Il diaconato in Italia n° 175
(luglio/agosto 2012)
TESTIMONIANZA
Il cammino sponsale
di Laurino Circeo
Diaconia e diaconato
La diaconia è un diritto-dovere di ogni battezzato, sin da quando prende coscienza del suo essere innestato in Cristo e del suo impegno a vivere il vangelo ed a diffonderlo con gioia e con amore nella chiesa, nella famiglia, nella società. È rivolto a lui, personalmente, l'invito, come a tutti: «andate ed annunziate il vangelo ad ogni creatura...» perché sia battezzato e consegua la salvezza (cf. Mc 16,15-16).
Di conseguenza s'impone un dovere inderogabile ad ogni livello, per chi voglia essere autenticamente cristiano: in famiglia, soprattutto, e in particolare per i genitori; sono essi i primi educatori dei figli nella fede, oltre che nel promuovere la loro crescita umana e culturale; ad essi la Chiesa, con il sacramento del matrimonio, affida il delicato compito di accompagnarli con dolce fermezza nel non facile cammino della vita. E questa è diaconia!
Mi commuovo e mi esalto nel ricordare in questo l'opera altamente educativa della mia sposa, Angela, davvero eccezionale nell'adempimento del suo ruolo "diaconale", sempre aperta e sollecita nel dare «ragione della propria fede e della speranza che la anima» (cf. 1Pt 3,13). E, a proposito del mio itinerario verso il diaconato, si deve alla sua convinta adesione a questa scelta la realizzazione dell'avvenuta ordinazione nel settembre del 1977. Ma lascio a lei la parola, contenuta in un suo prezioso diario. «Quando nel 1968 venni a conoscenza del ripristino del diaconato permanente in Italia volli rendermi consapevole del suo grande valore e della sua necessità nella Chiesa. Capii che poteva essere una "chiamata" per mio marito e mi sentii responsabile nel rispondere con lui e per lui ad una eventuale chiamata. E ne parlai subito con i figli perché anche loro ne capissero l'alta importanza e dessero il loro parere. Quindi, insieme, tutti e quattro i figli, e noi due, cominciammo a seguire i vari incontri nazionali, regionali e diocesani, promossi dalla nascente Comunità del Diaconato in Italia, ad opera di don Alberto Altana, vero apostolo di questo ministero reintrodotto dal concilio Vaticano II».
«Il primo di questi incontri si tenne a Reggio Emilia e lasciò in ognuno di noi un segno profondo, per cui ci convincemmo che questa era la strada indicata dal Signore per Laurino, come per tanti altri. A Pescara (anche per desiderio del nostro vescovo mons. Iannucci) formammo un bel gruppo, di cui furono subito entusiasti animatori il carissimo Marco Ceriati e il p. Carlo Colonna, gesuita. Era un vero piacere incontrarsi settimanalmente per conoscere e amare sempre di più la Parola di Dio, i vari documenti del papa e imparare a pregare con la Chiesa tutta attraverso la Liturgia delle Ore. Nel 1975 i nostri parrocchiani, con in testa il parroco, presentarono al vescovo la richiesta formale di ammissione al diaconato permanente di mio marito Laurino; ugualmente fecero gli amici della parrocchia di Marco Ceriati. Ambedue furono chiamati dal vescovo, che li mise di fronte alle proprie responsabilità dinanzi alla Chiesa ed alla comunità civile; ugualmente fece con noi, moglie e figli. Sempre con l'ubbidienza al volere dello Spirito Santo, in famiglia accettammo e ci esaminammo bene a riguardo dei doveri e degli impegni da assumere. Continuammo a prepararci insieme e giungemmo così al mattino del 17 settembre 1977, giornata dell'ordinazione: eravamo convinti e decisi, anche se molto emozionati. L'ordinazione ebbe luogo in cattedrale, per mano del cardinale Giovanni Colombo, allora arcivescovo di Milano e presente a Pescara come legato pontificio al Congresso eucaristico nazionale, che vide il giorno dopo la indimenticabile presenza di S.S. Paolo VI, venuto a concludere le celebrazioni di quel grande evento».
Angela conclude così la sua commossa rievocazione della mia ordinazione diaconale:
«Ho sempre creduto nella preghiera, da bambina, ma durante la sacra funzione ho sentito in me imperante la necessità di partecipare con tutta la forza della mia volontà all'ordinazione di mio marito, giacché, in quanto sposi, siamo «una carne sola» ed ho chiesto con viva fede che il sacramento dell'ordine lo rendesse più buono, responsabile dei nuovi doveri, utile a tutti e sempre più retto nell'agire come padre, come sposo, come uomo di scuola. E questa preghiera continua ancora oggi (Angela scrive il suo diario nel 1983, ma la sua salute fisica si fa sempre più fragile, fino al 1989, anno del suo ritorno alla Casa del Padre) con l'orazione mia e dei figli perché il Signore ci renda degni collaboratori del ministero diaconale di Laurino».
Dunque diacono! Ma chi è il diacono? Anche se sono trascorsi ormai 50 anni dal Concilio, molti cristiani non sanno di questo ministero, né sono molto aiutati a conoscerlo. Eppure egli è chiamato a testimoniare nella Chiesa la propria appartenenza a Cristo ed a conformarsi a Lui, che è venuto tra gli uomini «non per essere servito, ma per servire». Quindi, egli è figura di Cristo Servo, che dopo aver lavato i piedi ai suoi, disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto?... Se dunque io Signore e Maestro ho lavato a voi i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri» (Gv 13,14). Lavarsi i piedi! Cioè aprirsi all'amore vicendevole e verso tutti, specialmente verso i poveri, i malati, i sofferenti e disporsi a servirli con umiltà e amore in tutte le loro necessità, a cominciare da quelle di natura spirituale, giacché in questo siamo tutti molto poveri. Quindi, diaconi «non per il ministero, ma per il servizio» (cf. At 6,3-6) sui quali «vengono imposte le mani» dal vescovo durante la sacra ordinazione.
Servizio a chi? A Dio Padre, anzitutto, ad immagine di Cristo, fattosi Servo degli uomini; servizio alla sua Parola, di cui dev'essere appassionato annunciatore; servizio liturgico sull'altare per essere "cerniera" di comunione tra il popolo santo di Dio e il presbiterio; servizio umile, generoso e nell'esercizio della carità fraterna verso tutti.
Per questo il vescovo mons. Iannucci mi affidò, già dal 1974, la direzione dell'UNITALSl, di Pescara, in quanto campo specifico di carità evangelica. L'impegno è stato portato avanti in tutti questi anni, coinvolgendo così (soprattutto ad opera di Angela, che aveva saputo trasfondere la diaconia della carità tra i figli e i loro consorti, e negli ambienti del suo apostolato) tanti fratelli e sorelle che hanno accolto l'invito a farsi testimoni di carità in questa benemerita associazione, nata ai piedi della Vergine Santa a Lourdes e da Lei maternamente protetta.
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