Presentazione

(Essere tua Parola, di Chiara Lubich)



Quando veniamo interpellati sulla nostra identità - «Chi sei?» -, spesso rispondiamo indicando la professione, il nome, o comunque una realtà che ci caratterizza come persona unica e irripetibile. A questa stessa domanda Chiara Lubich non esita a rispondere per ciò che più intimamente la identifica: «Parola di Dio». O meglio, questo è il suo anelito più profondo: essere quella Parola che Dio, da tutta l'eternità, ha pronunciato nel segreto di Sé, in quello stesso eterno istante in cui genera il Figlio suo, il Verbo, Parola in cui è contenuto l'essere di ogni creatura, parola nella Parola.
Tra gli innumerevoli scritti che Chiara ha dedicato alla Sacra Scrittura ho scelto questa sua confidenza, come primo testo della presente antologia, perché mi sembra esprima appieno la tensione di un'intera vita. Non soltanto appassionarsi della Parola di Dio, leggerla con amore, custodirla in cuore in vigile meditazione, tradurla in pratica, ma lasciarsi vivere da essa, fino a venire trasformati nella Parola di Dio, fino a diventare un altro Cristo, verbo nel Verbo.
È una storia appassionante quella del rapporto tra Chiara e il Vangelo. Una storia personalissima, e insieme capace di coinvolgere milioni di persone. È la storia del nascere di una nuova spiritualità, tutta evangelica, e al contempo la storia del cammino che la Chiesa intera ha percorso nel XX secolo e sta percorrendo agli inizi di questo nuovo secolo, a conferma che la Scrittura trova il suo naturale luogo di comprensione e di attuazione "nella Chiesa", perché patrimonio dell'intero popolo di Dio.
La storia singolare e irrepetibile inizia a Trento, durante la Seconda Guerra mondiale, quando nei rifugi antiaerei Chiara porta con sé il libro dei Vangeli e, a lume di candela, lo legge assieme alle amiche. «Quelle parole - racconta lei stessa - balzavano agli occhi della nostra anima con una luminosità insolita». Quanto diverse dalle parole dei filosofi, dei poeti... Perché cercare altrove la verità quando qui parla Colui che è la Verità? Il Vangelo «offriva realmente parole di vita, da potersi tradurre in vita»
Ecco la semplice e straordinaria scoperta: la Parola di Dio può informare di sé il vivere d'ogni giorno rendendolo pienamente evangelico. Ogni settimana, poi ogni mese, Chiara sceglie una frase compiuta della Scrittura, la spiega, ne chiede al Vescovo l'approvazione e la diffonde così da lasciarsi ispirare da essa. Poi ci si incontra, si condividono i frutti di quanto la Parola ha operato, le esperienze di vita. Ne nasce una comunità cristiana. È l'apparire. nella Chiesa, di un modo nuovo di accostarsi alla Scrittura: la prassi della "Parola di vita". La Scrittura torna ad essere accessibile a tutti: «Noi, le nostre compagne, i bianchi, i neri, l'uomo di due secoli fa, quello del duemila, la mamma e il deputato, il contadino e il carcerato, il bimbo e il nonno: ogni uomo venuto al mondo avrebbe potuto vivere la Parola di Dio, ogni Parola di Dio». È la "democratizzazione" della spiritualità, la traduzione pratica di quella universale vocazione alla santità proclamata dal Concilio Vaticano Il. La santità non è riservata ai vergini: ai monaci e ai vescovi, ma è alla portata di tutti, piccoli e grandi, sposati o meno, basta lasciarsi guidare dalla Parola di Dio nelle occupazioni ordinarie della giornata con i suoi problemi, gioie e dolori. La Parola di Dio diventa veramente la «sorgente pura e perenne della vita spirituale», come la definisce il Concilio.
È la storia che vede nascere una nuova spiritualità, come polla d'acqua fresca, dal Vangelo. Lo Spirito Santo, a cui Gesù ha affidato il compito di "ricordare" e tener vive le sue parole, guida Chiara in una nuova comprensione di esse, così come lungo la storia della Chiesa è sempre avvenuto con uomini e donne con una particolare vocazione evangelica. Egli mette in luce dapprima le parole che invitano ad amare, poi, nel vivere costantemente la «Parola di vita», fa scoprire che ogni parola del Vangelo è amore, perché Amore è Colui che le ha pronunciate, e tutte conducono ad amare: «Quando una di queste Parole cadeva nella nostra anima, ci sembrava che si trasformasse in fuoco, in fiamme, si trasformasse in amore. Si poteva affermare che la nostra vita interiore era tutta amore».
La Parola di Dio, fin dall'inizio, appare quale stella orientatrice del cammino che segna il sorgere e l'affermarsi del carisma dell'unità, in un crescendo di luce e di risposta fedele, sì che in breve volgere di tempo la spiritualità dell'unità comincia a manifestarsi nella pienezza delle sue caratteristiche e in tutta la sua originalità e capacità di rinnovamento dell'ambiente circostante.
Solo un particolare dono dall'Alto può spiegare la progressiva riscoperta dei valori cristiani fondanti: il primato di Dio, la sua volontà, l'amore al fratello, in cui si ravvisa Cristo, il posto del dolore come partecipazione al mistero di Cristo crocifisso e risorto, la scoperta della sua presenza tra quanti sono uniti nel suo nome, fino a giungere ad un'armoniosa ricomprensione del messaggio evangelico nella sua totalità, particolarmente adatta per il tempo di oggi.
