Parola che si fa vita
Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)
1a domenica di Avvento (30 novembre 2014)
Vegliate, perché non sapete quando è il momento (Mc 13,33)
2a domenica di Avvento (7 dicembre 2014)
Immacolata Concezione (8 dicembre 2014)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
3a domenica di Avvento (14 dicembre 2014)
Giovanni venne come testimone (Gv 1,7)
4a domenica di Avvento (21 dicembre 2014)
Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)
Natale del Signore (25 dicembre 2014)
Oggi è nato per voi un Salvatore (Lc 2,11)
Santa Famiglia (28 dicembre 2014)
Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40)
Maria Madre di Dio (1 gennaio 2015)
Giornata mondiale della pace
Non più schiavi, ma fratelli
2a domenica dopo Natale (4 gennaio 2015)
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1,16)
Epifania del Signore (6 gennaio 2015)
Siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2)
Battesimo del Signore (11 gennaio 2015)
Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11)
1a domenica di Avvento (30 novembre 2014)
Vegliate, perché non sapete quando è il momento (Mc 13,33)
In questa prima domenica di Avvento la comunità cristiana è invitata a riconoscere Dio come Salvatore: la liberazione vera e profonda che l'uomo attende non è opera sua, ma viene da Dio. Egli stesso viene incontro all'uomo in Gesù, uomo tra gli uomini.
Nel Vangelo odierno siamo esortati a prestare attenzione e a vegliare perché nessuno conosce il momento della venuta di Colui che può liberarci e salvarci. È importante che noi siamo attenti, che vegliamo, perché potrebbe sfuggirci un'occasione preziosa per la nostra vita: l'incontro con Gesù. La vigilanza ci è richiesta per essere all'altezza della nostra umanità e della nostra fede. Vigilanza significa avere i sensi svegli; significa aderire alla realtà; significa essere responsabili verso se stessi e verso gli altri.
Costitutiva della vigilanza è l'attenzione. Si tratta di una tensione interiore di tutta la persona verso il fine assegnato alla vita. Tendere a Dio in ogni momento e occasione della vita. E ci arriviamo non da soli, ma insieme. Per questo la vigilanza ci apre ai fratelli: è amandoli che arriviamo a Dio. Chi ama il Signore lo desidera; chi lo desidera lo attende; chi lo attende veglia e non si lascia andare.
Testimonianza di Parola vissuta
Dirigo un'agenzia di banca e una sera, uscendo dall'ufficio, mi portavo dentro la stanchezza del giorno e un grosso problema irrisolto. Riguardava un cliente che si era comportato male col suo conto corrente. Intravedevo solo due soluzioni che mi davano sofferenza: danneggiare gravemente il cliente, avviando le pratiche legali, o rischiare di venire meno ai doveri. Avevo un appuntamento con mia moglie, per tornare insieme a casa. Di solito cercato di liberarmi dai pensieri, ma quella sera non ci riuscii. Lei capì subito e mi disse: "Giornata pesante oggi, vero?". Cominciai a dirgli qualcosa, all'inizio vagamente e poi più dettagliatamente. Mary non era addentro ai problemi di banca, ma ascoltava attentamente. Dopo averle detto tutto mi sentii come sollevato ed avvertii serenità e fiducia. Il problema rimaneva ma ora non era più solo mio. Il suo silenzio, il suo ascoltare fino in fondo mi avevano dato forza e luce. L'indomani cominciai ad intravedere una terza soluzione che mi consentì, nel rispetto dei miei compiti, di non danneggiare il cliente.
G.K., Inghilterra
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2a domenica di Avvento (7 dicembre 2014)
Immacolata Concezione (8 dicembre 2014)
Rallegrati, piena di grazia (Lc 1,29)
"Nulla è impossibile a Dio": è un tema centrale del tempo liturgico dell'Avvento. La festa dell'Immacolata mette in evidenza la sovrabbondanza dell'agire di Dio nei nostri confronti. Di fronte ai suoi doni, Maria è invitata a rallegrarsi: è la piena di grazia! È ricolma della benevolenza di Dio che è il Bene, la Bontà e la Verità.
