Parola che si fa vita
Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insiie)
1a domenica di Quaresima (B) (22 febbraio 2015)
Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto (Mc 1,12)
2a domenica di Quaresima (B) (1° marzo 2015)
Rabbì, è bello per noi essere qui (Mc 9,5)
3a domenica di Quaresima (B) (8 marzo 2015)
Egli parlava del tempio del suo corpo (Gv 2,21)
4a domenica di Quaresima (B) (15 marzo 2015)
Chi fa la verità viene verso la luce (Gv 3,21)
5a domenica di Quaresima (B) (22 marzo 2015)
Vogliamo vedere Gesù (Gv 12,21)
Domenica delle Palme (B) (29 marzo 2015)
Davvero quest'uomo era Figlio di Dio! (Mc 15,39)
1a domenica di Quaresima (B) (22 febbraio 2015)
Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto (Mc 1,12)
Entriamo nel vivo della Quaresima, tipo di grazia. Il Vangelo ci porta con Gesù nel deserto, sospinto dall'azione dello Spirito, che già era sceso in forma di colomba nel Battesimo. Ora conduce Gesù nel deserto dove è tentato da Satana.
Gesù è dentro la nostra storia e dentro la lotta tra bene e male che in essa si svolge. È importante allora imparare ad ascoltare la voce dello Spirito distinguendola dalle mille altre che arrivano al nostro cuore. Lo Spirito ci dona la sua forza e ci aiuta a resistere alle tentazioni, rimanendo fedeli alla volontà del Padre.
Ogni prova diventa un'occasione di grazia.
"Io vengo a te, o Cristo, che hai combattuto per noi nel deserto: condotto dallo Spirito, tu hai vinto il principe di questo mondo; nuovo Adamo, tu fai rifiorire il deserto in paradiso!" (S. Andrea di Creta).
Testimonianza di Parola vissuta
BENEDETTA MALATTIA
Da più di dieci anni soffro per una grave malattia ai reni che mi costringe a fare emodialisi tre volte alla settimana. Col passare del tempo anche altri organi sono rimasti compromessi. Giorni fa, in un momento di forti dolori, m'è venuto da lamentarmi con Gesù: "Maledetta malattia!". Ma subito ho avvertito nell'intimo come un rimprovero: "No, Luìs, non maledetta ma benedetta, questa malattia, perché grazie ad essa siamo più vicini tu ed io". Quelle parole mi sono suonate così vere che, ripensandoci, non avrei cambiato il mio stato per niente al mondo. E l'ho ringraziato.
Ma poi è sopraggiunto un altro pensiero: "Quanto mi piacerebbe però andare ad evangelizzare come facevo da giovane!". Il giorno dopo un sacerdote incontrato per motivi di lavoro mi dice: "Sapessi quanta Parola di Dio stai diffondendo nella mia diocesi!". Si riferiva ad un video che era stato distribuito in novanta parrocchie nel quale, fra altre testimonianze, c'era la mia riguardo alla malattia. Con il cuore in festa e tra le lacrime, ho detto a Gesù: "Come sei fine, come è delicato il tuo amore. Neanche ventiquattr'ore e già mi hai risposto".
Luìs, Argentina
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2a domenica di Quaresima (B) (1° marzo 2015)
Rabbì, è bello per noi essere qui (Mc 9,5)
Oggi ascoltiamo il vangelo della Trasfigurazione. Gesù rivela se stesso e questo evento darà forza e coraggio ai discepoli per seguire il Figlio nel suo cammino di sofferenza. C'è per ognuno di noi un monte della Trasfigurazione. E lì abbiamo contemplato l'amore di Dio ed è lì che avremmo voluto rimanere per sempre. È lì che possiamo contemplare un volto luminoso. È lì che abbiamo incontrato qualcuno che ci ha fatto gustare la luce di Dio.
Quanti punti luce nella nostra vita! È vero, sappiamo che il "fulgore" della gloria di Dio non dura molto. Ad un certo punto tutto scompare e non resta che una voce: Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo. Per questo la luce può diminuire in intensità o scomparire, ma rimane la Parola. Infatti Gesù non ha portato i tre Apostoli sul monte perché facciano qualcosa, ma affinché assistano a questa esperienza: ascoltino e vedano.
Ritorniamo nel nostro cammino quotidiano ai punti luce della nostra vita, per essere riconoscenti e per ritrovare in essi la forza di ripartire quando all'orizzonte si profila il tempo della prova, del buio. Perché la Parola è Luce ed è una Persona che abbiamo la gioia di poter seguire.
