Parola che si fa vita
Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)
"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.
Domenica di Pasqua (8 aprile 2012)
È risorto! (Mc 16,6)
2a domenica di Pasqua (15 aprile 2012)
Beati quelli che hanno visto e hanno creduto (Gv 20,29)
3a domenica di Pasqua (22 aprile 2012)
Di questo voi siete testimoni (Lc 24,48)
4a domenica di Pasqua (29 aprile 2012)
Io sono il buon pastore (Gv 10,11)
5a domenica di Pasqua (6 maggio 2012)
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto (Gv 15,5)
6a domenica di Pasqua (13 maggio 2012)
Amiamoci gli uni gli altri (1Gv 4,7)
Ascensione del Signore (20 maggio 2012)
Proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15)
Pentecoste (27 maggio 2012)
Vieni Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli (Canto al Vangelo)
Domenica di Pasqua (B) (8 aprile 2012)
È risorto! (Mc 16,6)
Gesù è risorto! L'annuncia con gioia l'angelo: "Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto!".
L'attesta l'apostolo Pietro: "Essi (i giudei) l'hanno ucciso, ma Dio l'ha risuscitato e noi ne siamo testimoni".
Questa è la gioiosa notizia: l'amore ha trionfato, la morte è vinta per sempre.
La risurrezione è la prova della divinità di Gesù, la conferma che egli è vivo, sempre in mezzo a noi, e per tutti noi come luce, guida, speranza!
Ora i nostri occhi si aprono per cogliere festosamente la luce del Risorto: è la fede nuova, perché nata dall'Uomo Nuovo.
Oggi più che mai spetta a noi testimoniare con la vita che Gesù è vivo in noi e tra noi.
Testimonianza di Parola vissuta
Per diversi giorni, dopo la Pasqua, sono stato preso dai miei problemi. Ero teso, accartocciato su me stesso. Anche se alla gente sorridevo, non ho potuto avere una piena comunione con loro perché preoccupato dei miei problemi.
Ho chiesto a Dio la forza per amare i compagni anche se combattuto interiormente. Una mattina, nella preghiera, ho avuto una nuova luce. Ho capito che l'unica soluzione era «saper perdere» tutta quella mia complessità per ritrovare la libertà perduta, e con essa la pace interiore.
Sembra un vero paradosso, ma è la realtà. Tutto il nostro essere umano domanda una maturità della persona. Ma il concetto di personalità che ci facciamo ha un timbro del tutto egoista. L'«io» è il centro del nostro pensare e del nostro fare, per cui siamo soddisfatti solo quando sono realizzati i nostri individuali interessi. Ma la soddisfazione resta superficiale, e ciò che manca è proprio la pace dell'anima, quella promessa da Gesù.
Cristo dice: «Io vengo non per fare la mia volontà, ma quella del Padre». Questa è la genuina personalità: la capacità di fare la volontà di Dio, di accettare le idee degli altri, la prontezza a perdere tutto per il Regno di Dio.
Tre giorni fa, Francesco mi diceva che le nostre preoccupazioni sono un ostacolo alla pace interiore. Cristo vuole che noi siamo in pace.
E la pace l'ho trovata appunto nel distaccarmi da tutto per avere solo Dio. Lui in me è la mia pace.
Pietro - Hong-Kong
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2a domenica di Pasqua (B) (15 aprile 2012)
Beati quelli che hanno visto e hanno creduto (Gv 20,29)
Le apparizioni del Risorto agli apostoli continuano, i suoi doni sorprendono e incantano.
Ne è testimonianza l'incredulità di Tommaso e subito dopo la sua commovente professione di fede: "Mio Signore e mio Dio!". C'è in lui una risurrezione del cuore, prima ancora di una scoperta degli occhi.
Per noi come per gli apostoli rinascere è vivere in pienezza: essere ferventi nello spirito, lieti nella speranza, forti nella tribolazione, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità, ci ricorda san Paolo.
Luca nel libro degli Atti afferma: "Coloro che erano diventati cristiani avevano un cuor solo e un'anima sola". Vivendo così potremo divenire testimoni del Risorto, perché la nostra fede diventa amore e vita.