San Paolo nella lettera agli Efesini (1,12) ci dice che il cristiano è chiamato a fare della sua vita una "lode della sua gloria". Non solo a lodare, ma essere lode. Il cristiano è lode della gloria di Dio quando con la sua vita ne narra la misericordia, quando lo testimonia presente e vivente. Per noi significa allora vivere l'immagine e la somiglianza con Dio fino a divenire, come Maria, somiglianti a Gesù, immagine visibile del Dio invisibile. Maria con la sua vita ha narrato le meraviglie di Dio. A questo siamo chiamati ad essere pure noi!
Testimonianza di Parola vissuta
Dall'altro lato della strada una vecchietta vorrebbe attraversare, ma nessuna auto la lascia passare. Quando una si ferma, "Vero che c'è tanto bene in questo mondo?", mi dice accennando verso chi si era fermato. Resto interdetto. Sul bus la ringrazio per la lezione che mi ha dato. Al contrario di me, lei aveva visto unicamente chi le aveva permesso di attraversare. E soggiunge: "Ogni giorno vado a trovare mio figlio. È morto giovane, drogato e alcolizzato. Quando sono ai piedi della tomba lo vedo indifeso, fragile. E sento la sua voce che mi dice: mamma, proteggimi! L'unica cosa che ora posso fare per lui è amare, vedere soltanto ciò che costruisce la vita, non ciò che la distrugge. Questa è la mia forza".
T.M., Bratislava
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3a domenica di Avvento (14 dicembre 2014)
Giovanni venne come testimone (Gv 1,7)
Essere testimoni del Signore: questo è il compito a cui è chiamata la comunità di coloro che attendono il Dio che viene in Gesù. Oggi nel nostro cammino di Avvento ci viene proposta la figura di Giovanni Battista: egli è il primo testimone di Gesù, colui che ne avverte la presenza ancor prima di incontrarlo, colui che riconosce Gesù come inviato dal Padre, Colui su cui riposa lo Spirito.
Il testimone è una persona trasformata da ciò che ha visto, dall'incontro che ha fatto, dall'azione svolta. Testimoniare è l'arte di dire la verità su di sé, sugli altri e su ciò che ci circonda. La testimonianza evangelica non richiede di fare molte cose, ma essere un indice che orienta la direzione dello sguardo e dei passi verso Gesù.
Essere testimoni significa essere capaci di fare spazio a Colui che viene; essere disposti a diminuire perché Lui cresca. Le autorità giudaiche del tempo ritenevano che il Battista fosse colui che tutti aspettavano; ma occorre, dice il Battista, spostare l'obiettivo: l'Atteso è presente, ma non sono io; io sono solo una voce che ha il compito di dirvi che Egli è in mezzo a voi.
Testimonianza di Parola vissuta
Saputo che, a causa della situazione politica dei loro Paesi, alcuni studenti stranieri si erano trovati senza alcun sostegno economico, assieme ad altre famiglie è iniziata una gara di generosità per aiutarli fino al compimento degli studi. Per Natale li abbiamo invitati a casa nostra. Sono arrivati tre libanesi (un cristiano maronita e due musulmani), un etiope di religione ortodossa e un nigeriano musulmano. Ci siamo scambiati gli auguri nelle diverse forme: c'era fra tutti una profonda commozione.
A Capodanno ci hanno invitati loro, dopo essere rimasti in piedi una notte intera per preparare i piatti tipici dei loro Paesi; abbiamo trascorso il pomeriggio tra canti e danze delle loro terre. Completati gli studi, molti sono tornati nei loro Paesi. Prima di partire un giovane musulmano ci ha confidato: "Stare insieme a voi mi ha segnato profondamente. Prima pensavo a Dio come giudice; con voi ho capito che è un padre che mi vuole bene".
L.F.C., Italia
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4a domenica di Avvento (21 dicembre 2014)
Avvenga per me secondo la tua parola (Lc 1,38)
In questa ultima domenica di Avvento la liturgia anticipa il significato del Natale di Gesù: Dio vuole porre la sua dimora in mezzo agli uomini. Le "pietre" con cui viene edificata la dimora del Dio-con-noi sono tutti coloro che sanno dire di sì a Dio, a partire da Maria e Giuseppe, fino a tutti noi credenti. Il mondo è chiamato così a diventare la dimora di Dio, la casa dove Dio può abitare. Per questo ancora una volta il Vangelo di oggi ci ripropone l'annunciazione a Maria. Dio realizza la sua promessa ed entra nella storia per trasformarla dal di dentro.