Testimonianza di Parola vissuta
UN PUNTO FERMO
Siamo sposati da 20 anni, mia moglie è evangelica, io sono cattolico. Nella nostra ricerca di condividere tutto, ci è di grandissimo aiuto la Parola di vita, quella pratica che invita a tradurre nell'esistenza quotidiana, durante un mese intero, una frase del Vangelo. Abbiamo trovato in essa un punto fermo per l'unità fra noi e per impegnarci insieme nella solidarietà. La frase "Qualunque cosa avrete fatto ad uno di questi piccoli l'avete fatta a me" ci ha spinti, per esempio, a prendere in affidamento due bambini fino a quando la madre non è stata di nuovo in grado di prendersi cura di loro. Questa visione nuova ci ha portati ad aprire la nostra famiglia a chi è nel bisogno e ci ha donato una sensibilità ed un'attenzione maggiori l'una verso l'altro, imparando ad accettarci, a perdonarci reciprocamente e a rinnovare sempre più il nostro impegno d'amore. La grande scoperta di ogni giorno: l'amore è l'essenza di ogni parola del Vangelo, ed è questo che ci rende figli di Dio.
S.P.F., Germania
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3a domenica di Quaresima (B) (8 marzo 2015)
Egli parlava del tempio del suo corpo (Gv 2,21)
La rivelazione dell'amore di Dio per noi è la croce di Gesù. Essa è il segno del dono più grande di Dio: Egli ha amato noi fino al punto di dare il Figlio. Il Figlio ci ha amati fino al punto di dare la sua vita: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici (Gv 15,13). Per questo nel corpo crocifisso possiamo "leggere" tutto il suo amore per noi.
La parola del vangelo che ascoltiamo in questa domenica ci parla della "purificazione del tempio" da parte di Gesù. L'evangelista Giovanni ce ne parla perché vuole indicare il senso della missione di Gesù: istituire il nuovo tempio, cioè il "nuovo luogo" dove noi possiamo incontrare Dio. Gesù dice infatti ai Giudei: Distruggete questo tempio e in tre giorni io lo farò risorgere. E l'Evangelista sente il bisogno di chiarire per noi: Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Dove abita Dio? Dove lo possiamo cercare? Dio non abita in case di pietra, ma il Corpo di Gesù diventa il nuovo tempio, nuovo luogo di comunione tra Dio e noi, suo popolo. Possiamo vivere questa Parola passando per quel "ponte" che è Gesù, ponte che congiunge il cielo e la terra. Nello stesso tempo anche ogni fratello e sorella che incontriamo sono il "tempio" nel quale abita Gesù.
Testimonianza di Parola vissuta
L'INCONTRO CON PAPÀ
Ogni mattina a casa scegliamo un motto da vivere. Un giorno, mentre vivevamo "amare i nemici" un ragazzo ha iniziato ad insultarmi. Per amore non ho risposto. Il giorno successivo l'ho incontrato al fiume. Aveva molti panni da lavare e solo un piccolo pezzo di sapone. Finito il mio bucato, l'ho aiutato. Contento, mi ha ringraziato. Ed io: "Vedi che è meglio amarsi che litigare!". Un altro giorno, avendo scelto come motto "amare per primi", ho sentito di dover cercare il mio papà che anni fa ha lasciato la mamma e noi cinque figli per formarsi un'altra famiglia. L'ho trovato. Era sorpreso e felice della mia visita. Desiderava trattenermi, ma poiché non volevo lasciare la mamma da sola molto a lungo, l'ho salutato con affetto, promettendo di tornare. Mi ha assicurato che avrebbe pagato le mie tasse scolastiche. Alcuni giorni dopo è morto. Pur essendo il dolore fortissimo, provavo una grande pace. Ho capito ancora di più come sia importante amare, anche quando costa.
Lambert, Kenya
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4a domenica di Quaresima (B) (15 marzo 2015)
Chi fa la verità viene verso la luce (Gv 3,21)
La liturgia annuncia e celebra la fedeltà di Dio al suo amore per noi. Questo amore è un dono, è grazia, non una nostra conquista. Dio è un appassionato della sua creatura ed è alla ricerca continua della nostra risposta. Il vangelo di questa domenica propone il colloquio di Gesù con Nicodemo. Egli annunzia a questo rabbì venuto a Lui di notte, la possibilità di una nuova nascita frutto del dono divino dello Spirito Santo.
Gesù ci dice: Chi fa la Verità viene verso la luce. Fare la verità è aprirci a Gesù, accoglierlo come luce per la nostra vita; essere discepoli suoi. Chi opera il male chiude gli occhi alla luce; se uno infatti ha una casa disordinata fa fatica aprire perché desidera che nessuno scopra il suo disordine. Se vogliamo scorgere la verità, occorre che il nostro cuore sia pulito e libero, dove può entrare solo il bene, l'accoglienza, la bontà, la benevolenza, l'attenzione per il prossimo e l'ascolto.
Testimonianza di Parola vissuta
ANDARE CONTROCORRENTE
Dopo la specializzazione, lo stesso professore che mi aveva seguito mi ha proposto di lavorate ad un suo progetto di una casa per anziani. Ne sono stato felice, soprattutto per la stima che il professore mi ha dimostrato. Così il lavoro è cominciato con entusiasmo e facevo già progetti con la mia ragazza. Ma una mattina il professore mi parla "da uomo a uomo" e mi propone di registrare delle prestazioni mediche che in realtà non erano state fatte. Mi è crollato tutto: la stima verso di lui, la scoperta di un modo di condurre le cose che non immaginavo e gli stessi miei progetti. Non volevo iniziare la mia carriera su questo binario. Ho deciso di lasciare il lavoro. Quando ne ho parlato al professore, la sua risposta mi ha freddato: "Nessun problema, mille altri cercano lavoro e sarai subito sostituito!". È stato difficile parlarne ad altri, non mi capivano. Un giorno però un amico, venuto a sapere quanto mi era accaduto, mi propone un lavoro ancora più importante di quello a cui avevo rinunciato.
