Anno B - 3a domenica del Tempo Ordinario


Enzo Bianchi
ASCOLTATE IL FIGLIO AMATO!
Il vangelo festivo (Anno B)
Edizioni San Paolo, 2008

Anno B - 3a domenica del Tempo ordinario

• Giona 3,1-5.10 • 1 Corinzi 7,29-31 • Marco 1,14-20

PESCATORI DI UOMINI

Eccoci di fronte all'inizio del ministero di Gesù. Dopo l'immersione nel Giordano e le tentazioni nel deserto (cfr. Mc 1,9-13), dopo l'arresto di Giovanni il Battezzatore, Gesù incomincia la propria attività di maestro e profeta. Essendo stato ridotto al silenzio Giovanni, colui che era «voce» (cfr. Mc 1,3; Gv 1,23), Gesù gli subentra, quasi in un'ideale successione, e riprende la predicazione della conversione. Egli invita con insistenza a credere alla buona notizia, al Vangelo, perché il tempo ha raggiunto il compimento e il regno di Dio si è fatto vicino. Gesù pone anche delle precise esigenze a chi accetta di ascoltarlo: la conversione come cambiamento di vita, come coraggio di riconoscere che il cammino percorso fino a quel momento è sbagliato e, insieme, coraggio di confessare la propria schiavitù agli idoli, opponendo a essa la ferma decisione di ritornare a Dio, aderendo a lui con una fede salda.

E che cosa significa che «il regno di Dio si è avvicinato»? Significa che ormai, grazie alla presenza di Gesù, alla sua vita e alla sua parola, è possibile a ogni persona lasciar regnare su di sé solo Dio, non gli idoli o altri padroni. Ma perché questo possa avvenire occorre la fede: «Credete!». Questa parola di Gesù, capace di scuotere oggi come allora i cuori addormentati, è rivolta a noi che siamo sempre tentati di confidare sulle nostre opere, finendo così per svuotare la fede. A noi che domandiamo: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» (Gv 6,28), Gesù risponde: «Credete!», per insegnarci che «questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato» (Gv 6,29). Sì, il cristiano non dimentichi mai che le molte opere buone sono sempre opere «nostre», ma tutte trovano la loro radice vivificante e il loro senso nell'unica opera di Dio, la fede.

Dove c'è questa adesione all'azione di Dio, ecco che si può cogliere anche l'azione di Gesù nel suo passare in mezzo a noi. Gesù vede e con il suo sguardo discerne, chiama, attira a sé chi lo cerca: si tratta di uomini che - come leggevamo domenica scorsa - erano già discepoli del profeta Giovanni il Battezzatore (cfr. Gv 1,35-37). Marco, dal canto suo, pone la vocazione dei primi discepoli di Gesù mentre essi esercitano il loro mestiere di pescatori «lungo il mare della Galilea»; Gesù chiama Simone e Andrea, poi Giacomo e Giovanni, due coppie di fratelli intenti al loro lavoro ordinario: gettare le reti, riassettarle... A loro Gesù rivolge la parola: «Seguitemi!», un invito, non un'imposizione, accompagnandola con una promessa di fecondità: «Ora siete pescatori di pesci, ma il Regno in cui voi credete vi renderà pescatori di uomini!». E quegli uomini che dicono «sì» a Gesù e lo seguono, devono contemporaneamente pronunciare dei «no»: rinunciare alla propria professione, abbandonare il padre, la famiglia, la casa...

Obbedire alla chiamata cristiana coincide con un rinascere a vita nuova, con un ricominciare. E ogni nascita richiede una buona separazione: solo chi ha fatto una buona separazione, infatti, sarà capace di dare vita a una nuova unione, con Cristo e con la comunità dei fratelli. Accanto a questo, però, è fondamentale ricordare che l'inizio della sequela può avvenire solo in forza della grazia e della promessa del Signore. Ci saranno certamente contraddizioni e rinnegamenti lungo il cammino della sequela, tant'è vero che coloro che qui, «abbandonato tutto seguirono Gesù», nell'ora della passione, «abbandonato Gesù, fuggirono tutti» (Mc 14,50). In ogni caso, però, la promessa di Gesù è più forte delle infedeltà dei discepoli, ed essi, dopo l'alba di Pasqua, saranno ancora pescatori di uomini e annunciatori del Regno, capaci di trasmettere a tutti la buona notizia. Chi infatti ha ascoltato la buona notizia e vi ha aderito con tutta la propria vita, sarà sempre capace di annunciare agli altri il Vangelo del Regno che viene e che, in Gesù risorto, si fa vicino a tutti gli uomini.

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