Voci di grandi cristiani

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da Ogni momento è un dono
riflessioni sul vivere nel presente

di Chiara Lubich



Voci di grandi cristiani


Nei suoi scritti sull'attimo presente, Chiara Lubich si riferisce molto spesso a osservazioni ed esperienze di grandi testimoni cristiani di ogni epoca, di cui diamo qui di seguito una piccola scelta di testi.




Ogni giorno un nuovo inizio
L'eterno binario
Rimanere nel presente
Non ho che l'oggi
Una consegna
Il sacramento del presente
Presente e futuro
Solo il presente ci appartiene



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Ogni giorno un nuovo inizio

«Egli stesso non si ricordava del tempo trascorso, ma giorno dopo giorno, come un principiante nell'ascesi, si sforzava maggiormente per progredire, ripetendosi continuamente il detto di san Paolo: "Dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta" (Fil 3,13-14). Egli si ricordava anche della parola di Elia: "Vive il Signore, davanti al quale io mi tengo oggi" (1Re 18,15)».
(Atanasio, Vita di Antonio)4


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4. Atanasio, Vita di Antonio, 7, in L. Bouyer, Spiritualità dei Padri, Bologna 1968, pp. 226-227.



L'eterno binario

Diceva santa Caterina: «Non aspettate il tempo a cercare la salute vostra, però ché il tempo non aspetta voi»5. E queste, come altre, sono frasi che non si debbono dimenticare. Amiamo Dio nel momento presente, compiendo con tutto il cuore la sua volontà.

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5. Santa Caterina da Siena, Epistolario, I, cit., p. 522.



Rimanere nel presente

«Adesso quel che è andato è andato, non cercare il passato, ma sta' col presente e guarda sempre avanti per vedere le virtù che devi praticare per divenir santa, presto santa e gran santa»6.
(Francesca Saverio Cabrini)


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6. Lettera 4, in Lettere di santa Francesca Saverio Cabrini, Milano 1968, p. 16.



Non ho che l'oggi

«Approfittiamo del nostro unico momento di sofferenza, badiamo solo all'attimo che passa. Un attimo è un tesoro...» 7.
«La mia vita è un baleno, un'ora che passa, è un momento che presto mi sfugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per amarti sulla terra non ho altro che l'oggi!» 8.
«Di minuto in minuto si può sopportare molto»9.
«Non ho che la sofferenza del momento. Se pensiamo al passato o all'avvenire, perdiamo il coraggio, e ci disperiamo»10.
«Non è come le persone che soffrono del passato o che soffrono dell'avvenire. Io soffro nell'attimo presente. Perciò non è gran cosa»11.
(Teresa di Lisieux)


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7. Santa Teresa di Gesù Bambino, Gli scritti, Roma 1970, p. 486.
8. Ibid., p. 818.
9. Ibid., p. 325.
10. Ibid., p. 362.
11. Teresa di Lisieux, Pensieri, Roma 1977, pp. 194-195.




Una consegna

«Io devo fare ciascuna cosa, recitare ogni orazione, eseguire quella regola, come se non avessi altro da fare, come se il Signore mi avesse messo al mondo solo per fare bene quell'azione e al buon esito di essa sia attaccata la mia santificazione, senza pensare al dopo o al prima»12.
(Giovanni XXIII)


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12. Giovanni XXIII, Il giornale dell'anima, Roma 1965, p. 140.



Il sacramento del presente

«I doveri di ogni istante sotto le loro oscure apparenze nascondono la verità del divino Volere, essi sono come il sacramento del momento presente»13.
(Raïssa Maritain)


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13. Diario di Raïssa, a cura di J. Maritain, Roma 1968, p. 146.



Presente e futuro

«Finora ci era sembrato che fosse un diritto inalienabile della vita umana quello di poter progettare un piano di vita, sia dal punto di vista professionale che individuale. Ma le cose sono cambiate. Dalla potenza delle circostanze siamo stati cacciati in una situazione nella quale dobbiamo rinunciare a "pensare al domani" (Mt 6,34)... La forzata rinuncia a pianificare il futuro significa per i più l'irresponsabile, leggera o rassegnata limitazione al momento... Ci rimane soltanto lo stretto sentiero, spesso ancora da scoprire, di prendere ogni giornata come fosse l'ultima e di vivere con fede e senso di responsabilità, come se ci attendesse ancora un grande futuro»14.
(Dietrich Bonhöffer)


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14. D. Bonhöffer, Resistenza e resa, Milano 1969, pp. 71-72.



Solo il presente ci appartiene

«Non ci atteniamo mai al presente. Anticipiamo l'avvenire come troppo lento a giungere, quasi per affrettare il suo corso; oppure ricordiamo il passato per fermarlo come troppo fugace; siamo così imprudenti che vaghiamo nei tempi che non sono nostri e non pensiamo al solo che realmente ci appartiene»15.
(Pascal)


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15. Cf. Ch. Lubich, Santità di popolo, Roma 2001, pp. 100-101.





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