Anno C – 7a domenica del Tempo Ordinario



Enzo Bianchi
OGGI SI COMPIE PER VOI LA SCRITTURA
Il vangelo festivo (Anno C)
Edizioni San Paolo, 2009

Anno C – 7a domenica del Tempo Ordinario

• 1 Samuele 26,2.7-9.12-13.22s • 1 Corinzi 15,45-49 • Luca 6,27-38

L'AMORE PER IL NEMICO

L'amore per il nemico, un amore unilaterale, che non esige alcuna reciprocità: questo l'annuncio inaudito e scandaloso che risuona nel vangelo odierno, questo l'imperativo rivolto da Gesù ai discepoli al cuore del suo discorso in un luogo pianeggiante.

Già la Legge consegnata a Mosè chiedeva atteggiamenti di amore verso il nemico (cfr. Es 23,4-5), ma purtroppo gli uomini religiosi, gelosi della loro elezione e sicuri della loro pretesa giustizia, erano giunti a formulare consigli quale: «Odierai il tuo nemico» (cfr. Mt 5,43) e altri simili (cfr. Sir 12,4-7: «Non aiutare il peccatore, non condividere con il malvagio»)... Ebbene, Gesù smaschera una volta per tutte queste false tradizioni e, risalendo con autorevolezza alla volontà del Padre, pronuncia un comandamento assoluto, che non può in alcun modo essere attutito: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano; benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male». Ma questo amore paradossale è possibile nella nostra vita quotidiana? Molti si sono posti e si pongono tale domanda, giungendo spesso a rispondere che queste parole di Gesù costituiscono un desiderio utopico, irrealizzabile...

Occorre prendere sul serio tale obiezione: questo comandamento, che esige un amore simultaneo all'odio del nemico, un fare il bene a colui che ci sta facendo il male, è infatti impossibile alle forze umane, ma può essere reso possibile quale dono che viene da Dio. Ecco perché Gesù accosta l'amore del nemico alla necessità della preghiera per lui: nella preghiera possiamo comprendere che il nemico è il nostro vero maestro, perché ci svela la qualità profonda del nostro cuore, abitato da sentimenti oscuri e malvagi; nella preghiera possiamo cogliere chi ci osteggia nella sua vocazione di essere «immagine e somiglianza di Dio» (cfr. Gen 1,26-27), nonostante i suoi gesti di inimicizia; nella preghiera possiamo vedere chi ci fa del male alla luce del mistero di Dio, il Dio che ci ha amati in Cristo mentre noi gli eravamo nemici (cfr. Rm 5,6-10). Sì, l'amore per il nemico è «grazia», è amore di Dio in noi, come ci ricorda per ben tre volte Gesù nel vangelo odierno; e, nel contempo, è un atto di umanizzazione dell'altro e di se stessi.

Ma c'è di più. Il comandamento dell'amore per il nemico trova il suo fondamento nel fatto che è Gesù stesso ad averlo vissuto nella sua carne, lungo tutta la sua vita e, in particolare, nella sua passione e morte. A chi lo tradiva egli offriva la sua amicizia (cfr. Mt 26,50); a chi lo schiaffeggiava e gli sputava in faccia si sottometteva in silenzio, rinunciando a ogni reazione violenta (cfr. Mt 26,67; 27,30); a chi lo crocifiggeva consegnava il perdono, dicendo: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34)... È vivendo e morendo in questo modo che Gesù «ha distrutto nella sua carne l'inimicizia» (cfr. Ef 2,14-15) e ci ha narrato definitivamente il volto di Dio: un Dio che unilateralmente mantiene la relazione di amore con chi lo odia e lo rifiuta, perché è «il Padre misericordioso verso gli ingrati e i malvagi», e ci chiede di fare altrettanto.

Il comandamento nuovo dato da Gesù ai suoi discepoli: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» (Gv 13,34; 15,12), trova la sua narrazione ultima e definitiva nell'amore per il nemico vissuto da Gesù stesso e, in forza di questa concretissima autorevolezza, da lui richiesto a quanti lo seguivano. Anzi, Gesù è stato risuscitato da Dio proprio in risposta al suo modo di vivere nell'amore fino all'estremo: è stato il suo amore più forte di ogni inimicizia a lottare con la morte e a vincerla, in modo che il Padre lo richiamasse dalla morte alla vita piena. Così, vivere questo amore è anche per noi la possibilità di sperimentare qualcosa della vita eterna già su questa terra.

Sì, l'amore per il nemico, ciò che era impossibile per l'uomo, attraverso Gesù Cristo è diventato possibile: è vivendo come lui ha vissuto che possiamo manifestare la differenza cristiana in mezzo agli uomini, tutti nostri fratelli, tutti amati da Dio in Gesù Cristo.

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