Pasqua (A) - 2011


Parola che si fa vita

Commenti e Testimonianze sulla Parola (da Camminare insieme)

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Domenica di Pasqua (A) (24 aprile 2011)
Andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti" (Mt 28,7)

2a domenica di Pasqua (A) (1° maggio 2011)
Tutti i credenti stavano insieme (At 2,44)

3a domenica di Pasqua (A) (8 maggio 2011)
Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (Lc 24,31)

4a domenica di Pasqua (A) (15 maggio 2011)
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3)

5a domenica di Pasqua (A) (22 maggio 2011)
Vado a prepararvi un posto (Gv 14,2)

6a domenica di Pasqua (A) (29 maggio 2011)
Chi ama me, sarà amato dal Padre mio (Gv 14,21)

Ascensione del Signore (A) (5 giugno 2011)
Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli (Mt 28,19)

Pentecoste (A) (12 giugno 2011)
Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20,22)


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Domenica di Pasqua (A) (24 aprile 2011)
Andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti" (Mt 28,7)

Gesù, eri Crocifisso, ora sei Risorto!
Vivi in una dimensione diversa, quella dello Spirito. La novità dell'essere tra noi ci domanda una fede nuova, un nuovo modo di seguirti. Ora dobbiamo imparare ad averti presente e ad essere con Te in ogni istante.
La paura e la morte devono lasciare il posto alla vita, all'amore.
È tempo di annunciare che il dolore è illuminato dalla speranza, il peccato è stato vinto e ha trionfato la misericordia. Che stupore, che sapore questa Tua nuova, dolcissima presenza, Gesù!
Provocati dal Tuo amore, "mi ami tu?", dopo ogni fallimento, peccato, infedeltà, possiamo sempre ricominciare a vivere nell'amore.
La testimonianza che oggi il mondo attende dai noi cristiani è quella di "un popolo di risorti", comunità in cui Tu vivi Risorto.
Ripartiamo insieme, attenti ad ogni Tua Parola, per imparare da Te ad amare e a donarci.

Testimonianza di Parola vissuta

Riguardo all'agonismo ho notato che a volte si tende a fare dello sport anche una cosa abbastanza violenta. Tante volte sembra che si tratti di una specie di guerra, dove conta solamente vincere e in qualsiasi modo, con qualsiasi mezzo.
Un po' di tempo fa ho fatto un'esperienza. Durante una partita io ero in difesa. L'avversario che marcavo era molto "fisico": si appoggiava, usava tanto il contatto. Ad un certo punto ho fatto un fallo e il mio avversario è caduto in terra. Non è successo niente di grave, vado là e lo rialzo.
È successa una cosa un po' strana: il mio allenatore dalla panchina si è arrabbiato con me perché ho aiutato il mio avversario.
Secondo la filosofia di questo allenatore io non avrei dovuto aiutarlo a rialzarsi, perché lui è un mio nemico, non un mio amico.
Io comunque ho pensato che dovevo voler bene all'avver-sario, ma soprattutto l'allenatore e fargli capire che sì dovevo vincere, ma potevo comunque farlo rispettando l'avversario, volendogli bene. Allora ho pensato che da quel momento avrei giocato come se giocassi con Gesù: io contro Gesù, insieme.
Da quel giorno in poi ho continuato a voler bene al mio allenatore, a sentire tutti i suoi consigli, ma comunque sempre cercando di fargli capire che l'avversario è un fratello da amare e da rispettare anche nel gioco.

Andrea


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2a domenica di Pasqua (A) (1° maggio 2011)
Tutti i credenti stavano insieme (At 2,44)

Tommaso dubita e prova difficoltà nell'aderire alla risurrezione di Gesù: "Se non vedo il segno dei chiodi nelle sue mani…, io non credo" (Gv 19,31).
La notizia della morte subita da Gesù, accolta con dolore, tradimento e senso di fallimento, offusca gli ideali che avevano motivato Tommaso a seguire Gesù. Se non vede le piaghe, non riesce a capire il rapporto tra il Gesù con il quale ha camminato, gioito, sof-ferto e il Gesù Risorto di cui parlano gli altri compagni di visione.
Chi può dare risposta al buio della sua fede? Solo Gesù: "Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani". Tommaso, viste le ferite della crocifissione, crede ed esclama: "Mio Signore e mio Dio!". Gesù è vivo! E continua: "Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto".
È possibile anche oggi vedere Gesù tra di noi e in noi: in casa, al lavoro, per strada, nei posti più impensati.
A noi ora credere e testimoniare con la nostra vita che Gesù è vivo. A noi farlo vedere vivente, come dicono gli Atti: "Tutti i credenti stavano insieme", ed erano "un cuor solo e un'anima sola" tra loro e il Risorto.

