da Ogni momento è un dono
riflessioni sul vivere nel presente
di Chiara Lubich
Sia fatta la tua volontà
La carta d'accesso
Dov'è la felicità
Lavoro a due
Vigilanza
Tempo che rimane
Radicarsi in Dio
La tua volontà sia fatta
Fare della terra un cielo
Il pane quotidiano
La carta d'accesso
Vivere la volontà di Dio nel presente con perfezione è trovare la via della propria santificazione.
Non tutti, infatti, possono consacrarsi a Dio, non tutti possono praticare pesanti penitenze, digiuni, veglie, non tutti possono dedicare ore e ore alla preghiera.
Tutti, invece, possono fare la volontà di Dio.
Il fare la volontà di Dio è la carta d'accesso delle folle alla santità.
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Dov'è la felicità
Il fare la volontà di Dio è l'atto più intelligente e fruttuoso che l'uomo possa fare.
L'uomo realizza se stesso nella comunione con Dio, dicendo di sì a lui in ogni momento della sua vita, rispondendo al sì che Dio ha detto creandolo, per amore.
L'uomo trova se stesso in questo rapporto con Dio. Qui è tutta la sua felicità.
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Lavoro a due
È grande sapienza trascorrere il tempo che abbiamo vivendo perfettamente la volontà di Dio nel momento presente.
A volte, però, ci assalgono pensieri così assillanti, sia riguardo al passato o al futuro, sia riguardo al presente, ma concernenti luoghi o circostanze o persone, cui noi non possiamo direttamente dedicarci, che costa grandissima fatica maneggiare il timone della barca della nostra vita, mantenendo la rotta in ciò che Dio vuole da noi in quel momento presente.
Allora, per vivere perfettamente bene, occorre una volontà, una decisione, ma soprattutto, una confidenza in Dio che può raggiungere l'eroismo. «Io non posso far nulla in quel caso, per quella persona cara in pericolo o ammalata, per quella circostanza intricata...
Ebbene io farò ciò che Dio vuole da me in quest'attimo: studiare bene, spazzare bene, pregare bene, accudire bene i miei bambini...
E Dio penserà a sbrogliare quella matassa, a confortare chi soffre, a risolvere quell'imprevisto».
È un lavoro a due in perfetta comunione, che richiede da noi grande fede nell'amore di Dio per i suoi figli.
Questa reciproca confidenza opera miracoli. Si vedrà che, dove noi non siamo arrivati, è veramente arrivato un Altro, che ha fatto immensamente meglio di noi.
L'atto eroico di confidenza sarà premiato; la nostra vita, limitata ad un solo campo, acquisterà una nuova dimensione; ci sentiremo a contatto con l'infinito, cui aneliamo, e la fede, prendendo nuovo vigore, rafforzerà la carità in noi, l'amore.
Non ricorderemo più che significhi la solitudine. Balzerà più evidente, anche perché sperimentata, la realtà che siamo veramente figli di un Dio Padre che tutto può.
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Vigilanza
Per amare Dio occorre fare la sua volontà. Ma la sua volontà si presenta momento per momento. E può essere espressa da circostanze esterne, dai propri doveri, dal consiglio di persone sagge o che ci rappresentano Dio. O anche da un imprevisto doloroso, o gioioso, o noioso, o indifferente.
Chi la comprende è lo spirito attento, l'anima vigile. Non per nulla il Vangelo parla spesso di vigilanza.
Ed è proprio il Vangelo che concentra l'uomo sul presente quando, non volendo che si preoccupi del futuro, fa chiedere il pane al Padre solo per «oggi» e invita a portar la croce di «oggi» e ricorda che basta l'affanno di «ogni giorno». È ancora il Vangelo che ammonisce: «Nessuno che ha messo mano all' aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62).
Noi cristiani, per abituarci a vivere bene il presente, dobbiamo saper dimenticare il passato e non preoccuparci del futuro.
E ciò è sapienza elementare: giacché il passato non esiste più ed il futuro sarà quando diverrà presente. Diceva Caterina: «La fatica che è passata, noi non l'abbiamo, però ch'è fuggito il tempo; quella ch'è a venire, non l'abbiamo, però che non siamo sicuri di avere il tempo»1.
