste: spalancano le porte, escono incontro alle persone, parlano le loro lingue... In questi uomini l'azione dello Spirito è come un fuoco (fisico!) che li porta a non fermarsi.
Possiamo ora individuare due semplici tracce del passaggio dello Spirito nella nostra vita. Per prima cosa, lo Spirito agisce in noi quando abbiamo il coraggio di cercare la verità come qualcosa che ci sta davanti e ci fa crescere, non come qualcosa che è "dietro". Quante volte per noi la verità è il passato! Sono gli stili che abbiamo sempre vissuto, come singoli e come Chiesa, sono le nostalgie, le consuetudini... Quante volte ci illudiamo di essere i possessori della verità! Noi siamo solo ministri e custodi del Vangelo. Lo Spirito agisce in noi quando ci aiuta a non replicare semplicemente quello che abbiamo già fatto, ma a cercare strade nuove, guardando al futuro.
In secondo luogo, lo Spirito agisce in noi quando abbiamo il coraggio di dire la verità tutta intera nelle nostre relazioni e nei problemi che viviamo. Spesso ci nascondiamo dietro motivazioni non del tutto vere, evitando di guardarci dentro fino in fondo per paura della verità; ci rifugiamo in "mezze" verità, verità edulcorate, che ci difendono dalla necessità di cambiare i nostri stili. Quand'è così, i pezzi della nostra vita rimangono separati, alcuni non vengono alla luce e noi non ci facciamo raggiungere dalla salvezza. Il coraggio della verità significa tenere insieme tutti i pezzi, mettendo in dialogo le parti più "accettabili" di noi con quelle più malate. E lasciando che sia la parola del Signore a unificarle e a indicarci un'identità nuova.


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