Testimonianza di Parola vissuta

In difetto di soldi, abbiamo pensato che potevamo offrire un po' del nostro tempo a chi è nel disagio, e ci siamo ricordati di aver incontrato Debora, una ragazza cerebrolesa, che da diversi anni si trovava, nel periodo estivo, nello stesso campeggio dove Franca e Franco trascorrono delle brevi vacanze. Da loro avevamo saputo che le uniche sue reazioni erano degli urletti quando Franco suonava per lei la fisarmonica. Così abbiamo pensato di andare a trovare questa ragazza al campeggio. Dodici di noi, del "gruppo della Parola", hanno aderito con entusiasmo; altri dieci sono arrivati grazie all'invito fatto al gruppo cantori. E siamo partiti con cinque macchine, meta Badia Prataglia, un paese dell'Appennino tosco-romagnolo.
Andiamo subito ad incontrare Debora che ci guarda senza nessuna reazione; i genitori, invece, sono commossi; buona parte del camping si coinvolge in questa nostra iniziativa e nel giro di un'ora viene preparato per tutti un piatto di spaghetti. Con noi a mangiare si sono riunite una settantina di persone, ospiti del camping. Dopo nemmeno un'ora cominciamo a far festa ed eleggiamo Debora "regina della serata". Sembra capire ogni cosa, anzi ne siamo certi; in alcuni canti segue le parole guardando con dolcezza ognuno, e con piccoli urli sembra addirittura cantare. L'amore contagia, e ciascuno ha potuto dare qualcosa di proprio. Lasciandoci, più di una persona del campeggio ha riconosciuto di aver vissuto una serata di gioia vera.

Silvano e Donatella, Viserba (RN)


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3a domenica di Pasqua (A) (8 maggio 2011)
Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero (Lc 24,31)

Come a Tommaso, anche ai due in cammino verso Emmaus, è chiesto di credere senza vedere. I due discepoli camminano avvolti da paura e inquieti, "stolti e lenti di cuore a credere". Gesù si mette al loro fianco, spiega le Scritture e spezza il pane; solo così "si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero".
Si riaccende in loro la fiamma che fa ardere di nuovo il cuore. Ecco il "miracolo": "Resta con noi, Signore", perché senza di te non possiamo capire né vivere.
Molte volte nella nostra vita non riusciamo a vederlo, ci prende la paura, l'angoscia, il dubbio. Allora Gesù si fa accanto e ci parla, dissipa le nostre tenebre, ci incoraggia a credere nel suo amore e a fidarci di Lui.
Allora l'incanto: la tristezza si cambia in gioia, le tenebre in luce, le paure in speranza. E, come i discepoli, diciamo: "Resta con noi Signore", perché senza di te non possiamo capire, né vivere!

Testimonianza di Parola vissuta

Una delle nostre figlie ci comunica che aspetta un bambino. Lo sconcerto si mescola subito agli interrogativi sul futuro. Poco dopo, un po' frettolosamente, si sposa. Purtroppo, nel giro di qualche mese arriva una crisi profonda tra lei e il marito. Una sera, in un momento di rabbia, torna a casa nostra con la bambina. Sono stati giorni duri, lei era disperata e in casa si viveva un forte disagio. Una notte la sento piangere: vado nella sua camera e cerco di confortarla ascoltandola e assorbendo in silenzio il suo dolore che è il mio. La mattina dopo, tornando dalla spesa, compro un fiore per lei e un giochino per la bimba.
Entrando in casa inciampo in una valigia. Vedo mia figlia con la bimba in braccio pronta per uscire. "Ho chiesto scusa a Franco – mi dice – torniamo insieme...". Ci sono stati altri momenti duri, ma aiutati e sostenuti con discrezione e perseveranza ora, dopo anni, sono una famiglia unita, hanno tre figli loro più due in affido.

