Bibbia CEI 2008


Il diaconato in Italia n° 173
(marzo/aprile 2012)

PRESENTAZIONE


Bibbia CEI 2008
di Giuseppe Betori

In questo numero, che ha introdotto la questione della comunicazione nell'era digitale, non può mancare un focus sull'oggetto della comunicazione cristiana, le Scritture sacre. Presentiamo dunque cosa di nuovo ha fatto lo scriba, e verso dove ha volto lo sguardo.

«La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso del Signore, non mancando mai, soprattutto nella santa Liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della Parola di Dio sia del Corpo di Cristo» (Dei Verbum, 21), afferma il Concilio Vaticano II, ricordando subito dopo che le traduzioni sono necessarie affinché «i fedeli cristiani abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura». Nel passato sono state prodotte versioni di straordinaria importanza come quella greca detta dei Settanta e quella latina detta Vulgata; ma anche ora la Chiesa si prende cura «con materna sollecitudine che si facciano traduzioni appropriate e corrette nelle varie lingue, preferibilmente dai testi originali dei sacri libri» (Dei Verbum, 22). Nel 1971 la Conferenza Episcopale Italiana curò la pubblicazione di una traduzione italiana della Bibbia per l'uso liturgico, a cui furono apportati alcuni miglioramenti nel 1974; tale traduzione ha nutrito egregiamente in questi anni le nostre comunità, diventando il testo di riferimento primario per la vita liturgica e spirituale, per l'azione pastorale e per la riflessione teologica.
Questa terza edizione si è resa necessaria dopo che la Santa sede pubblicando la Nova Vulgata ha rivisto l'antica traduzione latina di san Girolamo alla luce delle nuove acquisizioni della critica testuale, sollecitando un aggiornamento in tal senso delle traduzioni nelle lingue moderne.
Nel 1988 la Presidenza della CEI ha costituito un gruppo di lavoro che, con la collaborazione di esperti nei diversi libri biblici, si è dedicato alla revisione della traduzione italiana sulla base dei più accreditati testi critici nelle lingue bibliche originali e secondo i più recenti risultati dell'esegesi contemporanea, correggendo anche inesattezze, incoerenze ed errori della traduzione del 1971-1974, si è cercato nel contempo di recuperare una maggiore consonanza con lo stile delle lingue originali, senza tuttavia compromettere l'intelligibilità del testo fin dal momento della lettura o dell'ascolto.
Particolare attenzione è stata riservata alla corrispondenza dei testi sinottici, alla varietà degli stili e dei generi letterari nei diversi libri della Scrittura, cercando inoltre uniformità e continuità del vocabolario. Ci si è preoccupati di ricercare modalità espressive di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno, evitando per quanto possibile forme arcaiche del lessico e delle sintassi. Si è infine curato il ritmo della frase, per rendere il testo rispondente alle esigenze della proclamazione liturgica e, dove occorra, adatto a essere musicato per il canto.
La proposta di traduzione è stata approvata dai vescovi italiani nel maggio 2002. Ulteriori miglioramenti sono emersi dal confronto tra la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, la Commissione Episcopale per la liturgia e la Segreteria generale della CEI. Il testo è stato definitivamente approvato dalla Presidenza della CEI nella riunione del 17 settembre 2007. Tre giorni dopo è giunta la recognitio della Santa Sede. Anche le introduzioni e le note sono state profondamente riviste, facendo tesoro delle acquisizioni più recenti degli studi biblici. Il commento non ha il medesimo valore "tipico" della traduzione e pertanto è pubblicato sotto l'esclusiva responsabilità della Segreteria generale della CEI, che anche per questo lavoro si è avvalsa di numerosi collaboratori.
È stata condotta a termine una nuova traduzione, ma con ciò si è dato soltanto l'avvio al percorso che deve portare la Parola nel nostro tempo. Come ricorda san Gregorio Magno «le divine parole crescono con chi legge» (Omelie su Ezechiele I, 7,8), perché il loro pieno significato si rivela nella comprensione e nella vita di quanti ad esse si accostano illuminati dalla fede. Pertanto questo libro viene incontro ai suoi lettori non solo nelle pagine che materialmente lo compongono, ma anche con la storia viva del popolo di Dio che nella sua dottrina, nella vita liturgica e nella testimonianza di santità ha costruito e continua a costruire la manifestazione storica della sua verità e quindi l'orizzonte in cui leggerlo e proclamarlo, offrendone un'interpretazione sicura.
Alla pubblicazione della nuova traduzione si accompagna l'auspicio che al termine di un così lungo e complesso lavoro le nostre comunità possano fruire di un testo più sicuro, più coerente, più comunicativo, più adatto alla proclamazione. Ne trarrà vantaggio il nostro servizio perché «la Parola del Signore corra e sia glorificata» (2Ts 3,1), così da diventare «saldezza della fede, cibo dell'anima, sorgente pura e perenne di vita spirituale»(Dei Verbum, 21).

(Roma, 29 Aprile 2008)



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