Anno B – 24 giugno – Natività di san Giovanni Battista




Enzo Bianchi
ASCOLTATE IL FIGLIO AMATO!
Il vangelo festivo (Anno B)
Edizioni San Paolo, 2008

Anno B – 24 giugno – Natività di san Giovanni Battista
• Isaia 49,1-6 • Atti 13,22-26 • Luca 1,57-66.80

IL PIÙ GRANDE TRA I NATI DI DONNA

Ricorre oggi la festa della Natività di san Giovanni il Battista, celebrata dalla chiesa indivisa a partire da data antichissima. Accanto a Maria, la Madre del Signore, Giovanni il Battista è il solo santo di cui la chiesa celebri non solo il giorno della morte, cioè il giorno della nascita alla vita eterna, ma anche il giorno della sua nascita in questo mondo: d'altronde, Giovanni è l'unico testimone di cui il Nuovo Testamento ricordi la nascita, intrecciandola strettamente a quella di Gesù (cfr. Lc 1)...

Giovanni è la lampada preparata per il Messia (cfr. Sal 132,17; Gv 5,35); è il maestro di Gesù, che lo segue come discepolo eppure «gli è passato avanti perché era prima di lui» (cfr. Gv 1,15.30), «più forte di lui» (cfr. Lc 3,16); è l'amico di Gesù, Sposo veniente (cfr. Gv 3,29)... Potremmo affermare che il vangelo è la storia simultanea di profezia e compimento: Giovanni e Gesù, con la loro profondissima singolarità e la loro specifica chiamata, sono abitati da una sostanziale unanimità nel perseguire i disegni di Dio, dalla stessa risolutezza a servizio del Regno. Purtroppo oggi la figura del Battista non ha più il posto che merita nella memoria della chiesa e che di fatto ha avuto dalle origini cristiane fino a metà dello scorso millennio. Eppure se la chiesa celebra ancora come festa la nascita del Battista è perché resta cosciente della centralità rivelativa di questa figura: nei vangeli la buona notizia dell'annuncio del Regno si apre sempre con Giovanni; in particolare, il vangelo dell'infanzia secondo Luca inizia con l'annuncio dell'angelo a Zaccaria e il racconto della nascita prodigiosa di Giovanni, che oggi ascoltiamo.

Giovanni è un uomo che solo Dio poteva dare a Israele. All'origine della sua vicenda c'è una donna sterile e anziana, Elisabetta, e c'è un padre nel tempio, anche lui avanti negli anni: sono i poveri del Signore, «giusti davanti a Dio, irreprensibili in tutte le leggi del Signore» (Lc 1,6), «l'umile resto» che confida solo in Dio (cfr. Sof 3,13), e proprio a loro Dio si rivolge per compiere il suo disegno di salvezza. Nulla può condizionare la scelta di Dio, né questa può essere ostacolata da limiti umani come la vecchiaia e la sterilità: essa chiede solo che si predisponga tutto con fede. Giovanni nasce così, annunciato da un angelo, un messaggero di Dio, al padre sacerdote che sta officiando al tempio (cfr. Lc 1,8-22); è solo un feto di sei mesi quando già riconosce la presenza del Messia e Signore Gesù appena concepito nel grembo di Maria, e nel seno della madre è santificato dallo Spirito che scende su di lei (cfr. Lc 1,39-45).

Quando poi viene al mondo, ecco il nome che fissa per lui la vocazione e missione, nome datogli da Dio tramite il suo messaggero: Jochanan, cioè «il Signore fa grazia». I testimoni di questa nascita sono ricolmi di gioia: «i vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in Elisabetta la sua misericordia, e si rallegravano con lei»; suo padre Zaccaria, impossibilitato a invocare la benedizione sul popolo al termine della liturgia al tempio (cfr. Lc 1,22), ora loda Dio avendo riconosciuto il suo intervento, e scioglie il canto messianico del Benedictus, nel quale si rivolge al figlio con queste parole: «E tu, che ora sei piccolo, sarai chiamato profeta dell'Altissimo, camminerai davanti al Signore» (Lc 1,76). Così è venuto al mondo «colui che è il più grande tra i nati di donna... più che un profeta» (cfr. Lc 7,26.28), secondo la confessione di Gesù su di lui: non è la luce, ma «la lampada che arde e splende» (cfr. Gv 5,35) per testimoniare la luce.

Una volta cresciuto e reso forte nello Spirito egli si manifesta a Israele. Ed ecco che la sua vicenda torna a intersecarsi con quella di Gesù, al punto che gli eventi della sua vita narrati nei vangeli non sono solo prefigurazioni di quelli che accadranno a Gesù, ma sono a essi contemporanei, finché gli uni si sovrappongono agli altri: è probabile che Gesù sia stato per un certo periodo discepolo di Giovanni, condividendo con lui la vita della sua comunità! E anche quando Giovanni sarà ucciso violentemente, la sua vita e la sua missione appariranno in pienezza in quelle di Gesù. Non è certo un caso che il re Erode dica di Gesù: «È Giovanni il Battista risorto dai morti» (Mc 6,14), né che i discepoli riportino a Gesù il giudizio di alcuni contemporanei che pensavano di lui: «È Giovanni il Battista» (Mc 8,28)...


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