R. B.


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4a domenica di Pasqua (A)(15 maggio 2011)
Chiama le sue pecore, ciascuna per nome (Gv 10,3)

Con l'immagine del pastore e del suo gregge, Gesù vuole rivelarci la comunione con Lui che "chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori" da ogni recinto. Gesù si presenta come l'unico "buon pastore" in grado di liberarci da ogni forma di schiavitù. Chi pretende di sostituirsi a Lui in questa impresa di liberazione profonda del cuore dell'uomo, è ladro e bugiardo.
Gesù, buon pastore, "cammina innanzi a noi" e si comporta come si è comportato Dio con il suo popolo nel deserto. Dove ci conduce Gesù? Con il suo amore personale fino a dare la vita, attira tutti noi e ci conduce nel suo recinto, che è la comunione con il Padre, unica fonte di vita. "Io sono la porta" e "Io sono venuto, perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza".
Si tratta di entrare, anche noi, attraverso la 'porta-Gesù' in un nuovo 'recinto', luogo dove vivere in pienezza il nostro battesimo. Questo 'recinto' è lo stesso Gesù, splendore del Padre, luogo dove sperimentiamo in pienezza la comunione trinitaria.
Quanto più in questa domenica di preghiera per le Vocazioni, la Chiesa-comunione che vive rapporti trinitari, sarà un modello per tutti i giovani, perché possano avere la luce e cogliere la bellezza della vita consacrata.

Testimonianza di Parola vissuta

Lo scorso anno siamo andati a conoscere i luoghi dove i primi cristiani hanno testimoniato con la vita la fede in Gesù. Nel pomeriggio abbiamo incontrato i cristiani di oggi e conosciuto i nuovi Movimenti che abbelliscono la Chiesa, scoprendone la Parola che Dio ha dato ad essi.
Ecco alcune impressioni della giornata: "In me avevo tante domande sulla Chiesa. Non riuscivo a darmi risposte, forse influenzato dai giudizi dei miei compagni di scuola. Oggi ho fatto una esperienza che mi ha fatto vedere quanto la Chiesa siamo noi, il suo popolo formato da tante persone che rendono viva la Sua Parola. Torno a scuola carico di entusiasmo; non solo potrò dire ai miei amici come realmente è la Chiesa, ma potrò presentargliela con la mia vita".
"Ho capito che per far amare la Chiesa, devo essere io il primo a vivere come Gesù vuole. Questa giornata mi ha fatto capire quanto sia importante vivere la Parola, per essere Chiesa viva".
"Dopo questa esperienza mi è nata una impensabile passione per la Chiesa".

N. F.


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5a domenica di Pasqua (A) (22 maggio 2011)
Vado a prepararvi un posto (Gv 14,2)

La paura, quella che affiora in mille modi nel corso della nostra vita quando ci smarriamo, quando perdiamo ogni sicurezza e ci troviamo davanti alla morte, ha turbato il cuore dei discepoli e turba anche i nostri cuori: la fede nel Risorto vacilla. Gesù dissipa le paure e ci assicura "Non sia turbato il vostro cuore, non abbiate paura".
Quante volte pure noi ci siamo sentiti orfani, spaesati, soli. Gesù, prima sperimentato come pienezza d’amore, ora lo sentiamo lontano, assente. È in questi momenti che dobbiamo fidarci di lui: abbandonarci, sperare, percorrere la sua via, vivendo la parola: "Vado a prepararvi un posto".
Allora, rincuorati da lui, passato lo sgomento, diventati "pietre vive", insieme abiteremo in paradiso, e lasceremo dietro a noi una scia di luce.
E nel mondo si riaccenderà la speranza.