I grandi e i santi conoscono questa norma. S'abituano a discernere tra le varie intime voci quella di Dio. E in questo continuo esercizio il discernimento si fa sempre più facile, perché la voce s'irrobustisce, s'amplifica.
All'inizio forse non è del tutto semplice. Allora occorre, con perfetto abbandono in Dio, credere al suo amore e compiere con decisione quella che si pensa la sua volontà, con la fiducia che, se non lo è, Egli ci rimetterà sul giusto binario. E anche qualora la volontà di Dio apparisse chiara, come quando essa chiama ad un lavoro da compiere per intere ore, c'è sempre una tentazione da vincere, uno scrupolo da cacciare, una preoccupazione da gettare nel cuore di Dio, pensieri peregrini da allontanare, desideri vari cui rinunciare.
Vivere il presente è un'idea e una prassi straordinariamente ricca. Vivere il presente innesta la nostra vita terrena, già sin d'ora, nel corso della vita eterna.
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1. Santa Caterina da Siena, Epistolario, II, Alba 1966, p.97.
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Tempo che rimane
«Come passa presto il tempo!...», diciamo perplessi dalla velocità delle giornate. «Come rimane il tempo!», dovrebbe dir la mia anima se fosse consapevole che ogni ora, ogni attimo è speso tutto nell'adempimento della Tua volontà.
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Radicarsi in Dio
Noi spesso non viviamo la vita, noi sorvoliamo la vita.
Dacci, Signore, di radicarci in Te, ogni attimo, radicandoci nella divina tua volontà di ogni momento. Posseduti da quella, siamo posseduti da Te: e questo vale.
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La tua volontà sia fatta
Chi ama poco Dio, ma in certo modo lo teme, dà alla frase: «Sia fatta la volontà di Dio», solo il timbro della rassegnazione. Chi ama invece veramente e sinceramente Dio, comprende che altro di meglio e di più eccelso non potrebbe compiere. Che può esserci infatti di più grande che seguire un simile Padre che momento per momento ci conduce, parlando attraverso mille voci: le circostanze, gli insegnamenti, i doveri, le ispirazioni, i dolori, gli avvenimenti e i precetti, tutte note d'una melodia composta in cielo e fatta suonare sull' arpa docile dell' anima amante di Dio?
Dio, che ama ciascuno e tutti d'un infinito amore, ha preparato per ognuno una divina avventura varia e variopinta di sacro e di profano, di tragico e nostalgico, di festa e di lutto: quadro stupendo che conosceremo meglio di là quando gli occhi nostri si apriranno nel «lumen gloriae».
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Fare della terra un cielo
Un'esperienza che aiuta moltissimo è quella di "calarsi" nella volontà di Dio del momento presente per fare quella sola.
In tempi così vorticosi dove non ci sono che rumori, che macchine, che tecnologia, l'importante è, per essere veramente in Dio, pur in mezzo a tante cose, calarsi nella sua volontà.
Vedremmo il mondo cambiarsi. Tutti tenderebbero alla santità. I problemi si risolverebbero uno dopo l'altro, in tutti i campi umani. Regnerebbero la pace, la felicità, la salute anche fisica, la terra sarebbe un cielo.
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Il pane quotidiano
«Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6,11).
Oggi. Tu vuoi proprio che viviamo a modo tuo, Signore!
Ma chi, al mondo, vive l'oggi e solo per l'oggi, abbandonato al futuro come gli uccelletti liberi per i quali Tu procuri di che mangiare e vestire?
Vivere per l'oggi semplifica, ma anche terrorizza il nostro essere umano, che vorrebbe abbandonarsi ad un sicuro domani. Eppure il domani potrebbe non esserci... e Tu, Signore, ci vuoi vigilanti, perché ci chiamerai a Te in un'ora e in un giorno a noi sconosciuti, e non puoi contraddirti.
Dacci la grazia allora di vivere bene, per la vita che ci rimane, ogni giorno da te stabilito.
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