La preghiera di ordinazione



Il diaconato in Italia n° 180
(maggio/giugno 2013)

DOCUMENTO


La preghiera di ordinazione

La preghiera di ordinazione dei diaconi della Tradizione Apostolica comincia con il riferimento classico al «Padre di nostro Signore Gesù Cristo, che inviasti per servire secondo la tua volontà, e che ci ha rivelato i tuoi disegni». In conformità con questa citazione, per il diacono si chiede: «concedi lo Spirito di grazia e di sollecitudine a questo servo tuo, che hai eletto per servire nella tua Chiesa e per presentare nel tuo santuario quello che sarà offerto mediante colui che gode del sommo sacerdozio». Il carisma (lo Spirito) di sollecitudine è proprio di colui che serve, e questo è ciò che corrisponde al diacono nella Chiesa. In relazione con il sacerdozio gli spetta preparare le offerte, però non offrirle, che invece è compito del sacerdote. Difatti, è chiaro: che il diacono non esegue le funzioni di sacerdote, ma è presente per servire il vescovo, nella Chiesa. Il confronto con le rubriche e la preghiera corrispondente all'ordinazione del vescovo e dei presbiteri illumina ancora di più la condizione dei diaconi.
La preghiera di ordinazione episcopale è segnata chiaramente dall'immagine di Dio Padre come fonte di autorità e di salvezza; il Padre del Signore nostro Gesù Cristo è chi «ha predestinato fin dal principio la stirpe dei giusti discendenti di Abramo, ha stabilito capi e sacerdoti...». Al Padre, per questo, gli viene chiesto che conceda all'eletto per l'episcopato «il potere che procede da te, lo Spirito sovrano (principalis = hegemònikon), quello che hai dato al tuo amato Figlio Gesù Cristo, quello che Lui donò ai suoi santi apostoli...». In queste parole liturgiche si richiamano le ultime parole del Vangelo di Matteo 28,18-20: Gesù Cristo risorto è colui che dice agli apostoli che gli è stata data «ogni autorità» nel cielo e sulla terra. Questo Spirito di Cristo risorto è quello che è stato dato agli apostoli, e, nell'ordinazione, ai vescovi. Nel vescovo si concretizza in modo particolare l'autorità del Signore risorto.
I presbiteri ricevono lo stesso spirito del vescovo - "Spirito comune" - però non come hegemònikon, sovrano, o principalis, bensì come Spirito di consiglio, proprio del presbiterio. Questo è cosi fino al punto tale che, nell'ordinazione, il vescovo prega sia per il nuovo presbitero che per se stesso: poiché la visibilità sacramentale di Cristo Risorto, la sua "autorità", è condivisa. Questo è il testo della preghiera del vescovo nell'ordinazione di un presbitero: «Concedi, dunque, adesso, a questo servo tuo, lo Spirito della tua grazia, e custodiscilo sempre integro in noi. Rendici degni, così, al riempirci di lui, di servirti con sincerità di cuore».

(Dai Praenotanda, note premesse al rito di ordinazione diaconale)



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