Anno A – 2a domenica del Tempo Ordinario


Enzo Bianchi
GESÙ, DIO-CON-NOI, COMPIMENTO DELLE SCRITTURE
Il vangelo festivo (Anno A)
Edizioni San Paolo, 2010


Anno A – 2a domenica del Tempo Ordinario

• Isaia 49,3.5-6 • 1 Corinzi 1,1-3 • Giovanni 1,29-34

ECCO L'AGNELLO DI DIO

Giovanni il Battista, che ha accompagnato la nostra attesa del Veniente durante l'Avvento e che domenica scorsa abbiamo incontrato al battesimo di Gesù, oggi si manifesta quale testimone di Gesù Agnello-Servo di Dio e Figlio di Dio.

Nel quarto vangelo Giovanni appare fin dal prologo l'inviato da Dio come «testimone per rendere testimonianza alla luce» - la Parola di Dio fatta carne - «affinché tutti credano per mezzo di lui» (Gv 1,7). Le autorità religiose di Israele si recano da Giovanni presso il Giordano, dove battezza, e lo interrogano: «Chi sei tu? Sei il Cristo, il Messia? Sei l'Elia degli ultimi tempi? Sei il nuovo Mosè?». Per tre volte egli risponde: «Non lo sono», confessando di non essere ciò che altri pensano di lui (cfr. Gv 1,19-22). E quando usa l'espressione: «Io sono», lo fa solo per definirsi «voce di uno che grida nel deserto: "Preparate la via del Signore" (ls 40,3)» (Gv 1,23), voce che sa obbedire senza indugio, voce prestata a chi l'ha mandato. Giovanni non pretende alcuna attenzione alla propria persona, ma è tutto teso a indicare un altro.

Di fronte all'insistenza di sacerdoti e leviti, Giovanni afferma: «Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che non conoscete, uno che viene dietro a me, al quale non sono degno di sciogliere il legaccio del sandalo» (Gv 1,26-27).
Il Messia è già presente, in modo nascosto, è uno che cammina dietro a Giovanni come discepolo, eppure Giovanni non è degno di compiere nei suoi confronti nemmeno il servizio dello schiavo... Ma viene il giorno in cui, vedendo Gesù venire verso di lui, Giovanni grida: «Ecco l'Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!». Per definire Gesù si serve di un titolo che in aramaico indica sia l'Agnello che il Servo e che pertanto riveste tre significati: Gesù è l'Agnello-Servo del Signore descritto da Isaia (cfr. Is 53,7), è l'Agnello immolato a pasqua come segno di alleanza (cfr. Gv 19,14) ed è l'Agnello del sacrificio per la remissione dei peccati (cfr. 1Sam 7,8-9). Sì, Gesù è colui che nel suo amore unilaterale e nel suo farsi servo degli uomini ha trovato una ragione per spendere e donare la sua vita: grazie a questo suo amore «fino alla fine» (Gv 13,1) ha portato i peccati degli uomini e li ha perdonati, «versando il suo sangue per tutti, in remissione dei peccati» (cfr. Mt 26,28).

Dopo aver ribadito che «colui che viene dietro a lui gli è passato avanti», Giovanni lascia trasparire qualcosa della propria esperienza circa l'identità di Gesù. Egli «non conosceva» da subito Gesù nella sua identità messianica e di rivelatore del Padre, ma l'ascolto della parola di Dio ha reso acuto il suo sguardo e intelligente il suo cuore, fino a fargli comprendere che Gesù, pur venendo dietro a lui, era prima di lui; e al momento del battesimo ha saputo vedere lo Spirito scendere come colomba e dimorare su Gesù, abilitandolo a «battezzare» gli uomini in quello stesso Spirito. Due immagini, quella di Gesù-Agnello e quella dello Spirito come colomba, che offrono un messaggio di non violenza e di mitezza e manifestano il carattere della missione di Gesù.

Così Giovanni può concludere la sua testimonianza: «Ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio», l'uomo che è la narrazione ultima e definitiva di Dio all'umanità intera. All'udire questa testimonianza di Giovanni due suoi discepoli si metteranno alla sequela di Gesù (cfr. Gv 1,35-37): ecco dove sta la grandezza di Giovanni, nella sua capacità di farsi piccolo, di «diminuire affinché Cristo cresca» (cfr. Gv 3,30), di condurre gli altri a Cristo e poi di ritrarsi... E noi cristiani siamo capaci di fare altrettanto, senza trattenere presso di noi chi deve essere condotto a Gesù Cristo, senza attentare alla signoria del Figlio di Dio? Solo così potremo testimoniare in modo credibile che egli è realmente il Signore delle nostre vite.


----------
torna su
torna all'indice
home