da Come il Padre ha amato me...
365 pensieri per l'anno sacerdotale
(Raccolta per autore)
Card. Carlo Maria Martini
La bellezza del Vangelo rapisce
Il "consigliare" nella Chiesa
Le doti del "consigliere"
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La bellezza del Vangelo rapisce
Non basta deplorare e denunciare le brutture del nostro mondo. Non basta neppure, per la nostra epoca disincantata, parlare di giustizia, di doveri, di bene comune, di programmi pastorali, di esigenze evangeliche.
Bisogna parlarne con un cuore carico di amore compassionevole, facendo esperienza di quella carità che dona con gioia e suscita entusiasmo; bisogna irradiare la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio.
Lettera Pastorale 1999-2000, Milano 1999, pp. 12-13
Come il Padre…, vol. II, Testimoni prima che Maestri
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Il "consigliare" nella Chiesa
Un momento, in cui emerge il comunicare della Chiesa primitiva, lo troviamo negli aggettivi e avverbi che qualificano i modi della comunicazione. Ad esempio, lo scambio dei doni dello Spirito deve avvenire «per l'edificazione della comunità» (1Cor 14,12); il «profetare, uno alla volta, perché tutti possano imparare» (1Cor 14,31); tutto deve svolgersi «decorosamente e con ordine» (1Cor 14,40), «con tutta umiltà» (Fil 2,3) nei rapporti scambievoli; (...) bisogna crescere in un corpo «ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura» (Ef 4,15). Nelle comunicazioni che riguardano l'ammonimento, il rimprovero, occorre procedere «con dolcezza» (Gal 6,1) e l'annuncio deve essere fatto «con franchezza» (Ef 6,20). Se esaminiamo queste e altre qualifiche della comunicazione, ci accorgiamo che emergono alcune costanti: l'ordine, la dolcezza, la diligenza, l'attenzione, la premura, una certa capacità organizzativa affinché non ci sia confusione o dispersione. (...) Il consigliare nella Chiesa si colloca all'interno e ha lo scopo di porre ordine, unità, umiltà, mansuetudine, aiutando a superare l'impulsività, gli interventi inopportuni, intempestivi, l'incapacità a raccogliere le idee e a metterle insieme.
Il consigliare nella Chiesa, Al Consiglio pastorale diocesano, 15 aprile 1989
Come il Padre…, vol. III, Testimoni di Gesù vivo
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Le doti del "consigliere"
La comprensione amorevole delle complessità della vita in genere e della vita ecclesiastica in specie. I consigli rigidi, senza misericordia, anche magari sotto il pretesto evangelico - lo richiede il Vangelo, dunque bisogna farlo! - mancano di questa qualità fondamentale, che è la comprensione per la miseria umana, per la gradualità. (...) Un grande senso del consiglio come dono. Essendo dono, va richiesto nella preghiera e non si può presumere di averlo. Essendo dono, dobbiamo avvicinarci ad esso con distacco. Il consiglio non è un'arma di cui posso servirmi per mettere al muro altri: è un dono a servizio della comunità (...).
Il consigliare è il momento dell'indagine e della creatività. Bisogna istruire la causa non rapidamente, esprimendo il primo parere che affiora alla mente, bensì indagando sulle situazioni, condizioni, soluzioni (...).
La contemplazione del volto di Gesù e del volto della Chiesa a cui si tende. (...) Il decidere nella Chiesa ha lo scopo di configurare sempre meglio il volto del suo Signore (...). L'immagine fraterna di Chiesa è un riflesso del volto di Gesù, lo scopo di tutto il cammino ecclesiale.
Card. Carlo Maria Martini
Il consigliare nella Chiesa, Al Consiglio pastorale diocesano, 15 aprile 1989
Come il Padre…, vol. IV, Missione senza confini
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