Testimonianza di Parola vissuta
Una amica mi offre un paio di stivali nuovissimi numero 35. «È stato un acquisto sbagliato – mi dice – in realtà mi stanno stretti e sono riuscita a metterli solo una volta. Vanno bene a te o conosci qualcuno che può averne bisogno?». Anche a me però stanno stretti. Comincio a chiedere a delle conoscenti, ma nessuna ha una misura così rara.
Una mattina, mentre sono di turno in ambulatorio, una delle infermiere sosta nella mia stanza in un momento di pausa. Le racconto, non so perché, di quegli stivali e le dico, scherzando: «Sono certa che qualcuno li ha chiesti al Padre Eterno e che lui vuole farli arrivare attraverso me, ma non mi ha fatto sapere chi è che glieli ha chiesti». L'altra si fa seria e accenna ad un'infermiera che conosco bene. È proprio quella più antipatica e che ha avuto nei miei confronti un comportamento scorretto.
Accetto di provare se quegli stivali possano andarle bene. Lei arriva, li prova e sembra la scena delle scarpine di Cenerentola: sono praticamente perfetti! Commossa dal regalo, esclama tutta contenta: «Ma allora Gesù mi vuole bene!». E ci confida che deve andare a Milano per dei gravi problemi di salute, che lì, dove va, fa freddo e avrebbe avuto bisogno di stivali, sennonché con tante altre spese da affrontare non poteva permetterseli; così aveva proprio chiesto a Gesù di procurarglieli.
Mi commuovo anch'io e dimentico tutto: come se potessi vedere al di là di un muro che è crollato, mi accorgo di aver imparato una grande lezione.
F.F.
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3a domenica di Pasqua (B) (22 aprile 2012)
Di questo voi siete testimoni (Lc 24,48)
Il racconto evangelico di oggi aggiunge un altro dono del Risorto: "Coraggio, non temete, io sono con voi". Se ci turba il peso della nostra incredulità, dei nostri fallimenti e peccati, "abbiamo – dice san Giovanni – un Paraclito presso il Padre": è il dono dello Spirito Santo.
Questo meraviglioso dono compie miracoli: ribalta le nostre situazioni di peccato, rendendoci trasmettitori di serenità, di gioia e di speranza per tutti.
"Sarete – dice Gesù – miei testimoni".
Come? Credendo alle Sue parole, vivremo il suo Comandamento e ci ameremo vicendevolmente di cuore, così da infondere coraggio e speranza su chi incontriamo.
Testimonianza di Parola vissuta
Abbiamo 3 figli, a cui vogliamo un bene immenso. Quando sono nati Davide e Irene, come tutti i bambini ci hanno richiesto tante energie per trovare un nuovo equilibrio in famiglia, ma con Alessia, la terza, è un'avventura speciale. È nata apparentemente sana e bella, ma dopo qualche giorno, dai primi risultati della mappa cromosomica abbiamo saputo che aveva la sindrome di Down. Sono stati momenti difficili e inconsciamente speravamo in un errore della diagnosi. È stato come un terremoto improvviso, come se ci mancasse la terra sotto i piedi… Ma volevamo credere che ogni figlio è un dono di Dio e - pur nel dolore – sentivamo che questa situazione faceva parte di un suo disegno d'amore. Dopo qualche giorno, una dottoressa genetista ci ha confermato la diagnosi ma non ci parlò tanto della gravità dell'handicap, quanto piuttosto che l'amore che potevamo dare ad Alessia sarebbe stata la terapia più efficace. Era quello che in fondo avvertivamo: eravamo noi i protagonisti di questa storia, noi genitori, con gli altri due figli, le nostre famiglie e i nostri amici… Insieme avremmo aiutato Alessia a crescere sotto tutti i punti di vista. Oggi possiamo dire senza esitazione che Alessia è un dono per noi e per chi ci sta accanto. È una portatrice di gioia, di serenità. Ha fatto crescere l'amore tra noi due prima di tutto, e poi con i bambini si è instaurato un rapporto più maturo, un amore più grande. Loro stessi fanno la gara per riabbracciarla quando tornano da scuola e ci dicono che siamo stati fortunati ad avere una bambina speciale come Alessia!