È la storia della Chiesa del nostro tempo perché, anche nell'esperienza di Chiara, si stava preparando, in maniera profetica, la grande riscoperta della centralità della Parola di Dio da parte del Concilio Vaticano II. La Costituzione dogmatica Dei Verbum ricorda che «la Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso del Signore, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della Parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di proporlo ai fedeli» (n. 21). Ora più che mai, continua la Costituzione, «è necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla Sacra Scrittura. (...) La Parola di Dio deve essere a disposizione di tutti in ogni tempo» (n. 22). La Chiesa vuole continuare a «nutrire di continuo i suoi figli con le divine parole» e sollecita ad «offrire con frutto al popolo di Dio l'alimento delle Scritture, che illumini le menti, corrobori le volontà e accenda i cuori degli uomini all'amore di Dio» (n. 23).
Si può ben dire che l'esperienza di Chiara rappresenta un fatto di grande rilevanza per la spiritualità cristiana del XX secolo.
Per una storia così grande un libretto così piccolo? In ognuno dei suoi numerosi scritti pubblicati e facilmente accessibili, Chiara ha sempre parlato del Vangelo, la sua passione. Ha poi dedicato ad esso un'opera specifica dal titolo Parola di vita.
Il libretto che adesso il lettore ha in mano non è stato composto da Chiara, è semplicemente una scelta di testi brevi, incisivi, quasi aforismi, tratti dai suoi scritti editi e inediti. I generi letterari vi appaiono molto diversi dalla narrazione autobiografica alla preghiera, dall'intuizione all'esperienza, dall'esposizione dottrinale all'esortazione. Questa pluralità favorisce l'approccio al rapporto di Chiara con la Parola e fa percepire la vastità della dottrina che ne scaturisce.
Il libro inizia accennando alle prime esperienze della Fondatrice del Movimento dei Focolari, dalle quali già si indovina, quasi in filigrana, come tutta la sua vita sia pervasa dalla Parola di Dio, fino a permearne l'intero magistero spirituale, configurandosi in certo modo come l'habitat entro cui si svolge la sua vicenda umana ed ecclesiale. Esse danno ragione, oltre che dei suoi numerosi e costruttivi interventi in campo ecumenico, del dinamismo inusitato che sorregge le sue aperture verso i grandi credo religiosi presenti sul nostro pianeta, come pure la capacità di parlare a non poca gente alla ricerca di senso.
I testi si inoltrano successivamente nella comprensione teologale della Parola di Dio e nella necessaria urgenza della sua accoglienza nella vita d'ogni giorno, fino alla trasformazione della persona in Cristo stesso e alla nascita di una comunità viva. Sono pagine di contemplazione e insieme una proposta concretissima di attuazione del messaggio evangelico. Le due realtà non sono mai dissociate. Con sobrietà ed essenzialità gli scritti di Chiara ci portano fino all'esperienza mistica del rapporto sponsale con Cristo e del segno del "bacio" tra Cristo e l'anima, ispirato al Cantico dei Cantici e in continuità con la ricca tradizione cristiana. Questo non fa dimenticare la necessità di "nutrirsi" giorno per giorno, parola per parola, di tutto il Vangelo. Perché qui sta il segreto di una vita evangelica: vivere il Vangelo! Non soltanto leggerlo, meditarlo, pregarlo, ma vivere il Vangelo, fino a farlo diventare vita della nostra vita, sul modello più alto, Maria, tutta rivestita della Parola.
La scelta dei testi indica, successivamente, la grande apertura ecclesiale, sociale e civile a cui porta questa coerenza evangelica. La Chiesa appare un susseguirsi di Parole di vita incarnate nei grandi santi, nei loro carismi, nelle opere a cui essi hanno dato vita, e la società appare rivoluzionata dal fermento della Parola, fino a innescare il processo verso i cieli nuovi e la terra nuova.
Nella sua essenzialità, il susseguirsi dei vari capitoli in cui è articolato il libro vorrebbe dare conto della fecondità a cui conduce il rapporto con la Parola, della ricchezza delle tematiche che ne scaturisce. La loro distribuzione infine suggerisce un percorso di lettura e una linea dottrinale.

Il messaggio che traspare da questi testi non è per un'élite, non è soltanto per un gruppo particolare come il Movimento dei Focolari. Esso è proposta per una nuova socialità che trova nel Vangelo regole di fraternità e solidarietà condivisibili da tutti. Esso è così denso, ardito, ispirato e insieme semplice e attuabile, che possiede la capacità di contribuire a generare la Chiesa sempre nuova, come sempre nuova è la Parola di Dio. Esso si fa invito ad intraprendere il cammino arduo e affascinante di una santità autentica, personale e comunitaria, di popolo.
È per questo che la consegna che Chiara lascia alla Chiesa e all'umanità di oggi, come testimonia l'ultimo dei testi scelti, è semplicemente il Vangelo, nient'altro che il Vangelo, quello di sempre, quello che lei ha vissuto con generosità e straordinaria coerenza: un invito a condividerne l'esperienza.
Fabio Ciardi