La carità politica di don Colmegna



Il diaconato in Italia n° 168
(maggio/giugno 2011)

RIQUADRI


La carità politica di don Colmegna



«Ho imparato col tempo, arricchito da tanti sapienti incontri, quanto può essere distruttivo correre da soli verso l'ostacolo e quanto diventa prodigo di risultati e persino consolante affrontarli insieme, studiando le strategie, capaci di pensare politicamente per dare forza alle idee». Sono le parole di don Virginio Colmegna, presbitero della Chiesa di Milano, che è da anni alla guida della Caritas diocesana e presidente della Casa della Carità. Per non perdersi nell'attivismo o nella declamazione dei fini si doveva coniugare il polo profetico con quello politico, crescendo «accanto a laici che conoscevano la Bibbia, la teologia, il Concilio, la Chiesa, le scienze umane, la società. Ero un prete molto laico o forse un normale cristiano orgoglioso di essere sacerdote». Una crescita di tipo feriale fino all'incontro col cardinal Martini che gli fa intravedere una modalità diversa del ruolo dell'autorità, gli fa «scoprire che istituzioni e gerarchie, che noi giovani degli anni settanta avevamo soprattutto cercato di scardinare, contengono anche germi promettenti per la costruzione di strutture buone, di relazioni giuste, di esercizi solidali della responsabilità».




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