Aurelia e Giorgio
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4a domenica di Pasqua (B) (29 aprile 2012)
Io sono il buon pastore (Gv 10,11)
L'annuncio di oggi è la presentazione di Gesù buon Pastore. Egli ci ama uno ad uno, con cuore di misericordia, dona a tutti la vera vita perché guida un "solo gregge".
Ciò viene messo in luce dalla preghiera d'inizio della Celebrazione: "Raduna gli uomini dispersi nell'unità di una sola famiglia, perché, aderendo a Cristo, buon Pastore, gustino la gioia di essere tuoi figli".
I capi, i dominatori e i potenti hanno sempre esercitato un rapporto di dominio e sfruttamento nei confronti della gente, come dice il profeta. Gesù infatti li chiama "mercenari".
Egli invece ci conosce, ci ama, offre la vita per noi, ci libera da ogni schiavitù, ci fa capaci di accoglierLo e seguirLo: è un nuovo stile di reciprocità, un'opportunità di conversione. A noi dire il nostro "SÌ". È la garanzia di Nuove Vocazioni.
Testimonianza di Parola vissuta
Un giorno, tornata da scuola, mi rimaneva pochissimo tempo per studiare. Ero molto stanca e dovevo fare ancora i lavori di casa oltre ai compiti di scuola. Ho subito cenato, ho lavato i piatti e fatto gli altri lavori che mi spettavano. Poi sono andata di corsa a studiare, perché l’indomani avrei dovuto consegnare un compito di storia che valeva per il risultato finale della pagella. Per questo ci tenevo a ricevere un bel voto.
Mentre studiavo mia sorella più piccola mi ha chiesto di aiutarla nei compiti. Me l’ha chiesto ben tre volte e per tre volte ho risposto di no. Poi ho pensato che aiutarla era l’occasione per donarmi, per amare. Così ho smesso di preoccuparmi per il mio compito di storia e, per venti minuti, ho lavorato con lei. Alla fine ero felice di averlo fatto.
Sono poi ritornata al mio compito di storia: erano già le 22.30 e mi mancavano ancora tre pagine. Ho chiesto a Gesù allora di aiutarmi a scrivere un buon tema. Ho finito il compito in 15 minuti e, senza più preoccuparmi, sono andata a dormire consegnando il lavoro il giorno seguente.
Con mia sorpresa ho ricevuto il massimo dei voti e l’insegnante mi ha detto di non aver mai conosciuto persone con idee come le mie. Sono andata a Messa ed ho offerto il mio voto a Gesù: io l’avevo seguito facendo la Sua Volontà e Lui mi aveva dato una mano.
A. F.
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5a domenica di Pasqua (B) (6 maggio 2012)
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto (Gv 15,5)
Con il Battesimo siamo stati innestati in Gesù vera vite, che dopo tale similitudine, aggiunge: "Senza di me non potete fare nulla; chi rimane in me e io in lui porta molto frutto".
Come intendere questo "rimanere in Lui"?
È una profonda scelta di Gesù scaturita dall'amore, sempre rinnovato.
È rimanendo fedeli a lui, soprattutto nelle difficoltà e nelle prove vissute, che porteremo frutti. Rinnovando, coi fratelli e le sorelle, l'impegno di amarci a vicenda, i frutti saranno succosi e abbondanti: saranno opere che hanno il sapore della terra e del cielo.
Stupenda testimonianza sarà la nostra vita: se diffonderà l'amore per Gesù, costruirà la pace, la giustizia, l'unità.
Testimonianza di Parola vissuta
Enrica da 17 anni è in stato vegetativo permanente; un aneurisma cerebrale l'ha ridotta in questa condizione. Ma Enrica non è mai sola. Insieme ad Anna e Angelo, i suoi genitori, e al marito, oltre trenta donne si danno il cambio per stare con lei nella casa di cura dove è ricoverata, tutti i giorni. Alcune sono sue amiche da prima della malattia, altre non l'avevano mai conosciuta. Ma la carità deborda sempre rispetto a ogni nostra previsione e così in parrocchia alcune signore hanno dato la propria disponibilità per stare con lei.
