Atti del XXII Convegno Nazionale
3-6 Agosto 2009
TESTIMONIANZE
Testimonianze ed esperienze
Giorgio Agagliati e Anna Durando
Nel pomeriggio del 5 agosto l'attenzione del convegno si è concentrata sulle spose dei diaconi, con tre testimonianze corrispondenti a tre diverse esperienze, introdotte e sollecitate dal diacono Giorgio Agagliati e da sua moglie Anna Durando, che hanno redatto questo resoconto di sintesi.
Tre le voci che hanno caratterizzato la tavola rotonda sul tema "Testimonianze ed esperienze familiari diaconali". Laura Corradini, di Modena, ha ripercorso il cammino di discernimento vocazionale del marito Paolo e spirituale della coppia, che li ha portati dall'essere "normali" sposi e genitori cristiani alla scoperta della nuova dimensione in cui nel matrimonio si è inserito il ministero diaconale. Di particolare significato il fatto che a guidarli in questo percorso sia stato don Alfonso, membro dell'Istituto secolare Servi di Maria, fondato negli anni '40 da don Torregiani e don Altana e precursore in Italia della riflessione sulla diaconia nella Chiesa: non a caso proprio don Alberto Altana sarebbe poi divenuto, all'indomani del Vaticano II, animatore della riscoperta del diaconato permanente e fondatore della Comunità del diaconato in Italia.
• Connubio fecondo tra studio e vita
Da Barcellona è giunta la testimonianza di Montserrat Martinez, che con il suo sposo Aurelio Ortin, diacono da 27 anni, ha vissuto la reintroduzione del diaconato in Spagna. Montserrat, che è insegnante e tutor spirituale e pastorale in un liceo dei Gesuiti, ha approfondito nel tempo la riflessione teologica e esperienziale sull'interrelazione tra matrimonio e ministero diaconale, pubblicando uno studio sul tema. La sintesi che Monteserrat Martinez ne ha offerto al convegno è che «ci sono delle difficoltà nella coesistenza di questa doppia sacramentalità, ma ci sono anche alcuni importanti punti positivi». Ne derivano «alcune sfide che le "coppie diaconali", le comunità e i responsabili del diaconato nelle varie diocesi devono prendere in considerazione, perché il diacono trovi un equilibrio positivo tra il ministero, la vita coniugale e familiare e la vita professionale e sociale». Oggi Montserrat fa parte del ClD, il coordinamento internazionale dei diaconi, e al convegno ha presentato una rete internazionale di collegamento via mail tra spose di diaconi, cui hanno aderito decine di spose presenti a S. Giovanni Rotondo*.
• Equilibri da costruire
La terza testimonianza è venuta dalla Francia, precisamente da Lille: Marie-Françoise Maincent-Hanquez, docente universitaria come il marito, il diacono Patrice, ha fatto parte dal 2001 per sei anni del Bureau del Comitato nazionale del diaconato della Conferenza episcopale francese in rappresentanza delle spose. Da questa esperienza è nato l'approfondimento dello studio teologico, con una tesi di licenza sulle spose dei diaconi basata su una ricerca approfondita delle problematiche e dei vissuti. Da questa ricerca è emersa, tra l'altro, una interessante peculiarità della percezione dell'importanza della sposa nella vita ministeriale dei diaconi: per questi ultimi è molto elevata, mentre lo è sensibilmente di meno nell'autopercezione delle mogli.
Un gap motivato, secondo Marie-Françoise, dal fatto che le spose sono, o quanto meno si sentono, al tempo stesso dentro e fuori il diaconato ed è ancora da trovare un punto di equilibrio tra la dimensione specificamente ministeriale del marito e il suo intrecciarsi con la vita matrimoniale. Qualche esempio, puramente indicativo, delle problematiche rilevate dalla ricerca: vi sono spose per le quali il diaconato del marito apporta uno sviluppo e un approfondimento del legame coniugale, e altre che dicono «il matrimonio l'ho scelto ... il diaconato l'ho accettato»; così, rispetto all'impegno ministeriale del marito alcune affermando di «fondersi con lui nella missione», altre attuano il principio "a ciascuno il suo impegno", altre ancora si riservano il ruolo di garanti dell'equilibrio familiare. Molto importante, ha sottolineato Marie-Françoise Maincent-Hanquez, è che venga previsto strutturalmente un accompagnamento delle spose e delle coppie, sia nel cammino di formazione e discernimento, sia dopo l'ordinazione.
Molte le domande e le sottolineature delle spose e dei diaconi, segno - ha sottolineato don Giuseppe Bellia - che le questioni toccate sono vive e presenti nella realtà degli oltre 3.400 diaconi italiani, la stragrande maggioranza dei quali sono sposati. Molto importante, ha sottolineato Anna Durando tirando le fila dell'incontro, è la possibilità - da lei sperimentata a Torino nel periodo di formazione al diaconato e subito dopo l'ordinazione del marito - di «avere accanto spose di diaconi capaci di condividere le proprie esperienze e accompagnare i primi passi nella nuova dimensione di vita».
giorgio.aga@alice.it
----------
torna su
torna all'indice
home