II Domenica di Pasqua (B)
Letture Patristiche

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Letture Patristiche della Domenica
Le letture patristiche sono tratte dal CD-Rom "La Bibbia e i Padri della Chiesa", Ed. Messaggero - Padova, distribuito da Unitelm, 1995.


ANNO B – II Domenica di Pasqua

«DOMENICA DI SAN TOMMASO»

Atti 4,32-35 • Salmo 117 • 1Giovanni 5,1-6 • Giovanni 20,19-31
(Visualizza i brani delle Letture)


1. Sant'Agostino vescovo, Discorso 375/C (Discorso tenuto nel quinto giorno dopo la Santa Pasqua. Patrologiae latinae supplementum 2, 489-494)
2. Sant'Agostino vescovo, Discorso 145/A (Dall'evangelo di Giovanni (20, 26-28): passo in cui Tommaso toccò le cicatrici del Signore, tenuto la Domenica dell'Ottava di Pasqua. PLS 2, 535)



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1. Sant'Agostino vescovo, Discorso 375/C
Discorso tenuto nel quinto giorno dopo la Santa Pasqua
(Patrologiae latinae supplementum 2, 489-494)

Incredulità di Tommaso
1. La lettura odierna del santo Evangelo ha parlato ancora una volta della manifestazione del Signore ai suoi fedeli, gli Apostoli di Cristo, lo mostra mentre convince il discepolo incredulo. Uno dei dodici discepoli infatti, l'apostolo Tommaso, non aveva accordato fiducia non solo alle donne, ma neppure agli uomini che avevano annunziato la risurrezione di Cristo Signore. E tuttavia egli era un Apostolo che sarebbe stato mandato a predicare il Vangelo. Quando in seguito cominciò a predicare Cristo, come poteva pretendere che a lui si credesse su ciò che egli stesso non aveva creduto? Credo che arrossisse di sé quando esortava gli increduli. Gli avevano detto i suoi compagni, quelli che erano Apostoli insieme con lui: Abbiamo visto il Signore. Ed egli aveva risposto: Se non avrò messo le mie mani sul suo costato e il dito nelle piaghe dei chiodi, non crederò (Gv 20,25). Toccare voleva, a garanzia della sua fede. Ma se il Signore era venuto per essere toccato, come mai disse alla Maddalena, in quel brano che possiamo leggere poco sopra: Non mi toccare, perché non sono ancora salito al Padre (Gv 20,17)? A quella donna che credeva in lui disse: Non mi toccare; all'uomo che non credeva dice: "Tocca". Maria era infatti corsa al sepolcro e sulle prime aveva creduto che il Signore, che le stava lì davanti, fosse l'ortolano, e aveva detto: Signore, se lo hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto ed io andrò a prenderlo (Gv 20,15). Il Signore come risposta pronunciò il suo nome: Maria. E subito ella riconobbe la voce del Signore nel suono del suo nome. Egli la chiamò ed essa lo riconobbe. La rese felice con quel richiamo perché così si fece riconoscere. Subito dunque, come udì il suo nome da quella voce autorevole e con l'inflessione abituale, anch'essa rispose come era solita: Maestro (Gv 20,16). Dunque Maria aveva creduto. Eppure il Signore le disse: Non mi toccare; non sono ancora salito al Padre.