Solitamente le "amiche" di Enrica vengono in coppia e trascorrono con lei mezza giornata. Se tossisce o respira male, la aiutano, le parlano se è sveglia. Ogni istante è carico di attenzione e cura. «Perché lei c'è. È una presenza. Quando si assopisce ci capita di parlare fra di noi, ma nessun discorso può essere banale. In questi anni questo gesto si è come purificato. All'inizio avevo la preoccupazione di fare qualcosa di concreto. La massaggiavo, le parlavo, c'era la possibilità di alimentarla attraverso una siringa», racconta Camilla. Poi la situazione di Enrica è cambiata e non è stato più possibile fare quasi più nulla, se non pochi semplici gesti.
In 17 anni Enrica ha generato una serie di rapporti inaspettati. Come la signora settantenne della parrocchia, che non salta mai un turno. A chi le faceva i complimenti per il "bel" gesto ha risposto: «Ma io lo faccio perché serve a me». O la collega di Silvia, non praticante, che non può fare a meno di andare da Enrica.
Prima di Natale le condizioni di Enrica si sono aggravate, quel filo che la lega alla vita si è ulteriormente assottigliato. «Con i medici abbiamo deciso di non effettuare terapie invasive», spiega Giovanni: «Nessun accanimento terapeutico. Continuiamo ad accudirla, ad amarla e farci amare da questo Mistero così potente». Si ferma un attimo. «Io la amo più di quando l'ho sposata». Questo è il disegno buono che il Signore tesse per la nostra vita.
N. F.
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6a domenica di Pasqua (B) (13 maggio 2012)
Amiamoci gli uni gli altri (1Gv 4,7)
La domenica scorsa l'evangelista ci ha presentato l'aspetto più profondo della vita di amicizia con Gesù.
Nell'amore a Gesù, scriveva S. Giovanni, c'è l'unione piena con lui, per cui non si incontra nessuna difficoltà nell'accettare tutto quello che ci dice e ci chiede.
Oggi comprendiamo meglio le sue parole: "Amiamoci gli uni gli altri".
Ma in quale misura?
Come Gesù ha fatto e fa con ciascuno di noi, rimanendo nell'amore.
Ecco allora come vivere nel quotidiano: accogliere, amare, vivere le parole di Gesù: "Amiamoci gli uni gli altri", "Portate frutto e il vostro frutto rimanga". "Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà".
Così vivendo, immancabilmente scaturirà una comunità nuova, una Chiesa nuova, più conforme a quel modello che Gesù ha pensato e vuole.
Testimonianza di Parola vissuta
Con una vicina di casa non ci parlavamo da dieci anni: avevamo comperato da lei il terreno sul quale avevamo poi costruito, però per mancanza di onestà abbiamo dovuto pagarglielo due volte. Ogni volta che ci incontravamo era la fine del mondo: discussioni e ingiurie. Quando lei spazzava davanti alla sua porta, metteva la spazzatura davanti alla mia ed aspettava che io uscissi fuori, vedessi la spazzatura e di nuovo incominciava la discussione. Questo si ripeteva continuamente. Da alcuni amici ho sentito dire che se si ama per primi, si vive nella pace e anche i cattivi diventano buoni... Un giorno si è ripetuta la solita scena. Ho pensato allora che quella era la mia occasione per provare. Sono uscita con la scopa, ho raccolto la spazzatura e quando ho finito ho visto che lei era lì, aspettando come sempre la mia reazione. Questa volta però, l'ho guardata, ho sorriso e le ho chiesto come stava. Sorpresa, mi ha risposto con gentilezza, ringraziandomi. Dopo mi ha detto: "Mi scusi signora Rosa, posso raccoglierla io la spazzatura". Ed io: "Non si preoccupi". Da quel giorno, ogni volta che pulisce davanti a casa sua, lo fa anche davanti alla mia. Siamo diventate amiche.
R. B.
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Ascensione del Signore (B) (20 maggio 2012)
Proclamate il Vangelo a ogni creatura (Mc 16,15)
Gesù, vincitore del peccato e della morte, ci ha preceduti nella "dimora eterna".
Dopo aver compiuto la sua missione sulla terra, con l'ascensione al cielo Gesù si è ricongiunto al Padre; entrando in una nuova condizione di vita, ha aperto la strada anche a noi.
Ecco la grande verità che oggi ci è chiesta: sviluppare in noi la fede nella realtà del paradiso e ravvivare la speranza di raggiungerlo.