M.R., Italia
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5a domenica di Quaresima (B) (22 marzo 2015)
Vogliamo vedere Gesù (Gv 12,21)
Vedere Gesù è il desiderio e l'attesa di ogni credente. L'immagine del chicco di grano, caduto per terra, ne indica la strada: se non muore rimane solo. Scoprire il volto di Gesù, attraverso il servizio paziente, è il compito fondamentale del cristiano.
Il vangelo di questa domenica ci presenta alcuni Greci, vicini alla fede ebraica, che vogliono vedere Gesù. È un desiderio intenso. Si fa portavoce di questa richiesta Filippo, che coinvolge anche Andrea e rappresentano quindi la comunità cristiana che si apre all'accoglienza di fratelli nella fede provenienti dal mondo pagano. Gesù risponde alla loro richiesta con l'immagine del chicco di frumento che seminato muore; proprio per questo non rimarrà solo, ma porterà molto frutto. In questo frutto abbondante vi è anche la partecipazione di tutti alla vita del regno. Come possiamo vivere questa parola? Vivendo l'accoglienza di ogni fratello che incontreremo perché ognuno è figlio di Dio e per ognuno Gesù ha dato la sua vita.
Testimonianza di Parola vissuta
CONDOMINIO
Durante l'assemblea di condominio c'era stata la solita sfuriata del nostro vicino del pianterreno, che ha deciso di non rivolgerci più la parola perché si sente profondamente offeso dal nostro comportamento nei suoi confronti. Ognuno si era ritirato nel proprio appartamento senza commenti. Non era la prima volta che succedeva. Io avvertivo un certo disagio che mi ha spinto a ripensare a quanto quell'uomo aveva detto. Forse io stessa potevo essere stata la causa di sofferenza per lui. Il Vangelo parla di perdonare e questo non mi dava pace. Ho pensato seriamente di chiedergli scusa. Mi son fatta forza e ho suonato alla sua porta. Mi ha aperto la figlia, la quale mi ha detto che il papà era occupato, ma che mi avrebbe telefonato. Quando ha suonato il telefono, mi sono affidata a Dio: "Le devo chiedere scusa per tutte le volte che le ho dato un dispiacere…". Non mi ha lasciato finire di parlare, asserendo che da me non aveva ricevuto nessuna offesa. Il ghiaccio era rotto.
M.C., Italia
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Domenica delle Palme (B) (29 marzo 2015)
Davvero quest’uomo era Figlio di Dio! (Mc 15,39)
Entriamo con questa domenica nella grande Settimana che chiamiamo Santa. Iniziamo rivivendo l'ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme e sappiamo che si prepara per Lui il tempo della passione. Il mistero della croce è il centro della liturgia di questa settimana.
Il vangelo di oggi è il racconto della passione secondo l'evangelista Marco. È quello che più fa riferimento ai testimoni oculari. Come, con quale spirito, lo possiamo leggere? Anche per noi che cerchiamo di vivere da cristiani, la croce può essere scandalo e richiede un continuo riesame della propria fede. Essa domanda che, nella fede, si sappiano leggere l'amore più grande e la forza per decidersi per una vita autentica. Per questo anche noi possiamo fare nostra la confessione di fede posta da Marco in bocca al centurione: Davvero quest'uomo era Figlio di Dio! Dio si rivela pienamente nel Crocifisso e il suo amore diventa accessibile, sperimentabile a tutti. È l'amore che chiama amore.
Testimonianza di Parola vissuta
UN UOMO D'AFFARI
Stavo per vendere una casa ad una famiglia con cinque figli. L'affare (si trattava di una grossa somma) mi metteva un po' a disagio perché sapevo che quelle persone non erano ricche, tuttavia cercavo pretesti per far tacere la mia coscienza. Ma il Vangelo non mi dava pace. E così, il giorno fissato per firmare il contratto, mi sono messo in contatto con il compratore per dirgli che, comprendendo come il prezzo della casa fosse troppo alto per lui, gli proponevo di pagare quello che gli era possibile. Quel padre di famiglia è rimasto sbalordito della mia inattesa proposta e non ha voluto acconsentire subito. Io allora ho insistito spigandogli che la mia decisione era frutto di un incontro profondo col Vangelo. Egli allora, dopo aver fatto valutare la casa, mi ha comunicato il prezzo che poteva pagare. Con il ricavato di questa vendita ho deciso di comprare l'appartamento ad un coppia di anziani che avevano difficoltà a pagare l'affitto e rischiavano lo sfratto. E nello stesso modo ho risolto altre situazioni. Mi sento un uomo d'affari se vivo il Vangelo.
Giorgio, Italia
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