Tempo ordinario (B) [1] - 2012

Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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"Parola-sintesi" proposta per ogni domenica,
corredata da un commento e da una testimonianza.


2a domenica del Tempo ordinario (B) (15 gennaio 2012)
Abbiamo trovato il Messia (Gv 1,41)

3a domenica del Tempo ordinario (B) (22 gennaio 2012)
Venite dietro a me (Mc 1,17)

4a domenica del Tempo ordinario (B) (29 gennaio 2012)
Un insegnamento nuovo, dato con autorità (Mc 1,27)

5a domenica del Tempo ordinario (B) (5 febbraio 2012)
Guarì molti e scacciò molti demoni (Mc 1,34)

6a domenica del Tempo ordinario (B) (12 febbraio 2012)
Se vuoi, puoi purificarmi (Mc 1,40)

7a domenica del Tempo ordinario (B) (19 febbraio 2012)
Figlio, ti sono perdonati i peccati (Mc 2,5)



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2a domenica del Tempo ordinario (B) (15 gennaio 2012)
Abbiamo trovato il Messia (Gv 1,41)

Gesù inizia la sua vita pubblica scegliendo Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni. È la primizia di una chiamata: "Venite dietro a me". Sono affascinati da Gesù e, ricolmi di gioia: "E subito lasciarono le reti e lo seguirono".
Decidono di stare con lui. La gioia, la fatica, lo stupore di una nuova vita di famiglia, li fa trasalire: "Abbiamo trova il Messia!", il tesoro più grande.
E noi, ricordiamo il giorno, l'ora e il luogo in cui abbiamo potuto dire: "Ho conosciuto e ho seguito Gesù"?
È bello ridestare l'esperienza di quel primo nostro incontro, per rimanere con lui.
Per riscoprirci famiglia dei figli di Dio, rinnoviamo la vita del Vangelo, ritroviamoci per vivere l'amore a Dio e l'amore reciproco fra noi: nascerà così, anche attorno a noi, la comunità cristiana.

Testimonianza di Parola vissuta

Da qualche tempo, attraverso internet, parlo del Vangelo ad una mia amica.
Anche se viviamo lontani, varie volte l'ho invitata a partecipare agli incontri della Parola di Vita che si svolgevano nella sua città. Lei, che è piuttosto timida, ogni volta mi faceva presente la difficoltà di partecipare ad un 'attività dove non conosceva nessuno.
Dopo circa un anno di inviti, la scorsa domenica ha deciso di andare all'incontro.
La sera mi ha scritto per dirmi che non solo era andata lei, ma che aveva portato con sé anche sua sorella che mi ringraziava tantissimo di questo "invito indiretto".
Adesso entrambe stanno facendo di tutto per poter partecipare a ogni incontro.
Questa esperienza mi ha reso davvero felice e mi ha confermato che i moderni mezzi di comunicazione, se usati bene, possono aiutarci a far conoscere a tanti il nostro splendido Ideale: Dio.

Jonathan, San Luis - Brasile


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3a domenica del Tempo ordinario (B) (22 gennaio 2012)
Venite dietro a me (Mc 1,17)

Quali sentimenti, tra perplessità ed entusiasmo, avranno provato Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni alla proposta di Gesù: "Venite dietro a me"?
Viene loro chiesto di seguirlo, non un solo giorno, ma tutta la vita: "Andarono dietro a lui".
La parola di Dio ci richiama oggi a vivere da pellegrini, nel Santo Viaggio. Un insegnamento nuovo come dice il salmista: "Ascoltate oggi la voce del Signore".
Di fronte alla cultura imperante, alle tante parole, all'idolatria dei nostri giorni: bellezza, giovinezza, salute e successo, noi cristiani siamo invitati ad andare contro corrente, ascoltando e vivendo la Parola.
A noi interiorizzare, vivere, testimoniare l'amore a Dio e la fraternità universale, dando così risposta alla fame e alla sete di Dio del mondo oggi.

Testimonianza di Parola vissuta

Quest'anno nella mia classe è nata la moda di formare dei club. Ogni giorno ne nasceva uno. Per fondarlo occorrevano un nome, un simbolo e un codice segreto. C'era perfino il "Club delle pesti" e per farne parte bisognava camminare sui banchi, buttare la spazzatura per terra, disturbare il più possibile.
Io non volevo partecipare perché era obbligatorio giocare solo con quelli del proprio club, ma quando la classe ha iniziato a dividersi, sono passata all'azione. "Perché -mi sono detta- non creare un club diverso?". È nato così No limits con il motto: "Giocare con tutti". Per farne parte occorre stare con tutti, senza differenze.
Come simbolo ho scelto la bandiera dell'Europa, per dare un'anima al nostro continente; io potevo iniziare unendo la classe. Il club ha avuto subito successo. Tra le regole c'è che chi litiga, esce: ma si può rientrare con la promessa di giocare con tutti. Ogni tanto qualcuno esce, ma quando vuole ricominciare deve offrire delle caramelle.
Durante l'anno tutti gli altri club si sono sciolti, il nostro è l'unico rimasto: adesso siamo in 10!

