XXVII Domenica del Tempo ordinario (B)

Omelie - Il Vangelo della domenica
a cura di L'Amicizia presbiterale "Santi Basilio e Gregorio"
Comunità di preti della diocesi di Modena-Nonantola
Vita Pastorale (n. 9/2018)



ANNO B – 7 ottobre 2018
XXVII Domenica del Tempo ordinario

Gen 2,18-24
Eb 2,9-11
Mc 10,2-16
(Visualizza i brani delle Letture)

NON CASI LEGALI, MA STORIE UMANE

Il Vangelo è il libro più saggio e intelligente che esista. Siamo noi uomini, più spesso gli uomini religiosi, a ridurlo stupidamente a libro di regole e di comportamento. E infatti sono proprio degli uomini religiosi, alcuni farisei, a interrogare Gesù su una questione, quella del divorzio, controversa e spinosa. Interrogano Gesù in modo stupido, perché pongono tutto su una questione di regole: è lecito a un marito ripudiare la propria moglie?
È lecito... per questi uomini le fatiche delle persone sposate e le crisi matrimoniali sembrano casi legali, non storie; li trattano come casi per i quali occorre conoscere le norme da applicare. Per loro tutto resta racchiuso nella domanda: si può o non si può fare? Se è permesso sei a posto con la coscienza e con Dio, perché sei in regola. Se non si può, allora sono guai e sei tagliato fuori. Vizio vecchio e sempre attuale quello di ridurre tutto a una regola da osservare. Come quelli che si sentono a posto perché non fanno niente di male, ma non si chiedono quale bene stanno facendo. O come quelli che chiedono qual è il minimo di frequenza al catechismo per "avere" il sacramento.
Ma a Gesù la questione legale non interessa, perché la vita e le relazioni non sono casi ma storie. Così come la fede e i sacramenti non sono premi che si ottengono con la raccolta punti. Gesù sposta la questione su un piano più alto, richiamando il disegno di Dio sulla coppia umana. Gesù risale all'origine, al cuore e al desiderio di Dio, che viene prima di ogni norma o legislazione: il desiderio di Dio è che l'uomo e la donna che si legano in alleanza diventino una cosa sola. Non sono più due, ma una carne sola.
Gesù chiude il dialogo con i discepoli abbracciando dei bambini. Coloro che non hanno diritti né un ruolo nella società. Rappresentano tutti quelli che sono ai margini. Sembra che il Vangelo ci voglia aiutare a rispondere a una domanda seria e profonda: "E chi non riesce a vivere la misura alta del Vangelo"? Chi non riesce a mantenere le promesse fatte e si scopre fragile e peccatore?

Se il Vangelo fosse una legge come intendono i farisei, chi ha sbagliato sarebbe fuori: imperdonabile, escluso dalla comunione. Ma Gesù si pone sul piano del Vangelo, che è buona notizia, una parola che spinge a un amore più grande e risolleva chi ha fallito nell'amore, perché possa riprendere la strada. Il Vangelo è misericordia. Gesù ci indica la strada: siamo chiamati a proclamare con forza l'altezza e la bellezza del Vangelo. Il matrimonio cristiano è storia d'amore fedele: l'essere una carne sola per essere segno dell'amore di Dio.
Gesù però sa bene che la relazione tra uomo e donna va misurata sui tempi lunghi di una storia d'amore, nella quale possono avvenire cadute e crisi. Proprio in queste storie ferite la Chiesa come Gesù è chiamata a chinarsi sugli ultimi e i piccoli con grande umiltà e dolcezza. Come ha ricordato Francesco: «Noi siamo chiamati a essere Chiesa che senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del sacramento del matrimonio, non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l'olio e il vino sulle ferite degli uomini».


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