Testimonianza di Parola vissuta

Scoprire l’amore di Dio per ciascuno di noi e sapere che Gesù ha preso su di sé ogni dolore, mi ridà forza e speranza anche quan-do tutto, davvero, sem-bra essere crollato. L’ho sperimentato in partico-lare quando una mia compagna di scuola stava vivendo una dif-ficile situazione: il suo ragazzo non le voleva bene, sfruttandola solo per divertirsi, i genitori erano assenti e la situazione economica della famiglia non era buona. A lungo ha sofferto di bulimia. Non riuscendo a concentrarsi nello studio, ha deciso di lasciare la scuola.
All’inizio, presa dai miei problemi, non avevo tempo di ascoltarla o, forse, non volevo trovarne, per non farmi rattristare dalle sue esperienze. Poi ho capito che potevo interessarmi a lei per condividere il suo dolore. Insieme abbiamo deciso che, anche se l’anno scolastico era perso, poteva frequentare un corso serale, mentre cercava un lavoro.
Nei mesi successivi spesso mi ha telefonato in lacrime. La ascoltavo fino in fondo rimanendo muta e cercando le parole giuste. Un giorno mi ha raccontato di essere così triste da aver addirittura pensato di togliersi la vita. Neanche in quella occasione sono riuscita a dirle qualcosa. Una sera però, presa carta e penna, le ho scritto una lettera per assicurarle che non era sola, che Dio la amava immensamente e, proprio in questi momenti, la teneva tra le braccia. Per questo ogni giorno valeva la pena di essere vissuto. Ho saputo poi che, ogni volta che si sentiva triste, rileggeva la mia lettera, cercava di sorridere ed andava avanti più forte.

Anna V.


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6a domenica di Pasqua (A) (29 maggio 2011)
Chi ama me, sarà amato dal Padre mio (Gv 14,21)

È certo che il Padre dona lo Spirito, è certo che lo Spirito rimane con noi, è pure certo che Gesù ci ama e si manifesta a noi.
Che colloquio d’amore con la Trinità presente in noi e fra noi !
Come riconoscere questa comu-nione con i Tre?
"Chi ama me, sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui", dice Gesù.
Sperare in una intimità così profonda, sperimentare un’amicizia tanto sincera: è un incanto!
Quanta gratitudine, Signore, donaci di accoglierti col cuore dilatato dall’amore.

Testimonianza di Parola vissuta

Devo dire che all’incontro del 2 maggio eravamo arrivati esausti, sia io che Antonio e ci portavamo tutte le difficoltà di quel periodo. Capita a volte che tutto l’entusiasmo del mondo non basti per farti vedere un po’ di luce; che provi la chiara sensazione che Dio si sia distratto; che gli urli che no, Lui non è giusto! Quando infatti vedi soffrire una persona che ami e, nonostante tutti i tuoi tentativi non riesci ad alleviare la sua sofferenza; quando ti senti inutile o addirittura ulteriore causa di sofferenza, è difficile ascoltare ed accogliere parole che possono suonare come "buona teoria"... Ecco, questo era il nostro stato d’animo e la Parola "A chi mi ama, mi manifesterò" era rimasta per così dire “sospesa” in attesa di conferma. In realtà Gesù si è manifestato qualche giorno dopo, con i volti e le mani di amici meravigliosi!
Con Ale, nostro figlio quindicenne affetto da gravi problemi fisici, avevamo organizzato la festa di compleanno. Non era scontato che venissero i ragazzi che aveva invitato; molti di loro non li aveva più visti da tanto tempo e, tra i nuovi compagni di classe, solo quattro avevano confermato. Per lui era molto importante che ci fossero anche i suoi amici grandi.
Beh, fra grandi e ragazzi ci siamo ritrovati in una trentina, in una giornata perennemente piovosa. Le amiche "grandi" hanno preparato ragù, focacce, macedonia; gli uomini hanno dato una mano a preparare e portare la cena a tutti. Per Alessandro è stata una giornata di gioia immensa.
Il giorno dopo parlando insieme della festa, ci siamo trovati d’accordo sul fatto che è grazie a Dio se abbiamo questi splendidi amici; che può succedere di sentirsi soli, ma che in realtà non è così. E mi si è rivelata la Parola "...e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui".

Angelica


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Ascensione del Signore (A) (5 giugno 2011)
Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli (Mt 28,19)

La festa dell'Ascensione inaugura il tempo della speranza, dando inizio alla missione apostolica: "Andate e fate discepoli tutti i popoli, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato".
Gli apostoli avevano ascoltato e gustato le parole di Gesù, la sua presenza aveva loro riempito il cuore e dato conforto. In forza dello spirito di unità e di amore, avevano dato inizio alla comunità di discepoli che, a sua volta, si allargava contagiando tanti altri.
Quale il nostro impegno, personale e sociale, per essere apostoli oggi?
Facciamo nostro il sogno di Gesù: "Che tutti siano uno!". Sforziamoci di essere una famiglia, di essere Chiesa. Diamo vita a una comunità di discepoli uniti nel nome di Gesù che vivono la fraternità, perché Lui sia in mezzo a noi.
Non mancheranno i momenti di buio, di sconforto, di solitudine, ci verrà in soccorso Gesù: "Non abbiate paura, io sono con voi tutti i giorni!".