Basterebbe quindi fin d'ora vivere in pienezza il nostro Battesimo, intensificando il nostro rapporto d'amore con il Padre e fra noi. Capiremo così il senso del tempo e della vita: andare incontro a Gesù.
In che modo? Nel fare il bene: vivere, promuovere la giustizia, la pace, la fraternità e la solidarietà.
Testimonianza di Parola vissuta
Una mattina, passando davanti ad una banca, vidi in terra un malloppo di denaro con un libretto di deposito bancario. Lo raccolsi e subito entrai per consegnarlo al cassiere. Stupito, non ebbe il tempo di commentare il gesto che il legittimo proprietario era già rientrato in banca. Al vedere il malloppo tirò un sospiro di sollievo ed esclamò: Erano gli stipendi della tal ditta e il libretto è al portatore: sarebbe stato un vero danno per l'azienda in cui lavoro! Commosso, voleva sapere il mio nome per ricompensarmi. Di rimando gli risposi che le ricompense migliori sono quelle che vengono da Dio. Dopo alcuni mesi dovevo approntare un preventivo per un lavoro in una grande azienda, ma non erano ancora pronti i progetti esecutivi. Mi chiedevano di iniziare subito i lavori, le macchine erano già montate, ma mancavano i disegni degli impianti. Non avevo elementi per preventivare la spesa e potevo cominciare il lavoro il giorno dopo solo con prestazioni in economia. Avevamo il personale adatto, in numero sufficiente, ed il materiale era già pronto. L'interessato però non era dello stesso parere perché non avrebbe potuto contare le ore di lavoro effettivo del mio personale e, forse, temeva di essere imbrogliato. Mi dichiarai disponibile ad eseguire i lavori dopo il preventivo, e lo invitai a prendere un caffè al bar prima della sua partenza. Chiacchierando, venne a sapere che abitavo nello stesso paese di un suo amico che non vedeva da tempo. Ci lasciammo con l'accordo che mi avrebbe spedito i progetti appena pronti; tuttavia, osservò, avrebbe perso delle settimane di lavoro, rischiando di finire oltre il massimo del tempo a disposizione. Dopo appena sei ore mi richiamò per annunciarmi che potevo cominciare il lavoro in economia. Cosa gli aveva fatto cambiare idea? Mi rispose che aveva interpellato quel suo amico: era la stessa persona che aveva perso i soldi davanti alla banca! Di colpo ci eravamo aggiudicati un lavoro importante, che ci avrebbe occupato per diversi mesi.
D.P. – Italia
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Pentecoste (B) (27 maggio 2012)
Vieni Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli (Canto al Vangelo)
Mi piace chiamare la Pentecoste "la festa dell'amore".
È l'amore infatti che crea in tutti noi la capacità di accogliere i doni dello Spirito, ricordati da san Paolo: "amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé".
Sono questi i beni che fanno vivere la nostra anima, non i desideri della carne: "fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordie, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere".
Pertanto noi tutti, liberi da ogni forma di schiavitù: "Camminiamo e viviamo secondo lo Spirito".
Non dimentichiamoci di invocare lo Spirito Santo, per noi e per tutti i popoli, Lui che è Spirito di riconciliazione, di unità e di pace: "Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore".
Testimonianza di Parola vissuta
Bisogna sempre aver fiducia nella sensibilità del prossimo. A causa di un conguaglio fiscale, la busta paga di una dipendente si era ridotta notevolmente. Mentre preparava in ufficio gli assegni, vedendo quella cifra, ho provato un senso di dolorosa impotenza. Quella persona è vedova con un figlio piccolo e vive in dignitosa povertà. Ma conoscendo la scarsa disponibilità dell'azienda alla beneficenza… ho preparato l'importo così come era indicato. Andando in reparto, pensavo continuamente a quella situazione. Come dirglielo? Come aiutarla?
Quando le consegno lo stipendio, per quella dipendente è un colpo. D'un tratto capisco come posso aiutarla. La rassicuro e poi chiamo i titolari, dico loro il mio punto di vista: regalare alla persona l'importo che le era stato detratto per legge. Chiedo aiuto a Dio, ed ecco la risposta: "Va bene". È una lezione di fede che non voglio dimenticare.
P. A.
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