da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)
San Giovanni Crisostomo
La luce della preghiera
L'applauso più vero
Quando tra noi non c'è Gesù
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La luce della preghiera
La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. È, infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce, ne sono rischiarati, così anche l'anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera.
Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente notte e giorno. Non bisogna infatti innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera.
Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso l'altro, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall'amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore. Possiamo godere sempre di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo.
Omelia 6, PG 64, 462-463
Come il Padre…, vol. I, Amati e chiamati
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L'applauso più vero
Voi lodate ora queste mie parole? Ma a me non occorrono applausi né tumultuose acclamazioni. Una sola cosa voglio: che voi, dopo aver ascoltato pacatamente e con attenzione, mettiate in pratica tutto quanto vi dico. Questo è per me l'applauso, questo è l'elogio che desidero.
Ma se voi vi limitate a lodare le parole che vi sono dette senza metterle in pratica, attirerete su di voi una condanna ben più severa e un supplizio tanto più grave, mentre noi saremo derisi e ricoperti di vergogna.
Questo non è un teatro né voi siete qui seduti a guardare commedianti e, per questo, ad applaudire soltanto. Qui c'è un magistero spirituale, una scuola di santità: perciò c'è un solo studio, una sola aspirazione: mettere in pratica quanto si ascolta e testimoniare con le opere la vostra obbedienza. Solo allora io mi considererò ben ricompensato; mentre ora mi trovo quasi ridotto alla disperazione.
Commento al Vangelo di Matteo, Omelia 17,7
Come il Padre…, vol. II, Testimoni prima che maestri
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Quando tra noi non c'è Gesù
Mi chiederete: «Vi sono persone così miserabili da non desiderare Cristo in mezzo a loro?». Sì, noi stessi, noi che siamo in lotta gli uni contro gli altri.
Qualcuno forse replicherà in modo ironico: «Che cosa dici? Non vedi che siamo tutti sotto lo stesso tetto, dentro la stessa chiesa (...) e pregando in comune (...)! Quale divisione vedi tra noi?».
Qui nessuna, ma quando la nostra assemblea è terminata, l'uno critica l'altro (...). Diffidando gli uni degli altri, ci temiamo a vicenda, parliamo all'orecchio del vicino e se vediamo avvicinarsi un terzo ripiombiamo nel silenzio e cambiamo discorso. (...)
«Non facciamo questo per nuocere agli altri - direte - ma per proteggerci». È proprio quello che mi addolora: vivendo tra fratelli, sentiamo il bisogno di stare in guardia per non ricevere dei torti, e riteniamo necessario prendere tante precauzioni (...).
«Ma - dirai - io sono stato oltraggiato». Se il tuo prossimo ti ha ingiuriato, prega Dio di usargli misericordia. È tuo fratello, un membro del tuo corpo; egli è invitato alla stessa tavola, come te.
Omelia 8 sulla Lettera ai Romani 8
Come il Padre…, vol. III, Testimoni di Gesù vivo
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