Umanità assunta da Cristo
2. Ma or ora, nella lettura che avete appena ascoltato, che cosa avete sentito dire da Tommaso? "Non credo se non avrò toccato". E il Signore a Tommaso: "Vieni, tocca, stendi le tue mani, mettile nel mio fianco e non voler essere incredulo ma credente" (Gv 20,26.27). In sostanza disse: "Se non ti basta che mi presenti ai tuoi occhi, ecco mi presento anche alle tue mani. Forse sei uno di quelli che cantano nel Salmo: Nel giorno dell'angustia ho ricercato il Signore; di notte l'ho cercato con le mie mani tese verso di lui" (Sal 73,6). Perché cercava con le mani? Perché cercava di notte. Che significa che cercava di notte? È che portava nel cuore le tenebre della mancanza di fede. Questo fatto non è limitato a quella circostanza: avvenne anche per coloro che avrebbero in seguito negato la vera umanità del Signore. Cristo avrebbe potuto risanare le ferite della sua carne al punto da non fare apparire neppure le impronte delle cicatrici. Aveva il potere di non mantenere nelle sue membra il segno dei chiodi, di non mantenere la ferita del costato. Ma permise che quelle cicatrici rimanessero nella carne perché fosse tolta dai cuori degli uomini la ferita della miscredenza e perché i segni delle ferite lasciassero un'impronta nell'animo. Lui, che lasciò fissi sul suo corpo i segni dei chiodi e della lancia, sapeva che in futuro ci sarebbero stati eretici tanto empi e distorti da affermare che il Signore nostro Gesù Cristo simulò di avere la carne e che avrebbe detto menzogne ai suoi discepoli e ai nostri Evangelisti quando disse: "Tocca e vedi". Ecco, Tommaso dubita. E in qual modo dubita? Dice: Se non toccherò, non credo. E in seguito sentirà radicata la fede per questo contatto. Se non toccherò - dice - non crederò. Supponiamo che ci sia qui un manicheo. Che cosa direbbe? Che Tommaso vide, toccò, palpò le impronte dei chiodi, ma che era una carne falsa. Dunque anche se fosse stato là presente non avrebbe creduto neanche toccando.

A Tommaso è permesso toccare il Risorto, a Maria no
3. Consideri dunque la Carità vostra che rovina orrenda sarebbe questa, che abominevole falsità, che incredibile empietà. Vedete che differenza con la santa Maria Maddalena che, appena sentito dirsi: Maria, per una sola parola di Cristo credette che era risorto. Tra la fede di costei e la fede di quelli che appena videro Gesù nello spezzare il pane, subito credettero, che differenza pensiamo che ci sia? Quale? Essa vide in una situazione di penombra, essi chiarissimamente. Tuttavia [agli uni e] all'altra bastò vedere per credere. Poi apparve a tutti. Credettero di vedere uno spirito (Lc 24,37). Produsse in loro un'opinione falsa ma subito vi s'innestò sopra una certissima verità. Essi pensarono di vedere uno spirito. Anche i manichei credono questo, che Cristo fosse uno spirito, che non fosse carne. Se fosse vero che Cristo voleva i suoi discepoli a questo livello di conoscenza, rimani pure anche tu in questa credenza; se credi che Cristo fosse solo spirito e apparisse come un fantasma, cioè che non ci fosse vera carne in Cristo, ebbene anche i discepoli prima avevano creduto ciò. Sei stato ferito nella tua fede come i discepoli, ora insieme con essi sii risanato. Quando i discepoli credettero questo, cioè che Cristo fosse spirito e che quel che vedevano fosse un'apparizione, non una realtà, cosa fece il Signore? Disse: Perché sorgono dubbi nel vostro cuore? (Lc 24,38). Nessun nemico vi assale dal di fuori; è la vostra interna supposizione che uccide le vostre anime. Voi pensate qualcosa sul mio conto. Quali sono i pensieri che sorgono nel vostro cuore? Quali supposizioni? Essi credevano di vedere un fantasma. Il Signore teme queste supposizioni, teme che spengano la fede dei discepoli. Dunque evitate di fare tali supposizioni. Se ha dei dubbi chi è medico, tanto meno va sicuro il malato. Quali dubbi sorgono nel vostro animo? Guardate le mie mani e i miei piedi. Toccatemi e guardate. Un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho (Lc 24,39). Videro e toccarono e credettero e ne divulgarono la notizia. E i manichei ancora sono fermi alla contraddizione di Tommaso: Non credo se non avrò toccato (Gv 20,26.27). Dunque non essere incredulo. Sarebbero false le cicatrici del Signore e vere le parole dei manichei? Lungi da noi. E invece vere sono le parole del Signore, vere ossa mostrò, vere cicatrici; vere membra portò in cielo; ma non portò in cielo la corruzione. Quella carne disse: "La morte è morta".

