da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)
Edith Stein
Quel dialogo ininterrotto
Misteriosa reale solidarietà
Chi sei tu?
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Quel dialogo ininterrotto
Gesù non ha solo partecipato al culto divino ufficiale. Forse anche più di frequente gli Evangeli parlano della sua preghiera solitaria nella tranquillità della notte, sulla cima dei monti, nel deserto, lontano dagli uomini.
Quaranta giorni e quaranta notti di preghiera precedettero la sua azione pubblica e prima di scegliere e di inviare i suoi dodici apostoli si ritirò per pregare nella solitudine della montagna. Durante la preghiera sul monte degli Ulivi si preparò a salire sul Golgota e ciò che Egli in questa gravissima ora della sua vita chiese al Padre ci è stato trasmesso in alcune brevi parole, che possono guidarci come stelle nell'ora della nostra agonia: «Oh Padre, se vuoi allontana da me questo calice, ma non la mia, ma la tua volontà sia fatta». Queste parole sono come un lampo che per un momento illumina la vita più intima dell'anima di Gesù, il mistero insondabile del suo essere umano-divino, i suoi dialoghi con il Padre, dialoghi che sicuramente continuarono ininterrottamente per tutta la vita.
La preghiera della Chiesa, Morcelliana, Brescia 1987, p. 23
Come il Padre…, vol. I, Amati e chiamati
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Misteriosa reale solidarietà
Chi appartiene a Cristo deve vivere fino in fondo tutta la vita di Cristo. Deve crescere sino alla maturità di Cristo, (...) passare per il Getsemani e per il Gòlgota. E tutte le sofferenze che possono venirgli dall'esterno sono nulla a paragone della notte oscura dell'anima, quando la luce divina non brilla più e la voce del Signore non si ode più. Dio è sempre là, ma sta nascosto.
Le sofferenze e la morte del Cristo proseguono nel suo Corpo mistico, e in ognuno delle membra di esso. Soffrire e morire è il destino di ogni uomo. Ma se egli è un membro del Corpo mistico di Cristo, il suo soffrire e il suo morire assumono per tramite della divinità del capo un valore espiatorio, co-redentivo. (...)
Così, colui che è legato a Cristo persevererà inconcusso anche nella notte oscura della soggettiva lontananza da Dio e assenza di Dio; forse l'economia divina della salvezza impiega i suoi tormenti per liberare qualcuno che è oggettivamente incatenato dal peccato. Perciò voluntas tua! Anche, e anzi proprio in seno alla notte più tenebrosa.
La vita come totalità, Città Nuova, Roma 1990, pp. 204-205
Come il Padre…, vol. III, Sacerdoti e… vittime
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Chi sei tu?
Chi sei tu, dolce luce, che mi riempie
e rischiara l'oscurità del mio cuore?
Tu mi guidi come mano materna e mi lasci libera.
Tu sei lo spazio che circonda
il mio essere e lo racchiude in sé.
Da te lasciato cadrebbe nell' abisso del nulla,
dal quale tu lo elevi all'essere.
Tu, più vicino a me di me stessa,
e più intimo del mio intimo,
e tuttavia inafferrabile ed incomprensibile
che fai esplodere ogni nome:
Spirito Santo, Amore eterno.
Werke XI, Druten/Freiburg-Basel-Wien 1987, p. 175
Come il Padre…, vol. IV, Missione senza confini
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