Nell'incontro dell'angelo con Maria, non abbiamo una nozione da imparare (che Gesù è il Messia), ma una storia da ripercorrere per riconoscervi la presenza di Dio. Ogni tappa apre un nuovo tratto di cammino; ad ogni incontro il Signore chiede di cercarlo ancora. La fede di Maria è quella di una donna che ascolta la Parola di Dio e si fa dimora della Parola. Così siamo chiamati ad essere noi: sottomessi al primato della Parola di Dio, appartenenti al Signore, obbedienti a Lui.
Testimonianza di Parola vissuta
Quando conobbi dei giovani del Movimento dei Focolari, con loro cominciai a sperare in una società diversa, con rapporti nuovi. Nell'entusiasmo degli inizi fui scossa però da un pensiero: sarebbe stata un'ipocrisia impegnarmi in questo progetto quando nella mia famiglia, da anni, non rivolgevo una parola a mio padre. Tuttavia, per Natale e per il suo compleanno, avevo sempre continuato a fargli un regalo che lui accettava senza dire una parola. Ma stavolta, nel giorno del suo compleanno, decisi di non scegliere la strada più facile, comprandogli semplicemente qualcosa. La sera, quando tornai dal lavoro, lo trovai in giardino. Facendo uno degli sforzi più grossi della mia vita, mi rivolsi a lui. Era come se un'altra persona gli stesse parlando, io stessa non mi riconoscevo: "Immagino che hai notato che questa volta non ti ho comprato un regalo - dissi -. Ecco, vorrei essere io stessa un regalo per te. Vorrei che diventassimo di nuovo amici. Se vuoi, questa sera possiamo uscire insieme". Papà rimase senza parole. Fu l'inizio di qualcosa di nuovo tra noi.
Geraldine, Irlanda
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Natale del Signore (25 dicembre 2014)
Oggi è nato per noi il Salvatore (Lc 2,11)
Dio viene in mezzo a noi - così scrive Luca nel suo Vangelo - nella fragilità di un neonato, di un bambino privo di potere e disprezzato dai grandi del mondo.
Nel racconto, ad un certo punto la scena si sposta dal quadretto familiare di Gesù, Maria e Giuseppe, ai pastori che vegliano all'aperto il proprio gregge. Essi ricevono l'apparizione e poi l'annuncio angelico: la gloria del Signore fa irruzione e si rende manifesta al mondo degli uomini con un annuncio di gioia: "Oggi è nato per voi un Salvatore".
Qui e ora, si inserisce il tempo di Dio nel tempo della creatura e si rende presente quella salvezza, dono per chi l'accoglie, cioè per chi l'ascolta e si mette in cammino.
L'annuncio riguarda un Salvatore, una persona concreta: Dio stesso, il Signore. "Oggi è nato Dio!". A ricordarci che la vita cristiana prima di essere un insieme di regole da vivere, da osservare, da seguire è una Persona da amare: è Gesù (= Dio salva).
La forza del Natale, che celebriamo nella gioia, sta in questo segno: Gesù, il Bambino di Betlemme, ci offre la vicinanza e la misericordia di Colui che sta con noi. E noi abbiamo la gioia di poter stare con Lui.
Testimonianza di Parola vissuta
Dopo 13 anni di matrimonio, ho scoperto di essere incinta. Eravamo fuori di noi dalla gioia... finché non abbiamo scoperto, mio marito ed io, di essere entrambi portatori dell'anemia mediterranea. Per di più, avendo l'utero pieno di fibromi, potevo rischiare la vita: per il medico che mi seguiva la soluzione migliore era l'aborto, ciò che anche altri mi consigliavano. Ero in un doloroso dilemma: e se il bambino fosse nato mongoloide?
Mi sono però ricordata di un suggerimento ricevuto tempo prima: nelle difficoltà a cui sembra non ci sia soluzione, è bene raccogliersi un attimo e ascoltare la voce interiore dello Spirito. Così ho fatto; e subito mi si è rafforzata la decisione di non abortire. Era come se Gesù mi dicesse: "Non temere, sono Io".
