Anno C – 31a domenica del Tempo Ordinario


Enzo Bianchi
OGGI SI COMPIE PER VOI LA SCRITTURA
Il vangelo festivo (Anno C)
Edizioni San Paolo, 2009

Anno C – 31a domenica del Tempo Ordinario

• Sapienza 11,22-12,2 • 2 Tessalonicesi 1,11-2,2 • Luca 19,1-10

LA SALVEZZA DELLE NOSTRE STORIE

Gesù Cristo è «il Figlio dell'uomo, venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto»: questa è la buona notizia del vangelo odierno, un annuncio di grande consolazione per i poveri peccatori che noi siamo.

Gesù, in cammino verso Gerusalemme, deve attraversare Gerico: qui abita Zaccheo, un uomo che si è arricchito in modo disonesto grazie al suo mestiere di capo dei pubblicani. Questo peccatore pubblico ha nel cuore un profondo desiderio di conoscere Gesù, come mostra il suo comportamento: gli corre incontro e, data la sua bassa statura, sale su un albero di sicomoro per poter superare l'ostacolo della folla e scorgerlo mentre passa. Zaccheo non si vergogna di rendersi ridicolo agli occhi altrui: il desiderio che lo abita è più forte di ogni sentimento...

Ed ecco che Gesù, attento a ciò che accade intorno a sé e capace di cogliere ciò che brucia nel cuore degli uomini, precede Zaccheo, posa il suo sguardo su di lui e lo chiama: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». L'altro, meravigliato che Gesù possa incontrare lui, un pubblico peccatore, scende in fretta e lo ospita pieno di gioia. Qui potrebbe finire il racconto, con Gesù che resta a casa di questo pubblicano, risvegliando in lui il desiderio di vita piena, di salvezza. Invece i benpensanti non sopportano la libertà di Gesù e non tollerano che egli si rivolga di preferenza ai peccatori manifesti, narrando così il desiderio di Dio di «salvare tutti gli uomini» (cfr. 1Tm 2,4), a partire proprio da quelli additati come «perduti» (cfr. Lc 15). Qui si registra addirittura una condanna generalizzata: «Tutti mormoravano: "È entrato in casa di un peccatore !"»...

La prima reazione a tale giudizio è quella di Zaccheo, che esclama: «Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri; e se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Zaccheo mostra che l'incontro con Gesù ha causato in lui la conversione, ed ecco lo dice: si impegna a compiere un gesto concretissimo che riguarda proprio le sue ricchezze, per le quali si era smarrito nel peccato! Egli pronuncia queste parole rivolgendosi al Signore Gesù: coloro che sono così ciechi da non riconoscersi peccatori continuino pure a disprezzarlo, ma egli non si cura di loro, perché ha ormai deciso di rispondere all'appello del Signore e di far discendere le sue azioni dalla comunione con lui. Lo sguardo amante del Signore spinge Zaccheo a mutare il suo stesso sguardo, a vedere negli altri uomini non un'occasione di guadagno, ma persone vittime della sua ingiustizia, alle quali egli deve restituire il maltolto; non solo, ma egli vuole condividere i suoi beni con i poveri...

Gesù commenta queste parole con un' affermazione straordinaria: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo». Egli sa vedere un uomo e un figlio di Abramo dove gli altri vedono solo un peccatore, e a quest'uomo offre la salvezza. Ora, se è vero che la massima esperienza di salvezza che possiamo fare qui sulla terra consiste nella remissione dei peccati (cfr. Lc 1,77), Gesù ha donato la salvezza di Dio alle persone che incontrava mediante la com-passione del loro preciso peccato, del bisogno particolare che le segnava: in questo modo Gesù ha manifestato che la storia di salvezza, il grande disegno di Dio compiuto attraverso la sua vita, morte e resurrezione, passa attraverso la salvezza delle storie personali di ogni singolo essere umano.

Come è entrata quel giorno nella casa di Zaccheo, così la salvezza portata dal Signore Gesù può entrare ogni giorno nelle nostre case. Per accoglierla dobbiamo confessare con cuore sincero: «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, il primo dei quali sono io» (1Tm 1,15)!


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