Cristo via Cristo patria
4. Torniamo ora a quel problema che riguarda la santa Maria. Ecco, egli è toccato dai discepoli e dice: Toccatemi e guardate, un fantasma non ha carne e ossa come vedete che ho io (Lc 24,39). È toccato da Tommaso in dubbio, che poi esclama: Mio Signore e mio Dio! (Gv 20,28). E a lui il Signore: Perché mi hai veduto hai creduto, beati quelli che pur non avendo visto crederanno (Gv 20,29). Quelli ai quali tu porterai notizia di me hanno una fede superiore alla tua: perché tu annunzi qualcosa che hai visto, che hai toccato, qualcosa che soltanto dopo aver visto e toccato hai creduto. Invece a te crederà chi non ha né visto né toccato. Tu mi vedi e non mi credi. Poi mi tocchi e appena allora a mala pena mi credi. Altri invece, al solo ascoltare te, credono in me. Tu mi potresti domandare: "Che cosa significa il fatto che a Tommaso è dato il permesso di toccare e invece a Maria vien detto: Non mi toccare"? In quel passo lui stesso ne disse il motivo: Perché non sono ancora salito al Padre mio (Gv 20,17). Come si spiega? Qui sei in terra e proibisci che ti si tocchi. Quando sei salito chi ti può toccare? E sulla terra rifiuti il contatto con la mano. A questo punto potremmo brillantemente arguire e dire: "Bene ha fatto il Signore a riservare il contatto a chi non credeva; a costei non accorda il contatto perché già credeva". Che bisogno c'era di toccare e di controllare quello che già aveva riconosciuto alla voce? E tuttavia il Signore non si fermò lì. Dopo aver detto: non mi toccare, disse la ragione: perché non sono ancora salito al Padre mio. Una volta salito tocca pure. Che cosa è questo toccare una volta salito al Padre? Il fatto è che tu tocchi uno uguale al Padre. Che cosa significa: "toccare l'uguale al Padre"? Significa toccare Dio, cioè credere in Dio. È facile quello che ti appare alla vista. La forma del servo è stata assunta da Dio per te; è solo il vestito di Dio, non è gran cosa vedere un aspetto umano. Lo videro anche i Giudei che lo uccisero. Non lo videro i Gentili, e credettero. Egli disse dunque: "In quel modo che mi vedi, membra nella carne, aspetto che ti è noto, così come mi vedi non mi toccare". Cioè: non rimanere a questo punto; non capire solo fino a questo livello. Non è qui il confine della tua fede. Voglio sì che tu creda me uomo, ma non rimanere lì. Allunga la mano della fede. Non rimanere lì.

Il contatto della fede
5. Non toccare alla maniera in cui "toccò" Fotino l'eretico: disse che Cristo era uomo, nulla più. Non capì, non penetrò, non toccò. Il Verbo si fece carne e abitò tra noi (Gv 1,14). Perché la Maddalena non pensasse che Cristo fosse solo uomo disse: "Non mi toccare così, davanti a te c'è solo il mio vestito; osserva invece l'opera che si fa nel cielo, metti qui la mano del cuore e allora, quando salgo al Padre, mi toccherai". Così ti hanno toccato quelli che hanno dichiarato la loro fede: È asceso al cielo, siede alla destra del Padre (Es symbolo apostol.). Ecco così lo tocca la Chiesa di cui Maria era figura. Tocchiamo Cristo, tocchiamolo! Credere è toccarlo. Ma non stendere la mano solo fino al confine dell'umano. Di' quello che ha detto Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo (Mt 16,16). Cristo non ti appaia solo uomo, perché se lo tocchi così come ha detto l'eretico, sarai come Fotino. Ancora una volta: non evitare di vedere l'uomo in Cristo, ma non rimanere lì. Non ti dico di allontanarti. Che cosa ti voglio dire? Non rimanere lì. Chi vuol rimanere in strada non giunge a casa. Alzati, cammina: Cristo-Uomo è la tua via, Cristo-Dio è la tua patria. La patria nostra è la Verità e la Vita (Gv 14,6); la nostra via il Verbo che si è fatto carne e ha dimorato tra noi (Gv 1,14). Eravamo esitanti ad intraprendere il cammino. Venne a noi la Via. E ora che la Via è venuta a noi, camminiamo! Cristo-Uomo è la nostra Via; non abbandoniamola, per raggiungere il contatto col Figlio Unigenito di Dio, uguale al Padre, che trascende ogni cosa creata, coeterno al Padre, giorno senza la misura del giorno, autore della fede. Camminiamo per questa strada per arrivare al contatto con lui.