Con l'aiuto di persone amiche che facevano anche 100 chilometri per starmi vicina e assistermi, ho portato avanti la gravidanza. Fino al felice esito: Maria Francesca, una bambina non mongoloide, senza l'anemia mediterranea, normalissima.
(V.M.F. - Sardegna)
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Santa Famiglia (28 dicembre 2014)
Il bambino cresceva pieno di sapienza (Lc 2,40)
La festa della Santa Famiglia di Nazareth mette davanti agli occhi l'esempio dell'amore che si dona e si diffonde. Certo, la famiglia vive oggi tanti momenti di difficoltà e spesso di disgregazione. Mai come oggi si avverte la necessità di modelli positivi per le relazioni familiari. Il segno della famiglia di Nazareth, nella sua semplicità e nella sua forza, ci rinvia al mistero della vita che non è prodotto dai nostri sforzi, ma che è anzitutto dono e capacità di ascolto.
Luca ci racconta la presentazione di Gesù al Tempio e conclude il racconto con una semplice annotazione: il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui. È una notizia sulla vita quotidiana a Nazareth. Cominciano qui i lunghi anni nascosti, la vita quotidiana di Gesù fa parte del piano misterioso dell'amore di Dio, che ha voluto salvare gli uomini entrando nella semplicità e ordinarietà del quotidiano.
Anche la nostra vita quotidiana, spesso fatta delle cose che si ripetono ogni giorno, è una vita abitata da Dio; siamo chiamati a modellare la nostra umanità sull'umanità di Gesù e lasciare che la grazia di Dio ci lavori. Potremo così crescere pieni della sapienza che nasce dal vivere la Parola che il Signore ci rivolge.
Testimonianza di Parola vissuta
Avevo grossi problemi nel rapporto con mio padre, tanto che pensavo di andare via da casa, nonostante i miei 16 anni.
Dopo averne parlato con gli amici della parrocchia, ho capito meglio che dovevo volere più bene a mio padre, senza aspettarmi niente da lui. Pochi giorni dopo questa decisione, sono rimasto in casa a lavorare con lui. Ore di silenzio. Alla fine del lavoro, mi ha fatto una confidenza: aveva notato che da un certo tempo mi comportavo con lui in modo diverso dai miei fratelli. "Capisco che tu avresti voluto un padre tenero, ma ti chiedo di accettarmi così come sono".
Per me è stato come se avessimo fatto un patto.
(M.T., Belgio)
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Maria Madre di Dio (1 gennaio 2015)
Giornata mondiale della pace
Non più schiavi, ma fratelli
Spesso si crede che la schiavitù sia un fatto del passato. Invece, questa piaga sociale è fortemente presente anche nel mondo attuale.
Il Messaggio per il 1° gennaio 2014 era dedicato alla fraternità: "Fraternità, fondamento e via per la pace". L'essere tutti figli di Dio rende, infatti, gli esseri umani fratelli e sorelle con eguale dignità. La schiavitù colpisce a morte tale fraternità universale e, quindi, la pace. La pace, infatti, c'è quando l'essere umano riconosce nell'altro un fratello che ha pari dignità. Nel mondo, molteplici sono gli abominevoli volti della schiavitù: il traffico di esseri umani, la tratta dei migranti e della prostituzione, il lavoro-schiavo, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, la mentalità schiavista nei confronti delle donne e dei bambini. E su questa schiavitù speculano vergognosamente individui e gruppi, approfittando dei tanti conflitti in atto nel mondo, del contesto di crisi economica e della corruzione.
La schiavitù è una terribile ferita aperta nel corpo della società contemporanea, è una piaga gravissima nella carne di Cristo!
Per contrastarla efficacemente occorre innanzitutto riconoscere l'inviolabile dignità di ogni persona umana, e inoltre tenere fermo il riferimento alla fraternità, che richiede il superamento della diseguaglianza, in base alla quale un uomo può rendere schiavo un altro uomo, e il conseguente impegno di prossimità e gratuità per un cammino di liberazione e inclusione per tutti.
L'obiettivo è la costruzione di una civiltà fondata sulla pari dignità di tutti gli esseri umani, senza discriminazione alcuna. Per questo, occorre anche l'impegno dell'informazione, dell'educazione, della cultura per una società rinnovata e improntata alla libertà, alla giustizia e, quindi, alla pace.