Dori, 12 anni


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4a domenica del Tempo ordinario (B) (29 gennaio 2012)
Un insegnamento nuovo, dato con autorità (Mc 1,27)

Nel 1938 nasceva nel cuore di Chiara Lubich il desiderio di frequentare l'Università Cattolica di Milano per conoscere meglio Dio. Per poco non supera il concorso di ammissione e, "con stelle e lacrime in fondo all'anima", amareggiata, non può realizzare il suo sogno. Ma le pare di sentire Gesù, che con profonda dolcezza, le rivela: "Sarò io il tuo maestro".
In seguito è stato così, per tutti i santi, per tutti i discepoli, e così pure per ciascuno di noi. Anche a noi è rivolta la preghiera del salmo: "Ascoltate oggi la voce del Signore".
Tutti i popoli, alla ricerca del bello e del vero, hanno bisogno di questo insegnamento nuovo.
A noi stessi che ci diciamo cristiani, dopo aver interiorizzato e vissuto la Parola, è chiesto l'impegno di testimoniarla con la nostra vita.
Se così viviamo, il nostro annuncio diventerà luce per tutti.

Testimonianza di Parola vissuta

La festa era finita e la casa del mio amico era proprio ridotta male! Tutto era sottosopra e sporco. Guardandomi attorno ho capito che nessuno si sarebbe fatto avanti per dare una mano a riassettare la casa, così ho iniziato io.
Mentre cercavo di lavare il pavimento, qualcuno dei miei amici si avvicina e mi chiede: "Perché fai questo? Che t'importa, pulirà qualcun altro".
La mia risposta è stata pronta: "Sono un cristiano e cerco di dimostrarlo sempre!". Mi sono subito sentito meglio, in pace con me stesso, mentre da dentro il cuore mi veniva una grande felicità, per aver potuto testimoniare la mia vita: l'aver scelto nella mia vita un Dio che è Amore.

Marco, Italia


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5a domenica del Tempo ordinario (B) (5 febbraio 2012)
Guarì molti e scacciò molti demoni (Mc 1,34)
34a Giornata per la Vita

Il Vangelo odierno è ritenuto il resoconto di una giornata di Gesù, in un intreccio tra cura dei malati, preghiera, annuncio del Regno: "Per questo sono venuto", dice Gesù agli apostoli.
Potremmo dire che questa pagina di Vangelo ci parla di evangelizzazione e promozione umana.
San Paolo, parlando ai Corinzi, ci dona la sua esperienza: "Mi sono fatto debole per i deboli, mi sono fatto tutto per tutti, per salvare qualcuno".
Con l'imperativo radicale "amerai il prossimo tuo come te stesso", applicato in particolare ai bisogni e necessità degli ultimi, la Parola è a favore dell'uguaglianza e della solidarietà umana.
La Giornata per la Vita che ricorre oggi ci ricorda che non è con il giudizio e tanto meno con la condanna che si avvicina chi è debole, le mamme in difficoltà le famiglie preoccupate per l'arrivo di un figlio indesiderato, ma con l'amore, la comprensione, il sostegno.
Sono molte le occasioni che Dio ci offre per farci carico dei pesi di queste persone, per dare loro fiducia, cosicché anch'esse, attraverso la nostra presenza, nel momento della prova possano fare l'esperienza di un Dio vicino, di un amore personale.

Testimonianza di Parola vissuta

Nostra figlia, senza essere sposata, si è trovata ad aspettare un bambino che il suo compagno non desiderava. Quando il medico le ha detto che se voleva portare avanti la gravidanza doveva ricoverarsi subito in ospedale, fare quotidiani controlli ed una dieta ferrea, lei non ha esitato, anche se il suo compagno (in partenza per lavoro all'estero) le diceva che con questa decisione lei tagliava i ponti con lui. Lei invece sentiva di accettare ogni rischio pur di salvare questa vita nascente.
Tutta la nostra famiglia le si è stretta attorno per sostenerla nelle lunghe degenze in ospedale, nell'abbandono del cuore, senza giudicare. lasciando aperte tutte le porte, accogliendo le breve comparse del padre.
Quando Agnese è nata non aveva il padre ad attenderla ma tutta la nostra famiglia. Sono passati più di due anni e ora la piccola ha compiuto il miracolo di ricongiungere i cuori dei suoi genitori.