Cristo Dio Cristo carne vera
6. Lo toccò anche colei che pativa di emorragia. Quale grande fede ci fu in lei se il Signore ebbe a dirle: "Fatti avanti e manifestati alla gente, abbi lode per la ragione per cui hai avuto anche la salvezza! Va', figlia, la tua fede ti ha salvato. Va' in pace (Mc 5,34; Lc 8,48)". Se domandi quale fosse la sua fede, ascolta. Essa disse nel suo cuore: Se soltanto riuscirò a toccare una frangia del suo mantello, sarò guarita (Mt 9,21). Essa toccò per avere quello che credeva, non per avere prova di qualcosa in cui non credesse. Fu allora che il Signore domanda: Chi mi ha toccato? Non sa il Signore chi lo ha toccato? Vede i pensieri e interroga su un gesto? Che cosa significa: Chi mi ha toccato? "Ora vi mostrerò chi è che mi ha toccato: la fede mi ha toccato. Essa, col suo contatto, ha fatto uscire da me la virtù [della guarigione]. Anche dove non sono stato presente, dove non ho camminato, dove non sono nato, lì si è potuto credere in me. Un popolo straniero mi ha servito (Sal 17,45)". Meraviglia del toccare, del credere, del domandare! E questo in una donna spossata per le perdite di sangue, come nella Chiesa afflitta e ferita per l'effusione del sangue dei martiri, ma piena delle virtù della fede. Essa aveva speso prima tutta la sua sostanza in medici, cioè negli dèi delle genti, che mai erano riusciti a guarirla: alla Chiesa il Signore non diede la sua presenza corporale ma quella spirituale. Dunque, la donna che toccava e il Signore toccato si riconobbero. Ma perché imparassero a toccare quelli che dovevano conoscere la salvezza, disse: Chi mi ha toccato? E i discepoli risposero: Le folle ti schiacciano e tu domandi: Chi mi ha toccato? (Lc 8,45). Come se fossi su di un luogo elevato dove nessuno ti sfiora, domandi chi ti ha toccato tu che sei a contatto con la folla che ti stringe da ogni parte? Ma il Signore disse: "Qualcuno mi ha toccato (Lc 8,46); ho sentito più il contatto di una sola, che la folla che stringe". La folla sa far pressione. Dio voglia che impari a "toccare"!