Testimonianza di Parola vissuta

Qualche tempo fa, dopo aver letto il commento della Parola, che ci viene proposta, con l'invito a perdonare sempre, mi è venuto in cuore un forte desiderio di partecipare alla S. Messa per avere la Grazia e la forza per metterla in pratica (o cercare almeno).
Diversamente dal solito, sono andata alla Messa delle ore 19 in parrocchia. Entro in chiesa e vedo nel primo banco una signora e, dentro di me, esprimo un giudizio negativo. Mi metto qualche posto dopo di lei. Inizia la Messa e questa mamma guida il canto d'ingresso. Subito mi è venuta in mente la Parola che cerchiamo di vivere e mi sono ricordata che Gesù aveva a cuore i rapporti tra cristiani, fra le membra dello stessa comunità, fratelli e sorelle nella fede. Presi le mie cose e mi misi vicino per cantare insieme.
Nel frattempo entra un'altra signora e si mette vicino a noi e così i canti dell'Offertorio e della Comunione li sceglievano tra di loro.
Da parte mia ci rimasi un po' male, ma ho pensato che io ero lì per essere strumento di unità, testimone del Risorto.
A termine della celebrazione, uno dei sacerdoti (erano due) è venuto a dirci che è stata una Messa solenne. E dire che in chiesa eravamo in 6 persone.
Ringraziavo Dio di far parte di questa Famiglia e per il dono della Parola che ci dà Vita.

F. M.


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Pentecoste (A) (12 giugno 2011)
Ricevete lo Spirito Santo (Gv 20,22)

E sui discepoli di Gesù, radunati in preghiera con Maria, che discende lo Spirito Santo. Ecco il miracolo dell'Amore effuso da Gesù sulla terra!
A Pentecoste nasce la Chiesa, il nuovo popolo di Dio: la comunità, unita dallo Spirito Santo, che vive e annuncia abbondanza di doni e carismi nuovi.
La Pentecoste continua: quale la nostra risposta?
Riconoscere e valorizzare questi suoi doni e carismi, per realizzare, quali membra unite fra loro dall'amore, l'unico corpo di Cristo.
"Io mando voi", ci dice Gesù, come agli apostoli nel cenacolo, per portare nel mondo il fuoco del mio amore. Questa pertanto l'unica realtà da vivere, lasciandoci coinvolgere dall'Amore, amando l'umanità tutta.

Testimonianza di Parola vissuta

Altre volte ho scritto in momenti difficili, oggi invece sono tornata dalla Messa, con il cuore pieno di gioia. È una sensazione bellissima, di esplosione d'amore, che mi impegna a farne tesoro, ma a non tenerlo per me. L'amore è contagioso, si respira, si tocca, si moltiplica.
Nella quotidianità, durante il lavoro, ho l'opportunità di incontrare e accogliere molte persone.
L'autista che dopo ore di viaggio, gradisce un caffè non frettoloso che accolgo e ascolto con sorriso.
Il ragazzo o signore di 50 anni che presentano domande di lavoro, e ricevono non solo "sono momenti duri per assumere", ma l'impegno, se possibile, di sentire la disponibilità di altre aziende e di segnalarne i nominativi.
Il rappresentante che ti racconta della moglie che dopo il matrimonio dei figli, si impegna in mille attività, anche parrocchiali, ma non coglie l'invito di un serata con il marito e non si accorge della sua solitudine.
Questo tempo prezioso rubato al lavoro che comunque devo svolgere, si trasforma in quell'amore reciproco che apre i cuori, e fa famiglia.
Tutto questo è possibile grazie al mio sì alla volontà del Padre, ma soprattutto perché incontro persone che danno la vita per l'ideale evangelico e impegnano anche me ad essere Vangelo vissuto. Pronta a donare tutte le mie sofferenze (e a questo sono ben allenata) ma anche le mie gioie.

M. G.



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