La scomoda coerenza dell'essere diacono


Il diaconato in Italia n° 208
(gennaio/febbraio 2018)

PASTORALE


La scomoda coerenza dell'essere diacono
di Gaetano di Laura

Essere diacono nella famiglia e soprattutto nel mondo del lavoro traduce ciò che sono e che rappresento dandomi possibilità infinite di riflessione. La figura del diacono permanente si permea di una identità definita che si incentra su una specifica vocazione, una vocazione familiare che richiama il "servizio". Il servizio come uno dei doni caratteristici del popolo di Dio.
Il mio contributo consiste nel conciliare tutte le varie sfaccettature rendendo la Diaconia un modo di essere della mia persona, abbracciando globalmente le mie realtà, inserendomi a 360 gradi considerando sempre che. il sacramento dell'Ordine è parte di me. Incide sul mio essere uomo, sposo, padre e in gran parte professionista e lavoratore. Portare Cristo in ogni luogo e in ogni circostanza presuppone un forte impatto che si ripercuote inevitabilmente anche in ambito lavorativo. La coerenza che cerco di vivere costantemente mi rende testimone scomodo, allargando al mondo il carisma proprio del diaconato.

Per "essere Chiesa"
Coniugare tutto questo spesso non mi è così facile, la mia vita contempla l'altare, ma allo stesso tempo la spesa, i figli, la sussistenza familiare con tutti i pensieri e i problemi che ne conseguono. Con dedizione porto avanti ogni mia attività, con grande libertà mi muovo trovando l'energia ed il sorriso per cercare di essere accogliente e disponibile, piccolo "miracolo" della grazia sacramentale. Sono presente nel mio essere Chiesa portando tra il clero il mondo della famiglia, del lavoro e della professione, riflettendo quelle dimensioni della bellezza creativa e dell'esperienza solidale e partecipante, ma anche della fatica e delle sue ferite, dell'iniziativa coraggiosa che innesta la mia vocazione in un discorso ampio di alcune fondamentali scelte di vita. L'affidabilità, il rigore, l'onestà partecipata nell'ambito del lavoro mi ha dato sempre alla lunga grandi risultati, essere ciò che sono, "custode del servizio fuori e dentro la Chiesa", ha chiuso tante porte aprendo successivamente grandi portoni, dove sono entrato con la mia storia che si riveste di una stola trasversale.
Nell'ultimo anno come Direttore Diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro (PSL) Giustizia Pace Salvaguardia del Creato della Chiesa di Velletri-Segni mi sono confrontato oltre che con la mia, con le differenti realtà lavorative e imprenditoriali presenti sul territorio cercandone possibilità occupazionali e innovative per inserire giovani di formazione cristiana. L'impegno diocesano punta su questo, realizzando una maggiore informazione che veicoli più facilmente urgenze e proposte, una nuova attenzione ai giovani, alla tutela del creato, al mondo del lavoro nel suo contesto pastorale-sociale, connesso al mondo reale e alle sue possibilità promuovendo iniziative correlate ad effettive possibilità di sviluppo.

Talenti e nuove competenza
La PSL si compone di una rinnovata equipe che si sta riorganizzando, formata da giovani ed adulti dalle varie esperienze e dalle differenti specifiche che vanno ad integrarsi diversificando talenti ed attitudini per diffondere e dare l'abbrivio a nuove iniziative. Come risorsa attuativa relativa al tema centrale del lavoro la PSL propone il "Progetto Policoro", risposta della Chiesa, che entra con energia nel nucleo affollato delle risorse sociali in risposta al problema, creando nuove opportunità che danno vita a idee e progetti di imprenditoria giovanile. L'ascolto delle eventuali proposte al vaglio considera un percorso tutoriale seguito dagli Animatori di Comunità (ADC), tramite i quali la Pastorale del Lavoro e la Diocesi vengono rappresentate.

Scuola di formazione a tutto tondo
Ad oggi abbiamo due ADC, uno al terzo anno di attività ed uno al primo che danno voce e corpo all'imprinting socio/economico che la PSL offre inserendo a livello globale possibilità di realizzo ed ampliamento conoscitivo. Prenderci cura della nostra gioventù non è solo un dovere, ma un obbligo morale, offrendo esperienza e guida attiva. L'allarme "ecologico", campanello assordante che risuona nelle indicazioni pastorali, e la tutela del Creato sono un altro punto chiave che ci apre nuove rotte di navigazione verso la conoscenza, la sensibilizzazione e la formazione. A supporto di ciò la PSL programma la ripresa di una scuola di "formazione politica", fonte di una morale fondante, volta a contemperare un'etica cristiana che possa educare le nuove generazioni al rispetto per la vita, per la giustizia e per il bene comune.
Massima espressione di aggregazione, di Chiesa e comunità è stata la partecipazione alla 48a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Cagliari dal 26 al 29 ottobre scorso. Una bella e forte esperienza densa di un intenso significato che andava oltre la possibilità di essere lì. Il lavoro è "la priorità assoluta" per il paese, il lavoro che vogliamo, "libero, creativo, partecipativo e solidale", la Settimana Sociale, evento ecclesiale italiano per eccellenza del 2017, ha chiamato Chiese locali e laicato italiano a costruire stando dove la gente vive, soffrendo le difficoltà di un mondo in trasformazione e che non smette di sperare. Durante questi giorni ho potuto riscontrare con piacere molti gesti concreti, realtà vive nate nel lavoro etico e solidale, iniziative basate dando importanza alla persona, al lavoratore piuttosto che al lavoro: «la promozione di un lavoro degno e dignitoso passa dunque dalle scelte di ciascuno di noi e, in particolare, dai valori che viviamo sul lavoro, nelle nostre relazioni sociali e in famiglia, nonché nel grado di integrità dei nostri comportamenti».
Mi sono confrontato con belle attività nate dal "Progetto Policoro" che testimoniavano impegno e dedizione. È stato un tempo fecondo e formativo che sicuramente mi ha arricchito. Questa settimana sociale si è chiusa con un importante risultato interno e con la consapevolezza di aver seminato una serie di proposte operative che sicuramente potranno dare frutto.

Alcune iniziative concrete
E il presidente della CEI card. Gualtiero Bassetti ha detto concludendo domenica 29 ottobre la fase di dibattito a Cagliari: «Ritorniamo a casa sentendo la responsabilità di dover dare corpo ad alcune iniziative concrete, alle quali qui abbiamo dato un nome, ma che ora attendono di essere concretizzate, in un cantiere nel quale siamo chiamati a spenderci con convinzione».
«La persona fiorisce nel lavoro» - ha detto con forza Papa Francesco -, i frutti della terra e del lavoro sono per tutti, valori e integrità nei comportamenti testimoniano in modo autentico, ed il lavoro come espressione dignitaria dell'uomo ci distingue in quanto creature, la vita è un dono che va sostentato e per me l'essere diacono è un valore aggiunto che tende al conformarsi a Cristo-Servo rispecchiandosi nella brocca di un catino e di un grembiule, simboli emblematici di un'esistenza in camice e dalmatica.

(C. Di Laura è diacono permanente della diocesi di Velletri-Segni, direttore diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia Pace Salvaguardia del Creato)


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