W. L., Italia


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6a domenica del Tempo ordinario (B) (12 febbraio 2012)
Se vuoi, puoi purificarmi (Mc 1,40)

Nel Libro del Levitico il lebbroso è costretto a vivere lontano dalla società, "fuori dall'accampamento" e gridare: "Immondo!" per annunciare la sua presenza.
L'episodio riportato dal Vangelo parla invece della forza guaritrice di Gesù. Il lebbroso si avvicina a lui e gli chiede: "Se vuoi, puoi guarirmi". "Lo voglio, guarisci!" gli risponde Gesù.
Gesù guarisce la lebbra, perdona i peccati e risana tutto l'uomo: supera la Legge con la misericordia e il perdono.
È il momento in cui anche noi possiamo fare l'esperienza della sua misericordia, del suo amore personale e sentirci l'anima in festa, perché la miglior medicina è l'amore e il perdono.
Gesù, medico nostro, viene a noi per guarirei e perdonarci: se ne fai l'esperienza, anche tu saprai essere misericordioso e grande nell'amore.

Testimonianza di Parola vissuta

Stamattina sono andato a controllare un circolo culturale. Il gestore lo conoscevo già, un tipo molto burbero. La volta precedente era andata male: aveva abbattuto una parete, un lavoro che non avrebbe potuto fare. Gli avevo perciò fatto un rapporto, per cui quasi quasi avevamo litigato. Adesso mi toccava ritornare da lui. Mi pareva di dover entrare nella casa di un nemico: io non ero del tutto tranquillo. A un certo punto m'è venuto in mente che sì, Cristo si nascondeva pure dietro questo gestore: mi sono sentito più sereno. All'ingresso del locale, la ragazza che stava in cucina mi fa: "Per cortesia, non lo faccia arrabbiare il padrone!".
Mi sono sentito aiutato: così ho cominciato ad ascoltarlo con calma: dovevo controllare i metri quadrati, l'ambiente del circolo e quello dei pasti per i soci, chiedergli se avesse le autorizzazioni relative. La richiesta lui l'aveva fatta, ma ancora non aveva ricevuto l'autorizzazione. In pratica, si trovava fuori della norma, non restava che fargli una contravvenzione. Piuttosto salata, due milioni di lire...
Miracolo. Sarà forse perché lo sto ascoltando con impegno, gli fornisco pacatamente dei consigli pratici per sbrigare le pratiche, succede che il gestore non reagisce per nulla, diversamente dalla volta precedente. Anzi, si rende conto della situazione, si vuol fare aiutare.
Non me l'aspettavo: mi son reso conto allora che in passato lo sbaglio era stato soprattutto mio, non suo: m'ero comportato troppo severamente, m'ero dimenticato di Cristo in lui, per questo le cose erano finite male. Uscendo, la ragazza della cucina mi ha ringraziato, perché ha visto il padrone tutto sorridente.

Marco P., vigile urbano


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7a domenica del Tempo ordinario (B) (19 febbraio 2012)
Figlio, ti sono perdonati i peccati (Mc 2,5)

Il Vangelo racconta la guarigione del paralitico: "Il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati". È questa una novità assoluta, perché soltanto il Dio dei Cieli poteva rimet-tere i peccati. Ora Gesù, rivolgendosi al paralitico, dice: "Figlio, ti sono perdonati i peccati! Ora, alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua".
Questo straordinario e umano gesto si rinnova anche oggi; possiamo sperimentare così la tenerezza e la forza dell'amore che Gesù ci rivela del Padre, da Lui inviato per salvarci.
Tutte le volte che ci accostiamo alla Confessione e perdoniamo di cuore al fratello, siamo nella festa!

Testimonianza di Parola vissuta

Durante la preparazione dell'esame di chimica organica, mi sono trovato davanti ad una montagna di pagine da studiare e ripetere. Troppo preso dallo studio, ero nervosissimo, non volevo perdere tempo e quindi non facevo altro che studiare.
Ad un certo punto mi sono fermato ed ho pensato che non c'è nulla di male a darsi degli obiettivi, ma non potevo riversare il mio stress sugli altri. Se voglio essere un cristiano, lo devo essere sempre... Non è possibile che per un periodo della mia vita, anche se breve, possa sospendere quello che per me è il vero senso della mia esistenza... Così ho deciso di andare a confessarmi per chiedere perdono a Gesù del mio comportamento e dopo mi sono sentito sereno e felice. Ho continuato a studiare, ma con una modalità diversa. Oggi ho sostenuto l'esame ed è andato benissimo.

Domenico, Napoli




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