Il diaconato in Italia n° 192
(maggio/giugno 2015)
RIQUADRI
Vivere alla maniera filiale di Cristo
di G.B.
Nel Nuovo Testamento, fin dalle pagine più antiche, la vita spirituale è presentata come una vita nello Spirito (Gal 5,25), è un'opera dello Spirito che rende il discepolo conforme al suo Signore, unendolo sempre più intimamente alla persona di Gesù Cristo, fino a ripeterne la sua personale esperienza spirituale. C'è accordo tra gli specialisti nel ritenere che il vissuto spirituale del rabbi galileo sia riconducibile a due elementi essenziali e normativi di ogni spiritualità che vuole dirsi cristiana. Sono: l'impressionante relazione d'intimità di Gesù con il Padre; la sua discreta ed efficace opera di salvezza verso tutti gli uomini a cominciare dalle «pecore perdute della casa d'Israele».
I vangeli in modo concorde ci descrivono la vicinanza unica e familiare di Gesù con Dio rivelato come «Abbà», come Padre dolcissimo, come origine e punto attrattivo di tutto. Questa relazione innovativa diviene segno e certezza di un diverso modo di entrare in relazione con i propri simili, ma anche con la storia e con il mondo. La presenza divina, rivelata e testimoniata dalla signoria di Cristo, è svelata dalla fede in tutta la sua potenza salvifica di novità. In questa nuova relazione con Dio e con gli uomini consiste la spiritualità del Regno annunciato da Gesù, è questo il vangelo, la vera "buona notizia" che annuncia un futuro gioioso. Annuncio che irrompe nel mondo e nella piatta quotidianità della vita umana con la speranza di un cambiamento che richiede a ogni coscienza di accettare l'invito alla conversione.
Le prime comunità cristiane non si sono allontanate da questo indirizzo. Sintetizzando la tradizione biblico-patristica, com'è stata recepita anche dalla tradizione orientale, si può dire che questa nuova conoscenza di Dio, consegnata da Gesù per mezzo di opere e parole (cf Lc 24,19), si traduce per il discepolo in un rapporto personale d'amore con Lui e con tutti i credenti attraverso la preghiera e il servizio. Questa relazione personale del discepolo con Dio, che ha ormai il volto di Padre, lo orienta nello stesso tempo anche verso il prossimo e verso tutta la creazione in una novità di condotta che unifica tutta la sua vita. La spiritualità biblica è dunque accolta dalla tradizione in modo unitario disponendo il discepolo ad avere una relazione cristologica, alla maniera di Cristo, nell'amore verso Dio e verso gli uomini.
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