(Comunicato del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace)
Testimonianza di Parola vissuta
Abbiamo sempre desiderato fare qualcosa di concreto per gli altri cominciando dal locale, ma avendo in cuore le famiglie del mondo in difficoltà. Non devi aspettare di fare chissà cosa: semplicemente cogliere l'occasione che si presenta.
Organizzando la festa di Battesimo di nostro figlio, abbiamo voluto pensare a quanti bambini soffrono la fame, spiegando a parenti e amici le nostre intenzioni di coinvolgerli in una raccolta di solidarietà, anziché ricevere regali. Inizialmente avevamo scelto di devolvere la donazione ad un progetto in Argentina perché Valeria è originaria della Patagonia, ma poi ci siamo chiesti dove ci fosse stato più bisogno, perché ci sentiamo parte della grande famiglia che è il mondo.
In una bacheca abbiamo fatto conoscere il progetto di sostegno a distanza Bukas Palad, Manila nelle Filippine, recentemente colpite dall'alluvione. Gli invitati sono stati tutti felici e consapevoli di aver fatto un piccolo-grande gesto e a noi è sembrato di essere riusciti a dare al Battesimo di Giuseppe un significato ancora più grande.
(Valeria e Domenico, Modena)
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2a domenica dopo Natale (4 gennaio 2015)
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto (Gv 1,16)
La Parola del Padre si è fatta carne; Gesù è per noi il volto visibile di Dio Padre. Questa Parola continua a fissare la sua tenda in questo mondo e continua a interpellare ogni uomo. La Parola onnipotente, per mezzo della quale "tutto è stato fatto", non annienta le tenebre, ma vi scende e vi convive: non diviene luce abbagliante, ma accetta il rischio di essere spenta da chi non l'accoglie.
Dalla pienezza di questa Parola noi abbiamo ricevuto tutto in dono: il creato, il nostro essere e Dio stesso. Per questo la nostra storia, personale e del mondo, è sotto il segno della grazia della Parola. Inoltre se io sono dono ricevuto, a mia volta sono chiamato a fare della mia vita un dono a quelle persone con le quali vivo o che incontro. Come sarebbe bello, perché certamente è capitato a noi, che chi ci incontra potesse andarsene contento perché l'abbiamo ascoltato con amore o incoraggiato, o abbiamo condiviso una situazione o semplicemente ci siamo accorti della sua presenza.
Testimonianza di Parola vissuta
Con i colleghi ci si chiede come comportarsi con il nostro capo, il professore che dirige la cattedra, che da un certo tempo ha cominciato a scriverci delle note di rimprovero protocollari. Dopo varie proposte vengo incaricato per far arrivare la nostra denuncia al rettore. Mi trovo tra l'incudine e il martello: vorrei aiutare i colleghi e mi dispiace agire contro il capo. Chiedo aiuto a Dio.
Dopo qualche ora ricevo da un'amica un regalo. Senza pensarci due volte, vado a deporre quel dono sulla scrivania del capo, che quando arriva mi fa chiamare. Gli faccio osservare che, avvicinandosi il Natale, mi sembra logico sottolineare che è festa e che siamo una famiglia. Lui resta in silenzio. Ne approfitto per dirgli che le lettere che ci scrive hanno creato tra i colleghi un grande scoraggiamento. Lui mi spiega che lo fa per zelo, ma "se questo rovina i nostri rapporti, non scriverò più queste note di rimprovero". Nella nostra cattedra torna la pace e la gioia di lavorare insieme. Quando i colleghi mi chiedono cosa sia avvenuto, non so come spiegare che la ricerca del bene dell'altro produce sempre un piccolo miracolo.
T., Ungheria
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Epifania del Signore (6 gennaio 2015)
Siamo venuti ad adorarlo (Mt 2,2)
L'Epifania celebra la rivelazione di Dio, nel Figlio Gesù, al mondo intero. L'annuncio di un nuovo popolo di Dio, di un popolo senza confini, è simbolicamente contenuto nell'adorazione dei Magi, venuti dall'Oriente per rendere omaggio al Bambino di Betlemme. L'unità del genere umano, la nuova storia di fraternità e di pace, è il senso profondo della festa dell'Epifania.
