da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)
San Massimiliano Kolbe
(dal racconto di un testimone oculare)
Dio si è recato all'inferno
La cella della fame non decretò la sconfitta di Dio, ma divenne un tabernacolo come se - intrufolatosi nell'umile cuore di un francescano Dio si fosse recato all'inferno. La presenza di Padre Massimiliano nel bunker fu necessaria per gli altri. Egli riuscì a rendere loro la pace ed essi si univano a lui e pregavano a voce alta. Si aveva l'impressione di essere in una chiesa.
I prigionieri morivano uno dopo l'altro e ne rimanevano solo quattro, tra i quali padre Kolbe, ancora in stato di conoscenza. Le SS inviarono un individuo per fare un'iniezione di acido fenico. Un testimone racconta: «Vidi padre Kolbe, in preghiera, porgere lui stesso il braccio... Non appena gli uomini delle SS se ne furono andati, entrai. Gli altri corpi erano stesi sul pavimento, con i volti che mostravano i segni della sofferenza. Padre Kolbe era seduto. Il suo corpo era pulito e luminoso. I suoi occhi erano aperti, il suo volto era puro, sereno, raggiante. Kolbe nell'offrire il braccio aveva detto: "Ave, Maria!"». Furono le sue ultime parole.
E. Pepe, Martiri e Santi, Città Nuova, Roma 2006, pp. 472-473
Come il Padre…, vol. I, Amati e chiamati
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