Anno B - 2a domenica di Quaresima


Enzo Bianchi
ASCOLTATE IL FIGLIO AMATO!
Il vangelo festivo (Anno B)
Edizioni San Paolo, 2008

Anno B - 2a domenica di Quaresima

• Genesi 22,1-2.9-13.15-18 • Romani 8,31-34 • Marco 9,2-10

ASCOLTATE IL FIGLIO AMATO!

Se la prima domenica di Quaresima ci ha mostrato Gesù a confronto con la tenebrosa possibilità del male, posto faccia a faccia con Satana nella solitudine del deserto, questa seconda domenica ci presenta Gesù che, nella solitudine di «un alto monte», conosce la trasfigurazione del suo volto e di tutta la sua persona, resa partecipe dell'irradiante gloria del Padre. Al cuore dell'itinerario quaresimale la trasfigurazione di Gesù indica il fine a cui tende questo cammino: la risurrezione, l'evento della Pasqua di cui la trasfigurazione è anticipazione e profezia.

Gesù sale su un'alta montagna in Galilea, con tre discepoli che saranno i soli testimoni di quanto accade in quel luogo appartato: Pietro, Giacomo e Giovanni. Sono i discepoli chiamati per primi (cfr. Mc 1,16-20), sono i testimoni della risurrezione della figlia di Giairo (cfr. Mc 5,37-43), sono quelli che Gesù prenderà con sé nell'ora della lotta, dell'agonia al Getsemani (cfr. Mc 14,32-42), quando lo vedranno sfigurato dall'angoscia e dalla paura. Come Mosè era salito con tre compagni sul Sinai per «vedere la gloria di Dio» (cfr. Es 24,1-11), così anche Gesù sale sul monte: qui però è Gesù stesso a ricevere la gloria di Dio, è lui a essere contemplato dai discepoli come colui che il Padre proclama «Figlio amato»...

Questo grande mistero è rivelato innanzitutto dall'apparizione accanto a Gesù di Mosè ed Elia, coloro che rappresentano la Legge e i Profeti, le Scritture dell'Antico Testamento: Gesù, che non è venuto per abolire la Legge e i Profeti ma per dare loro compimento (cfr. Mt 5,17), da loro era stato annunciato e ora è testimoniato come realizzazione di tutte le promesse di Dio. Egli risplende della gloria di Dio e rivela la sua vera identità proprio quando è posto tra Mosè ed Elia, quando è cercato a partire dalle Scritture e trovato come colui che compie le Scritture (cfr. Lc 24,27.44). Scindere Gesù Cristo dalle Scritture significa non cogliere più lo spessore della storia di salvezza e, nel contempo, vanificare la fede nella risurrezione: «Cristo» infatti «è morto ed è risorto secondo le Scritture» (cfr. 1Cor 15,3-4). Vi è reciprocità tra Cristo e le Scritture: se c'è una luce che Mosè ed Elia proiettano su Cristo, indicandolo come colui che realizza la profezia, Cristo proietta a sua volta una luce che illumina le Scritture, le spiega e le conferma nel loro perenne valore profetico. Davvero, come scriveva san Girolamo, «ignorare le Scritture significa ignorare Cristo»!

E quando Gesù risplende della gloria di Dio, attorno a lui risplende la comunione: Mosè ed Elia con i santi della prima alleanza, Pietro, Giacomo e Giovanni con i santi della nuova alleanza, tutti insieme sono riuniti attorno a Gesù Cristo in un'unica esperienza di comunione. Più in profondità, in questo evento si manifesta anche la comunione divina, intra-trinitaria: il Padre fa sentire la sua voce e la nube della gloria, ossia la presenza dello Spirito santo, è l'ambiente in cui la trasfigurazione del Figlio avviene. Sì, la trasfigurazione di Gesù appare come anticipazione della comunione che ci attende tutti nel Regno, primizia del mondo completamente posto sotto il segno della bellezza e della gloria di Dio!

A noi che contempliamo questo mistero, è chiesto solo di accogliere la voce del Padre che implicitamente proclama Gesù quale sua Parola: «Questi è il mio Figlio, l'amato, ascoltatelo!». Il grande comandamento consegnato a Israele: «Ascolta, Israele!» (Dt 6,4), ormai risuona come: «Ascoltate lui, il Figlio!», la Parola fatta carne (cfr. Gv 1,14), umanizzatasi in Gesù, colui che ha definitivamente narrato il Dio invisibile (cfr. Gv 1,18). Per tutti noi, dunque, questo vangelo rappresenta un grande avvertimento: Gesù non può essere la proiezione dei nostri desideri, non è il Dio che noi immaginiamo e costruiamo secondo i nostri desideri, e che quindi amiamo di più perché creato dalle nostre mani. No, egli è il Gesù Cristo secondo le Scritture: per conoscerlo occorre ascoltare la Parola contenuta in tutte le Scritture, di cui il Vangelo è il cuore!

----------
torna su
torna all'indice
home