È un avvertimento alla vigilanza, perché non è scontato riconoscere il Signore quando si manifesta. Allo stesso tempo è un annuncio di speranza perché ci racconta di persone lontane che ricercano il Signore e lo trovano. Non ci sono distanze in grado di separare l'uomo da Dio. I Magi ci invitano ad adorare un Dio spesso diverso da quello che noi immaginiamo; un Dio non invidioso né geloso della felicità umana, ma venuto a condividere il dolore degli uomini per renderci partecipi della sua beatitudine. Anche noi troviamo Dio nel "giardino" della nostra vita; anche noi possiamo in ogni momento adorarlo e offrirgli in dono noi stessi.
Testimonianza di Parola vissuta
Stavo tornando dal lavoro, come al solito prendo il treno da Fiorenzuola verso Lodi, dopo una giornata stancante.
Il treno arriva a Lodi, e poco prima che le porte del treno si aprano c'è un ragazzo cieco al mio fianco: dapprima penso che prima arrivavo a casa quella sera e meglio era, ma subito dopo mi faccio avanti e aiuto il ragazzo a scendere dal treno e ad uscire dalla stazione.
La sua serenità, il fatto che poco prima di salutarmi mi avesse ringraziato come se con quel mio piccolo gesto fosse stato prezioso per lui, mi scuotono, provo sin da subito una grandissima gioia e un sorriso spontaneo si stam-pa sul mio viso.
È proprio vero che Gesù lo si incontra quotidianamente nelle altre persone, con gesti semplicissimi che hanno la forza e il potere di cambiare una giornata piuttosto pesante, di infonderci positività, di darci una gioia spontanea e vera e dare senso al tutto.
Da questa esperienza, realizzo come sicuramente sarebbe più bello il mondo se donassimo soltanto un minuto della nostra giornata al prossimo!
Daniele F.
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Battesimo del Signore (11 gennaio 2015)
Tu sei il Figlio mio, l'amato (Mc 1,11)
Il battesimo di Gesù rivela la sua identità e la sua missione. Viene proclamato Figlio amato e lo Spirito Santo, che si posa su di lui come una colomba, gli "affida" la missione profetica: egli farà conoscere agli uomini il volto del Padre.
Se potessimo parlare di Dio con parole nostre potremmo dire che il Padre è fiero di avere un Figlio così, una Figlio che non si vergogna di mettersi insieme ai peccatori, di stare con loro. Un Figlio che alla fine accetterà di morire come l'ultimo dei peccatori, condannato a morte pur senza aver commesso alcun delitto.
Anche a me Dio dice: sono qui vicino a te. Con te condivido la vita con le sue gioie e i suoi dolori, con le sue conquiste e le sue sconfitte. Le conseguenze dei tuoi sbagli le pago anch'io insieme con te. Sì, perché anche il nostro battesimo ci collega a questa manifestazione; è infatti un'immersione nel mistero di Gesù che coinvolge tutta la vita. E anche noi in Gesù diventiamo figli amati, chiamati a donare noi stessi, come Lui si è donato a noi.
Testimonianza di Parola vissuta
In partenza per la Germania come muratore, Juraj lavora per sostenere i due fratelli più piccoli, la madre, il padre e la nonna. E guadagna bene perché conosce il mestiere. Il padre è alcolizzato da sempre, la madre ha sopportato miseria e botte facendo in modo che i figli ne risentissero il meno possibile.
Gli domando come mai non ha cominciato a bere anche lui. Al che Juraj racconta che un giorno chiese alla madre perché non pensava al divorzio. E lei: "Figlio mio, se tu sei al mondo è perché c'è stato tanto amore con tuo padre. Poi le amicizie sbagliate, la mancanza di lavoro… tuo padre è buono. Non guardarlo per quello che appare. Mettiti davanti a lui senza aspettarti che sia quello che tu vorresti". A queste parole Juraj aveva cambiato atteggiamento verso il padre e in seguito aveva aiutato i fratelli a fare lo stesso. Diminuite le liti, l'atmosfera in casa s'era fatta più serena. Juraj mi mostra poi un biglietto infilatogli dalla madre nella tasca della giacca: "Figlio mio, ricordati che più delle case è importante costruire la pace. Sono orgogliosa di te! Tua madre".
M. G., Slovacchia
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