Che cosa insegna la fede sul Verbo incarnato
7. La conclusione del nostro discorso sia, o fratelli, che noi crediamo nel Signore nostro Gesù Cristo che era prima di Abramo, prima di Adamo, prima del cielo e della terra, degli Angeli e degli Arcangeli, delle Sedi e delle Dominazioni, dei Principati e delle Potestà, prima di tutte le cose create e fatte, che si vedono e che non si vedono, al di fuori di ogni spazio di tempo, al di fuori della numerazione degli anni, coeterno al Padre, uguale al Padre, vero Unigenito del Padre, Virtù e Sapienza del Padre; ugualmente eterno, ugualmente immortale, e veramente immortale perché assolutamente immutabile; come lui invisibile, perché incorporeo; ugualmente potente, anche lui onnipotente. Tale crediamo l'Unigenito Figlio di Dio. Ma dopo quello che abbiamo detto, che Gesù Cristo è suo Figlio unico, Signore nostro, ricordate quello che segue: nato dallo Spirito Santo e da Maria Vergine (Es symbolo apostol.). È nato da madre senza padre quaggiù sulla terra Colui che è nato su in alto dal Padre prima dei tempi, senza madre, lui che avrebbe creato lo scorrere del tempo. Generato da carne vera, ora rimarrà in carne vera sino alla fine dei tempi. La sua carne peraltro, che aveva somiglianza con la carne del peccato, carne di peccato non era. Donde questa somiglianza? Perché era carne mortale. E in virtù di che cosa non era carne di peccato? Perché era venuta attraverso la fede della Vergine. E così la stessa carne di Cristo crebbe, giunse ad età giovanile. In essa Cristo ebbe fame e sete, mangiò, bevve, si stancò, riposò, dormì; nella carne tutte queste cose: in peccato mai. In essa soffrì e si manifestò uomo il Dio nascosto, che cercava l'uomo nell'uomo, che cercava l'uomo perduto attraverso quello accolto; in favore dell'uomo in essa soffrì cose indegne da parte degli uomini. Era carne vera quell'uomo che fu preso dai Giudei, quello che mangiò la Pasqua con i suoi discepoli. Carne vera schiaffeggiarono i Giudei, a carne vera i Giudei posero le spine, affissero in croce carne vera gli increduli. Senza fede, i miserabili trafissero con lancia la sua carne mentre lo spirito se ne andava; carne vera deposero dalla croce i discepoli e posero nel sepolcro. La Verità risuscitò carne vera. La Verità mostrò ai discepoli carne vera dopo la risurrezione. La Verità mostrò cicatrici di carne vera alle mani che lo palpavano. Arrossisca dunque la falsità, poiché ha vinto la Verità.

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2. Sant'Agostino vescovo, Discorso 145/A
Dall'evangelo di Giovanni (20, 26-28): passo in cui Tommaso toccò le cicatrici del Signore, tenuto la Domenica dell'Ottava di Pasqua (PLS 2, 535)

L'apostolo Tommaso tocca la carne di Cristo, proclama la divinità
1. Avete ascoltato come ricevano maggior lode dal Signore coloro che non vedono e credono, di quelli che vedono e credono, ed ebbero anche la possibilità di toccare. L'apostolo Tommaso era infatti assente quando il Signore si era mostrato ai suoi discepoli; e, sentendo dire da loro che Cristo era risorto, disse: Se non avrò messo la mia mano nel suo costato, non crederò (Gv 20,26). Che si potrebbe dire allora se il Signore fosse risorto senza le cicatrici? Non poteva infatti risuscitare la propria carne in modo che non vi restasse alcuna traccia di ferite? Lo poteva: ma se non avesse conservato le cicatrici nel proprio corpo, non avrebbe risanato le ferite nel nostro cuore. Venne toccato, e fu riconosciuto. Era poco vedere con i suoi occhi [per Tommaso], voleva credere con le sue dita. Vieni - disse - metti qui le tue dita; non ha tolto ogni traccia, ha conservato di che tu possa credere: e guarda il mio costato, e non essere incredulo, ma credente. Ma appena quello si rese conto dell'evidenza di ciò che gli era rimasto dubbio, esclamò: Signore mio, e Dio mio (Gv 20,28). Toccava la carne, proclamava la divinità. Che toccò? Il corpo di Cristo? il corpo di Cristo era forse la divinità di Cristo? La divinità di Cristo era il Verbo; l'umanità di Cristo era l'anima e la carne. Quello non poteva infatti toccare l'anima ma poteva capire che il corpo che era stato esanime si muoveva vivo. Quel Verbo, invece, né si muta, né si tocca, né diminuisce, né si accresce; perché in principio era li Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Questo proclamò Tommaso: toccava la carne, invocava il Verbo, perché il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14).



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