Lettera delle famiglie migranti ambrosiane


Il diaconato in Italia n° 176/177
(settembre/dicembre 2012)

EMERGENZE


Lettera delle famiglie migranti ambrosiane

Carissimo Benedetto, come Pietro, tu confermi i fratelli nella fede (cf. Lc 22,31s): ci aiuti a perseverare nella verità del Vangelo tra tentazioni e fatiche. Ci rendi forti nei momenti più delicati, quando lo smarrimento ci assedia e ci fa vacillare. Benedetto, confermaci... noi che ci ritroviamo in un mondo così lontano e diverso da quello in cui siamo cresciuti. Il ricordo di quel mondo e dei suoi affetti ci è dolce e straziante; le relazioni belle e buone in questo nuovo mondo ci consolano e allietano. Ma quanta solitudine! Quanta solitudine per le strade dell'individualismo, schivati dalla indifferenza, schiacciati dalla discriminazione: aiutaci ad affrontare queste sfide con coraggio, con il coraggio della fede. Noi che abbiamo sperimentato il travaglio di quella solitudine particolare che è lo stare lontani da un marito o da una moglie, dai propri figli e dai genitori; e quante volte ancora ne paghiamo le conseguenze affrontando il dramma dell'infedeltà, le fatiche sofferte di una unità coniugale precaria, le tensioni nell'accompagnare la crescita dei nostri figli.
Noi che, tra speranze e angosce, godiamo la bellezza della fede che i nostri padri ci hanno trasmesso e, insieme, sentiamo questa stessa fede vacillare; ci sembra che la fede non sia più sostenuta come un tempo da tradizioni familiari e sociali; ci aggiriamo, a volte perduti, cercando volti e parole che sappiano alimentarla in noi; ci pare che la festosa vivacità che la rivestiva sia sopportata a stento dai nostri fratelli europei e anche in noi a fatica essa diventa canto e gioia. Domani e ogni giorno del Signore, con te celebreremo l'eucaristia perché il Corpo santo e benedetto del Signore è la nostra forza.
Carissimo Benedetto, come Pietro, accogliendo e seguendo Gesù, peschi gli uomini «alla vita di Dio» (cf. Lc 5,1-11); come Maria, tu sperimenti quella fecondità della missione che viene dall'ascolto docile della parola del Signore. Benedetto, aiutaci a pescare, con te, gli uomini alla vita, anzitutto, pesca noi! Con la tua testimonianza e il tuo annuncio del Vangelo, indicaci le strade per uscire dalla logica del profitto.
È mare di morte quando il sogno giusto di un lavoro onesto diventa l'incubo di non farcela: quando il cuore viene invaso dall'ossessione di guadagnare sempre di più; quando restiamo in balìa delle onde del consumismo. E siamo così affannati nel fare tante cose per vivere ai livelli di questo mondo ricco, che finiamo per non respirare più, non sentiamo più i profumi della vita di Dio, non ascoltiamo più il canto di amore di Dio per noi e per tutti. E anche la voce delle nostre preghiere si fa timida, sterile. La tua parola ci aiuti a fare del nostro lavoro una testimonianza di solidarietà e di vicinanza a tanti fratelli anziani, sofferenti, fragili. Aiutaci a pescare i nostri figli; la loro vita è la nostra gioia. Che le reti della nostra testimonianza umile e forte e le reti della nostra parola riescano a prenderli e a introdurli nella vita vera, quella di Dio. Che siano felici, sentendosi amati; e che, felici, facciano il bene.
Aiutaci a educarli alla fede, a promuovere i loro talenti, a essere vicini alle loro paure, a comprendere le loro cadute e le loro fughe, a intendere il linguaggio del loro silenzio e delle loro grida: spesso ci spaventa il loro smarrimento, ormai distanti dal mondo delle nostre tradizioni e della nostra fede. Aiutaci a stare con loro, ad amarli, ad ascoltare le loro domande e il loro desiderio. Aiutaci a pescare i fratelli e le sorelle che abbiamo incontrato qui e che vivono con noi; quelli che ci sono vicini e quelli che ci evitano e ignorano.
Ci accorgiamo che, nella Chiesa del Signore, ognuno offre agli altri il dono della sua fede; così vogliamo pescare alla vita di Dio quanti stanno nell'ombra della morte o, pur appartenendo alla Chiesa, non ascoltano la Parola della salvezza. Come possiamo svolgere la nostra responsabilità verso i nostri fratelli cristiani che - quasi come i due discepoli di Emmaus - camminano con il volto triste, celebrano forse in modo svogliato, hanno negli occhi una fede stanca e invecchiata?
Come saremo per loro evangelizzatori entusiasti, capaci di ricordare loro il vero volto di Dio, di raccontare loro quanto il Signore Gesù ha fatto e ha detto? Come possiamo e dobbiamo contribuire a costruire questa Chiesa del Signore? Con te vogliamo pescare fratelli e sorelle di tante parrocchie perché, insieme con noi, accolgano gli stranieri con passione e gentilezza, formando comunità veramente cattoliche, dove risuonano lingue diverse lodando insieme la bellezza del Signore.
Benedetto, ti ringraziamo per la tua risposta di amore al Signore Gesù (cf. Gv 21,15-23). Ascoltandoti ripetere, come Pietro, «Signore, io ti amo», ci sentiamo da te amati, come pecore che seguono il Buon Pastore. Da te confermati nella fede, Lo seguiamo insieme a te verso i pascoli della gioia dei figli di Dio. Prega per noi e donaci la benedizione del Signore, amore della nostra vita.

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