da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)
Hans Urs von Balthasar
L'unico gregge: l'umanità!
Il significato e la realtà
Esistenza sacerdotale, esistenza cristiana
Trasparenza
Dar forma a Cristo
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L'unico gregge: l'umanità!
Il clero ha per natura l'inclinazione a rappresentarsi la Chiesa sotto la figura di una parrocchia o di un decanato, come un gregge in qualche modo dominabile con lo sguardo, sul quale poter esercitare le proprie funzioni. Questa reciprocità, in sé saturata, tra curatore d'anime e persona che di tale cura è oggetto, appare come la prefigurazione ideale, anzi forse già reale dell' "unico pastore e dell'unico gregge", nel qual caso si trascura di notare che l'unus pastor non è il Papa, ma Cristo, e che l'unus grex non sono le pecorelle nell' ambito della Chiesa, ma l'umanità nella sua totalità. Quest'immagine decurtatrice può ripercuotersi in modo infausto in diverse direzioni, soprattutto facendo sì che l'apertura della Chiesa al mondo, il carattere missionario d'essa, dovunque essa sia, scompaia.
Sponsa Verbi, Esistenza Sacerdotale, Morcelliana, Brescia 1985, p. 402
Come il Padre…, vol. II, Servi per amore
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Il significato e la realtà
Il clero deve predicare la Parola, ma la predica non è la forma della Parola di Dio, bensì soltanto la sua mediazione. Il Vangelo non serve alla predicazione e non è una miniera e un tesoro di citazioni per l'oratore dal pulpito, la predica invece ha una funzione introduttiva all'Evangelo, com'è in se stesso.
Il medesimo vale per il catechismo e per tutti gli altri espedienti dell'istruzione cristiana (...).
Lo stesso vale, su di un altro piano, anche per la liturgia nella sua totalità e nei singoli elementi: per quanto sia importante che il popolo cristiano celebri in maniera degna il memoriale della passione di Cristo, altrettanto è essenziale (...) che esso, attraverso tutte le cerimonie, trovi subito il significato e la realtà e non veda mai nel fattore cerimoniale, per quanto bello e degno esso possa essere, la mèta e il fine.
Sponsa Verbi, Esistenza Sacerdotale, Morcelliana, Brescia 1985, p. 403
Come il Padre…, vol. III, Icone dell'unitrinità
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Esistenza sacerdotale, esistenza cristiana
Il geroglifico di un'esistenza sacerdotale, tutto sommato, non è essenzialmente più misterioso e arduo a leggersi di quello della vita cristiana in genere, che come tale è un «essere morti e risorti in Cristo», un «Non vivo più io», una esistenza che discende dalla gratitudine ed è unita con l'incarico assunto, in qualsiasi stato cristiano il singolo possa trovarsi.
Sponsa Verbi, Esistenza Sacerdotale, Morcelliana, Brescia 1985, p. 405
Come il Padre…, vol. III, Sacerdoti e… vittime
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Trasparenza
Il ministero tanto facilmente può essere usato come una fortezza inattaccabile, poiché il predicatore parla dal pulpito senza un dialogo (situazione rischiosa al massimo tra uomini) e poiché egli la considera troppo agevolmente come quella ch'è normale per lui nel suo rapporto con gli uomini suoi pari (...).
La forma di vita sacerdotale si può vivere soltanto nella pura e ingenua fede e quindi nella virtù di Cristo (...). Perciò, quanto più [il sacerdote] serve, tanto più è trasparente. Quanto più si attribuisce titoli di dignità, tanto più opaco diviene.
Esistenza Sacerdotale, in Sponsa Verbi, Morcelliana, Brescia 1985, pp. 384-385
Come il Padre…, vol. IV, Con Gesù crocifisso e risorto
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Dar forma a Cristo
Nella Chiesa di Cristo lo Spirito Santo vive sempre al tempo stesso come Spirito oggettivo e soggettivo: come istituzione o regola o disciplina, e come ispirazione e obbedienza amorosa al Padre e spirito di filiazione. I due aspetti sono inseparabili l'uno dall'altro, poiché noi stiamo sotto la legge di Cristo, che deve prender forma in noi (...).
Certo, «quando Cristo, nostra vita, apparirà, anche voi apparirete insieme con lui nella gloria» (Col 3,4), e allora l'aspetto istituzionale dello Spirito scomparirà, come è sparito per il Signore risorto: per passare nell'aspetto della filiazione, poiché allora non avremo più bisogno di imparare l'obbedienza, ma l'avremo nell'istinto e quale nostra libertà, e lo Spirito ci sovrasterà in forma oggettiva solo nel suo senso divino originario - come testimone e suscitatore della fiamma dell'amore.
Lo Spirito e l'istituzione, Morecelliana, Brescia 1979, p. 199
Come il Padre…, vol. IV, Missione senza confini
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