da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)
San Gregorio di Nazianzo
Professione di mansuetudine
Non condannare il fratello, non chiamare empietà la sua viltà, non essere facile a incolparlo o a rigettarlo, tu che fai professione di mansuetudine! Qui mostrati umile, fin dove è possibile; qui anteponi a te il fratello, senza tuo danno, perché qui condannarlo e disprezzarlo equivale ad allontanarlo da Cristo e dalla sola speranza, equivale a tagliare insieme con la zizzania anche il frumento nascosto, e forse un frumento più prezioso di te.
Al contrario, correggi insieme lui - e ciò con dolcezza e amore, non come un nemico, come un medico rigoroso che non sa far altro se non cauterizzare e tagliare -, e insieme riconosci te stesso, e la tua debolezza.
Che è infatti se, soffrendo tu di cispa o di qualche altro malanno alla vista, non vedi il sole chiaro? E se vedi tutto girare perché tu hai le vertigini o sei ubriaco, attribuisci ad altri questo tuo stato? Bisogna riflettere e soffrire molto prima di condannare d'empietà qualcuno!
Discorso sulla moderazione nel disputare, La teologia dei Padri/4, Città Nuova, Roma 1975, p. 126
Come il Padre…, vol. IV, Con Gesù crocifisso e risorto
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